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BEZZI

di Remigio Marini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 9 (1967)
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BEZZI

Remigio Marini

Famiglia di scultori trentini dei secc. XVII e XVIII, originaria di Cusiano in val di Sole.

Giandomenico fu allievo di Giambattista Ramus: la più antica delle sue opere finora conosciute è una coppia d'angeli per la parrocchiale d'Ossana da lui intagliati nel 1646. I documenti c'informano anche che nel 1648 Giandomenico indora due angeli - forse i medesimi intagliati nel 1646 - per l'altare di S. Giovanni Battista della stessa chiesa. Nel 1666 egli e il fratello Cristoforo s'impegnavano a costruire una pala lignea e portiere e un antipendio per la chiesa di Dasindo nelle Giudicarie. A cominciare dal 1669 Giandomenico eseguì lavori per la chiesa di Preglien, intagliò l'ancona per l'altare di S. Antonio insieme con il tabernacolo e indorò l'altar maggiore della parrocchiale di Livo, per la quale scolpì ancora due angeli. Altri incarichi per intagli e sculture egli ebbe negli anni 1677-78 a Vermiglio e Solasna.

Cristoforo, oltre a collaborare con il fratello Giandomenico per la chiesa di Dasindo, eseguì un altare per la chiesa di Campodenno. Nel 1675 intagliò cornici per la parrocchiale di Termenago e tra il 1676 e il 1686 scolpì e intagliò per Denno pulpito, fonte battesimale, reliquari e costrà per quella chiesa l'altare di santa Caterina.

Giandomenico ebbe due figli: Giulio, che nel 1703 scolpì una statua per la chiesa di Mezzana (Weber), e Domenico, che nel 1678 aiutò il padre nei lavori per l'ancona di san Sebastiano in S. Giacomo di Solasna. Una delle opere maggiori di Domenico poi fu l'altare del Rosario nella parrocchiale di Castelfando; nell'archivio di quella chiesa è documentato ch'egli vi lavorò nel 1694-95; ma quella ricca costruzione andò distrutta in un incendio alla fine dell'Ottocento (descritta in Weber).

Nel 1703 Domenico intagliò una colonna per il cero pasquale della chiesa di Ossana; nel 1714 indorò le tavolette del sacro convivio della chiesa di Cusiano ed ebbe in quegli anni le più varie commissioni per parecchie chiese e santuari della valle.

Non si conoscono le relazioni di parentela di Giambattista con la rimanente famiglia: forse egli è il fratello di Giandomenico e Cristoforo; è nato comunque, come loro, a Cusiano e non è meno di loro operoso. Nel 1660 lavora per la chiesa di Celedizzo; nel 1666 per quella di S. Cristoforo a Ortisei: vi intaglia e scolpisce tavolette, parapetti, angeli ceroferari. Decorazioni e dorature sono da lui eseguite nel 1675-76 per la chiesa di Dovena; crea reliquiari e carteglorie a Celedizzo nel 1680, e nel 167289 riceve pagamenti per lavori per S. Maria di Revò. Altri documenti cita il Weber per lavori minori, anche per la chiesa di Taio. Si ritiene suo l'altare laterale destro della chiesa di S. Giacomo di Solasna firmato: "J.B.B.F.A. 1700 scultore".

Un Giuseppe Bezzi è scultore documentato con pagamenti a Lomaso nel 1745-46 (Weber), ma non si sa il luogo di origine e quindi non si può affermare che faccia parte della famiglia.

I B., modesti intagliatori e scultori, furono, per i centri minori e il contado tridentino quello che i loro colleghi maggiori, i Benedetti e i Barbacovi, rappresentavano per Trento e Rovereto, per Bressanone e per Innsbruck. Della loro opera restano gli altari che abbiamo citati; non poca invece della decorazione minore - specchiature, cornici, antipendi, ceroferari - è andata dispersa o è malamente oggi riconoscibile per le tra-, sformazioni e le elaborazioni subite nel corso degli anni.

Fonti e Bibl.: Trento, Arch. arcivescovile: Atti civili n. 547, p. 492 (anni 1669 e 1676); Ibid., Atti visitali, vol. XVI, pp. 174 ss. (1676); Castelfondo, Arch. curaziale, Documenti degli anni 1666 e 1694;Revò, Arch. parrocchiale, Diari (1672 e 1689); San Giacomo di Solasna, Arch. curaziale, Documenti (1678); Ossana. Arch. parrocchiale, Atti (1703); D. Reich, F. Barbacovi e l'indoratore B. di Cusiano,in Tridentum,XIII(1911), pp. 135 s.; S. Weber, Artisti trentini,Trento 1933, pp. 42-44.

Vedi anche
ancona Dipinto su tavola o rilievo in marmo o legno, di soggetto religioso, collocato sull’altare, generalmente entro un’inquadratura architettonica (pala d’altare); il termine è riferito in particolare a opere del Gotico e del primo Rinascimento. pulpito Nell’antico teatro romano, il palcoscenico (gr. λογεῖον) posto dinanzi alla scena, alto in genere 5 piedi. Nell’antica Roma, ogni piattaforma elevata su cui si sale per farsi vedere e udire (per es., il luogo dove siede il magistrato quando rende giustizia o presiede una cerimonia). ● Accessorio delle ... balaustrata Parapetto formato da una serie di caratteristici elementi a colonnetta uguali tra loro, detti balaustri, posti su un basamento continuo e sormontati da una cimasa anch’essa continua, spesso inframmezzati o conclusi da pilastrini. Molto diffusa tra 16° e 18° sec., ebbe forme diverse, nella sagomatura ... decorazione Insieme di elementi, motivi, apparati ornamentali apposti alla struttura vera e propria dell’opera d’arte o di architettura. Può essere costituita da elementi seriali, ritmici, ricorrenti, tradizionalmente legati a spartizioni di superfici o a modanature (➔ ornato), presenti su architetture o su oggetti ...
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bezzo bèzzo s. m. [dal ted. svizzero Batze, nome di una moneta della città di Berna]. – 1. Moneta veneziana del valore di 6 denari o mezzo soldo, coniata in argento nel 1497 per sostituire le monete forestiere di ugual nome in corso nello...
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