BIACCA o Bianco di piombo, cerussa (dal ted. bleich "pallido"; fr. céruse, blanc de plomb; sp. cerusa, albajalde; ted. Bleiweiss; ingl. white lead)
La composizione chimica di questo pigmento è carbonato di piombo basico, conosciuto certamente anche nell'antichità. Plinio (Nat. Hist., XXXIV, 54, XXXV, 19) ne descrive non solo le proprietà ma anche il metodo di fabbricazione che pare molto simile a quello usato dagli Arabi e dai Giapponesi. Nel Medioevo la produzione di questo preparato che veniva usato anche come medicamento, era monopolizzato dagli Olandesi e dai Veneziani. Nel sec. XVIII si stabilì (Bergmann) la vera composizione della biacca e da allora si studiarono vari metodi razionali per la fabbricazione industriale. La biacca è una polvere bianca amorfa, pesante, che unita con olio di lino cotto (100 parti di pigmento e 30 di olio) dà una pittura di ottimo potere ricoprente e di lunga durata, usata quindi anche per lavori esposti all'esterno degli ambienti. Le ragioni di questa resistenza pare siano dovute alla formazione di un sapone di piombo, tra gli acidi grassi dell'olio e l'idrato di piombo, e anche alle minime dimensioni dei microscopici granuli costituenti il pigmento, in confronto a quelli degli altri colori bianchi. Le pitture di biacca hanno più o meno il difetto di annerire se esposte alle emanazioni solfidriche, perché può avvenire la formazione di solfuro di piombo che è nero. Pare che risentano poco di questo inconveniente quelle che contengono più carbonato e meno idrato di piombo; probabilmente esse hanno servito ai pittori d'altri tempi.
Oltre che per le pitture propriamente dette, la biacca, unita ad argilla ed ocre, serve meglio di tutti gli altri prodotti alla confezione dei mastici o stucchi necessarî per rendere liscia la superficie, specialmente se metallica, sulla quale poi vengono applicate le pitture.
La biacca come tutti i composti di piombo è velenosa e si è discusso a lungo anche in congressi internazionali per tutelare chi si occupa della sua fabbricazione e della sua applicazione. La malattia generata dalla biacca è conosciuta col nome di saturnismo (v. piombo). Questa malattia abbastanza frequente nei tempi passati è ora ridotta a proporzioni assai minori per i miglioramenti igienici apportati nei locali di fabbricazione, per la maggior pulizia imposta agli operai e per aver introdotto l'abitudine di far usare al verniciatore la biacca già impastata con l'olio, in modo da evitare la diffusione della polvere.
I processi di fabbricazione industriale della biacca furono parecchi e possono essere ricordati perché geniali e interessanti, quantunque la maggior parte siano stati abbandonati per ragioni igieniche o perché troppo costosi.
Il metodo più antico è quello chiamato olandese e consiste nel porre lamine sottili di piombo avvolte a spirale entro vasi di terra verniciati, nel fondo dei quali viene posto acido acetico diluito. Questi vasi si dispongono in strati sovrapposti, coprendo tutto con letame fresco di cavallo. Talvolta s'impiegano anche corteccie di quercia, residui di conceria, i quali hanno sul letame il vantaggio di non sviluppare acido solfidrico che può danneggiare la bianchezza del prodotto. La fermentazione del letame genera anidride carbonica e riscalda la massa: per azione dell'elevazione di temperatura si svolgono vapori di acido acetico che trasformano le lamine in acetato basico di piombo, il quale in contatto con l'anidride carbonica diventa prima carbonato neutro e poi carbonato basico di piombo.
Queste operazioni durano più di un mese. Le lamine vengono poi battute e strofinate meccanicamente per staccare la biacca formatasi e separata dal piombo metallico non ancora intaccato. Si procede quindi a separazioni, lavaggi e macinazione per ottenere una polvere impalpabile. Se la biacca contiene ancora piccole quantità di acido acetico costituisce il bianco duro; se questo è tutto eliminato, il bianco tenero. Talvolta, specialmente nel passato, la biacca veniva posta in commercio in coni più o meno grandi che si possono ottenere versando il prodotto ancora in pasta acquosa, entro forme di terra porosa e ponendolo in forni fino a completa essiccazione.
Il principio del processo olandese è la base del metodo inglese, che è molto simile a questo, e del tedesco, che è quello in uso attualmente anche nelle fabbriche di Genova.
Consiste nell'appendere lamine di piombo piegate e poste su bastoni di legno, entro camere anch'esse di legno o in muratura (biacca camerale) dove giungono vapori di acido acetico ed aria. Per effetto dell'acido e dell'ossigeno si forma in pochi giorni l'acetato di piombo; allora si fa arrivare l'anidride carbonica che dà luogo alla formazione della biacca. Recentemente invece delle lamine si è usato piombo in polvere, ottenuto facendo arrivare un filo di piombo fuso sopra un piattello girante a grande velocità che proietta tanti piccoli granellini di piombo contro le pareti del recipiente. La polvere di piombo viene attaccata da un miscuglio gassoso formato di vapori d'acqua, acido acetico, aria, ossigeno e anidride carbonica. Questo procedimento accelera molto la formazione della biacca.
I metodi ora descritti (olandese, inglese e tedesco) partono tutti dal piombo metallico, mentre il metodo francese (Clichy) parte da una soluzione di litargirio (protossido di piombo) in acido acetico, sulla quale si fa agire direttamente l'anidride carbonica gassosa.
La biacca ottenuta con questo procedimento è assai bianca e più leggiera della biacca camerale, ha però minore potere ricoprente e si chiama biacca di precipitazione.
Vi è anche un processo misto, ora molto usato in Germania e in Italia (Milano); esso parte dal piombo metallico ridotto in sottilissimi fili, che viene messo in apposite torri dove arriva una soluzione diluita di acido acetico e una corrente d'aria sotto pressione di circa 4 atmosfere. Formatosi in tal modo l'acetato basico di piombo vi si fa agire l'anidride carbonica per la formazione della biacca di precipitazione.
La biacca si può ottenere anche con svariati processi elettrolitici. Uno dei più comuni consiste nel porre in un recipiente soluzioni diluite di nitrato di sodio, carbonato di sodio e sodio idrato; al polo positivo si mette una lastra di piombo e al negativo una di rame. Passando la corrente, per le complesse reazioni chimiche che avvengono la lastra di piombo si copre di polvere bianca che è appunto carbonato basico di piombo.
Per la pittura artistica si usano biacche speciali vendute in panetti o in puntine, contenenti quasi esclusivamente carbonato di piombo neutro, che prendono i nomi di biacca Pleiter, bianco di Krema, bianco d'argento e che resistono maggiormente all'azione degli agenti atmosferici.
Il consumo della biacca è grandissimo e la sua fabbricazione forma una branca importante dell'industria chimica, specialmente in Germania, Inghilterra, Austria e Stati Uniti d'America. Anche da noi se ne fabbrica molta, specialmente nella Liguria e in Lombardia, e se ne esporta in quantità rilevante.