CASSINELLI (Cassinel, Caussinel), Bettino
Nacque probabilmente a Lucca intorno alla metà del secolo XIII da Giovanni e da Margherita. La prima notizia che abbiamo del C. risale al 1286, quand'egli era maître de la monnaie a Sommières nell'attuale dipartimento del Gard. Ciò fa supporre che il C. risiedesse già da un certo tempo in Francia; sembra inoltre che egli avesse degli interessi finanziari nelle fiere di Champagne, che attiravano numerose famiglie lucchesi che si ritrovano poi a Parigi nel secolo successivo, come i Barga e i Guidiccioni. Il C. ha lasciato traccia soprattutto come maestro della zecca sotto Filippo il Bello: i registri dell'epoca ci hanno conservato testimonianza delle somme da lui versate al Tesoro, somme spettanti al sovrano di Francia sul conio delle monete auree, di cui sembra che il C. fosse specialista. Si sa per esempio che dal giugno 1291 al febbraio 1292 egli coniò a Parigi 33.000 denari per un totale di 480 marchi d'oro, in ragione di 69 denari per marco. Nel 1294 il C. e un suo collega pronunciarono una sentenza che restituiva al vescovo di Viviers il diritto di batter moneta all'Argentière.
Molto ascoltato dal sovrano, il C. lo persuase a permettere quell'indebolimento della moneta francese che, iniziato nell'aprile 1295, divenne sempre più grave sino al 1306.
Per quanto la misura non fosse completamente senza precedenti, essa colpì vivamente i contemporanei. A parte le entrate considerevoli che la Corona ricavava dal conio delle nuove monete, il loro indebolimento tendeva a porre un freno alla speculazione, che si faceva per lo più acquistando mercanzie con una mmore quantità di metallo prezioso in un paese a moneta debole e rivendendole a maggior prezzo in un altro. Per ovviare a ciò il C. propose di parificare la qualità, sino allora buona, della moneta francese a quella inferiore delle monete straniere, e cioè a diminuirne la percentuale d'oro.
Tra il 1295 e il 1300 gran parte della monetazione di Parigi passò per le mani del C. e dei suoi nipoti, figli di una sua sorella sposata a un certo du Porche ("de Porticu"). Il registro dell'imposta, fondiaria del 1297 segnala il C. come abitante a Parigi in piazza Saint-Michel, nell'Ile de la Cité. Nel 1300 il C. era maestro della zecca a Tolosa e dispensiere del re. Nonostante l'importanza delle sue funzioni presso il re, il C. sarà sempre attirato dalla Francia meridionale. Già si è detto della sua presenza a Sommières; nel 1297 egli si fece donare dal re il mulino di Lunel e la castellania di Gallargues nel siniscalcato di Beaucaire (bassa Linguadoca). Nel 1302 il C. acquistò per cinque anni dei diritti sulle fiere di Nîmes e di Aigues-Mortes nel siniscalcato, di Beaucaire, versando subito 20.000 lire tomesi e impegnandosi a pagare le rimanenti 3.773 lire, 14 soldi e io denari in cinque anni. Nel 1305 fu incaricato insieme con due altri personaggi di riscuotere le somme dovute al re per il conio di monete d'oro accordato ai Peruzzi di Firenze. Nel 1307-1308 il C. era certamente a Beaucaire, poiché successivamente rese conto alla Camera dei conti di Parigi delle spese militari sostenute quivi in questi anni; nel 1310 fece un contratto con Pierre de Mantes per la coniazione di agnoli d'oro di un taglio di 58 e un terzo per marco, che furono coniati l'anno successivo e di cui si conservano ancora alcuni esemplari.
Il C. morì a Parigi il 18 ott. 1312.
Il suo corpo fu trasportato nell'abbazia di St.-Pierre a Lagny, nel cuore delle fiere di Champagne. Sulla pietra tombale, di cui ci è pervenuto un disegno, il C. era raffigurato in armatura di cavaliere con uno scudo portante il suo stemma; l'epitaffio lo diceva cavaliere del re di Francia. Un fratello del C., Sornard ("Sornatus"), fu maestro della moneta a Sommières dal 1292 in poi.
Fonti e Bibl.: Invent. d'anciens comptes royaux... sous le règne de Philippe de Valois, a cura di Ch.-V. Langlois, Paris 1899, pp. 33, 240 s., 337; Comptes du Trésor (1296, 1316, 1384, 1477), a cura di R. Fawtier, Paris 1930, pp. 12, 18, 96; Journaux du Trésor de Philippe le Bel, a cura di J. Viard, Paris 1940, ad Indicem; Comptes royaux, a cura di R. Fawtier, I, Paris 1953, pp. 11, 407, 638, 648; II, ibid. 1954, pp. 80 s., 84 s., 113 s., 766; III, ibid. 1956, pp. 77 s.; Anseline de Sainte Marie, Histoire généalogique et chronologique de la maison royale de France, II, Paris 1726, pp. 38-42; C. Devic-J. Vaissete, Histoire génér. du Languedoc, IX, Toulouse 1885, p. 951; C. Piton, Les Lombards en France et à Paris, Paris 1892, pp. 114-121; L. Mirot, Etudes lucauoises, I, La colonie lucquoise à Paris du XIIIème au XVème siècle in Bibl. de l'Ecole des chartes, LXXXVIII(1927), pp. 56-63, 73.