BHOJA
. Celebre re indiano, salito nel 1018 d. C. al trono di Dāhrā, che in quel tempo era capitale del Mālwā (India centrale), e rimastovi fino al 1060 circa. Principe valoroso (v. india: Storia), fu grande protettore delle lettere e delle arti e fu autore egli stesso del Sarasvatīkaṇṭhābharaṇa ("L'ornamento del collo di Sarasvatī", la dea della eloquenza), notevole opera retorica di arte poetica. Altri scritti sono stati a lui attribuiti, di poetica e di altro genere, come un commento (Rājamārtaṇḍa) ad un'opera filosofica (Yogasūtra), un'opera di politica (Yuktikalpataru, "L'albero dei desiderî del metodo pratico"), uno scritto sul trattamento e cura dei cavalli (Śālihotra) e un'opera astronomica (Rājamṛgāṅka). Non poche strofe citano, inoltre, le antologie come appartenenti a lui. Risulta con altro scrittore indiano, Lakṣmaṇabhaṭṭa, autore pure di una Rāmāyaṇacampū, compendio del Rāmāyaṇa (v.) nella forma detta dagli Indiani campū, un misto, cioè, di versi e di prosa artificiosi, senza che l'un genere o l'altro indichino una particolare ragione della loro scelta e preponderino nel componimento. Una opera in prosa e versi, il Bhojaprabandha ("La novella di Bhoja") di Ballāla, del sec. XVI, tratta in forma novellistica ed episodica della vita di Bh. e dei poeti e dotti dei quali alla sua corte egli era l'illuminato patrono.