BHUTAN
Demografia e geografia economica. Storia. Bibliografia
Demografia e geografia economica di Libera D'Alessandro. – Stato interno dell’Asia centro-meridionale, situato nel versante Sud della catena himalayana. Con i suoi 753.947 ab. nel 2014, secondo una stima UNDESA (United Nations Department of Economic
and Social Affairs), il Paese presenta un’economia ancora largamente basata su agricoltura e allevamento, che forniscono il sostentamento principale a più di metà della popolazione. La lenta crescita degli altri settori è riconducibile, per il secondario, alla produzione di energia elettrica e alle attività di costruzione e, per il terziario, ai servizi parastatali. Il Paese, noto per l’introduzione dell’Indice di felicità interna lorda (FIL), concetto ricondotto al tentativo di costruire indicatori corrispondenti alla nozione di benessere in senso lato, svolge un ruolo significativo nei forum internazionali per l’agenda successiva al 2015 relativa ai Millennium development goals. Ospitando uno degli ecosistemi caratterizzato da maggiore biodiversità al mondo, dal 2010 il Paese ha intrapreso politiche turistiche finalizzate a conciliare lo sviluppo rurale con la protezione dell’ambiente e della cultura.
Storia di Vincenzo Piglionica. – Il processo di democratizzazione del B., promosso direttamente dalla monarchia, proseguì anche dopo l’abdicazione – avvenuta nel dicembre 2006 – del re Jigme Singye Wangchuk, al cui posto salì sul trono il figlio Jigme Khesar Namgyel Wangchuk. Nel 2007, in vista delle prime elezioni parlamentari, fu consentita la registrazione dei partiti, fino ad allora illegali nel Paese; il 31 dicembre inoltre gli elettori votarono i primi 15 rappresentanti al Consiglio nazionale, Camera alta apartitica la cui composizione fu completata nel successivo mese di gennaio. Le consultazioni per l’Assemblea nazionale – Camera bassa del Parlamento – si tennero nel marzo del 2008 e videro la netta affermazione del Druk phuensum thsogpa (Partito per la pace e la prosperità del Bhutan, DPT), che si aggiudicò 45 seggi contro i 2 del People’s democratic party (PDP). Il Parlamento democraticamente eletto provvide ad adottare la Costituzione, frutto di un lavoro cominciato nel 2001 e le cui bozze erano state oggetto di consultazioni nel Paese per volontà della corona. La Carta garantiva la libertà di parola, di espressione e di religione, sanciva la separazione dei poteri e definiva l’assetto istituzionale del Paese; problematiche apparivano tuttavia le disposizioni in materia di cittadinanza, in base alle quali dal godimento di tale diritto risultavano esclusi molti membri della comunità nepalese in Bhutan. Il testo prevedeva inoltre l’obbligo per il re di abdicare raggiunti i 65 anni. Sempre per il 2008 erano state programmate le elezioni locali, che furono però rinviate al 2011 e in parte al 2012. Il Consiglio nazionale fu rinnovato nell’aprile del 2013, mentre nelle successive elezioni per la nuova Assemblea nazionale (maggio 2013 e secondo turno a luglio) fu il PDP ad aggiudicarsi la maggioranza dei seggi (32 su 47), segnando un pacifico cambiamento della forza di governo e certificando le positive evoluzioni del processo di consolidamento democratico del regno.
In politica internazionale, nel 2007 B. e India firmarono una nuova versione del trattato di amicizia tra i due Paesi, eliminando il riferimento alla ‘guida’ indiana nella politica estera bhutanese presente nel testo del 1949. Il regno proseguì inoltre il dialogo con la Cina per la risoluzione di alcune dispute territoriali, senza tuttavia instaurare con Pechino relazioni diplomatiche ufficiali.
Rimase parzialmente irrisolta anche la questione dei rifugiati bhutanesi di etnia nepalese, costretti a riparare in Nepal agli inizi degli anni Novanta a causa delle politiche discriminatorie adottate nei loro confronti in B.: nel 2014, circa 25.000 rifugiati erano ancora ospitati in due campi di accoglienza del Nepal.
Bibliografia: M. Turner, S. Chuki, J. Tshering, Democratization by decree: the case of Bhutan, «Democratization», 2011, 18, 1, pp. 184-210.