biada (biado)
" Messi ", " cereali " in genere: Non sien le genti, ancor, troppo sicure / a giudicar, sì come quei che stima / le biade in campo pria che sien mature (Pd XIII 132); Cerere, la quale dissero dea de la biada (Cv II IV 6); che biado non vi grana (Detto 103). In senso figurato, le buone biade rappresentano i doni dello Spirito Santo (Cv IV XXI 12), mentre la similitudine delle b. che tutte quante si somigliano quando sono ancora in erba e poi, crescendo, si vengono per processo dissimigliando, serve a spiegare come l'amore naturale e l'amore d'animo al principio quasi non si distinguano, e solo in seguito manifestino la loro differenza (Cv IV XXll 5, due volte; tre volte nell'ediz. Moore).
In Pg Il 124 con biado o loglio vengono indicati i granelli di b. o di loglio, cibo dei colombi.
Talvolta il vocabolo costituisce uno dei termini di un'opposizione lessematica dalla quale acquista un più preciso rilievo semantico. Di fronte a ‛ erba ' mette in risalto la sua natura di vegetale seminato dall'uomo, in contrapposizione alla vegetazione spontanea: [la fenice] erba né biado in sua vita non pasce (If XXIV 109). Di fronte a ‛ pecore ' indica il frutto dell'attività agricola, contrapposta alla pastorizia: sanza danno di pecore o di biade (Pg XXXIII 51).
Mentre normalmente il termine si riferisce ai cereali in genere, indica in modo specifico i cereali meno nobili, in contrapposizione al grano, in tre passi del Convivio: pane di biado e non di frumento (I X 1; v. anche V 1); pane... purgato da le macule e da l'essere di biado (I XIII 11).