BIAGIO d'Antonio da Firenze
Nacque a Firenze probabilmente negli anni intorno al 1445.
Fino al 1935 circa le opere che poi gli sono state riconosciute erano attribuite parte ad Andrea Utili e parte a Giovanni Battista Utili (Valgimigli, 1871; Argnani, 1881), poi al solo G. B. Utili (Venturi, 1893; Ricci, 1906; Giglioli, 1916; Berenson, 1936) o a Benedetto Ghirlandaio (De Francovich, 1926) o a "ignoto faentino" (Buscaroli, 1929, 1931). Il Grigioni identificò (1927) G. B. Utili con G. B. Bertucci e in seguito (1935) pubblicò i documenti faentini riguardanti Biagio d'Antonio consacrando quindi l'esistenza di questo artista, che E. Golfieri e A. Corbara (1947) furono poi in grado di identificare come autore di due opere citate negli stessi documenti esaminati dal Grigioni.Il primo documento che registra B. a Faenza è del 28 giugno 1476 (Grigioni, 1935, p. 217), e in esso il pittore è detto "de Florencia populi Sancti Laurentii". Si può quindi dedurre che egli fosse giunto a Faenza da poco tempo. A Faenza si trovava nuovamente nel 1483, quando i domenicani gli commissionarono (Grigioni, 1935, pp. 218 s.) la tavola per l'altar maggiore della chiesa di S. Andrea, riconosciuta dal Golfieri (in Atti..., 1947) nel trittico con Madonna e santi attualmente nella Pinacoteca comunale di Faenza. Il 9 nov. 1504 Antonia, vedova Bazzolini, gli commissiona la pala per la cappella Bazzolini nella chiesa dei francescani (Grigioni, 1935, p. 219), e la pala è stata identificata dal Corbara (in Atti..., 1947) con la tavola nella Pinacoteca di Faenza rappresentante la Madonna e i ss. Giovanni evangelista e Antonio da Padova.
Attraverso confronti stilistici e induzioni critiche sono state riunite intorno al nome di B. numerose opere (si veda l'elenco del Berenson, 1936, sotto il nome di G. B. Utili con le correzioni del Longhi nell'OfficinaFerrarese), che mostrano, quelle più antiche, echi lippiano-pesellineschi con riferimenti al giovane Rosselli.
Intorno al 1470 B. si sarebbe avvicinato al Verrocchio. Si è riconosciuta la sua mano nell'affresco di Cosimo Rosselli con il Passaggio del Mar Rosso nella Cappella Sistina, il che starebbe a dimostrare un viaggio dell'artista a Roma nel 1482. Dopo questa data le opere attribuite a B. oscillano fra i modi del Verrocchio e quelli del Ghirlandaio per poi finire, nel primo Cinquecento, col risentire anche della maniera di Filippino Lippi. Dopo il 1504 i documenti faentini tacciono di B., e si può arguire che egli sia ritornato a Firenze.
A Faenza sono certamente suoi gli affreschi con il Beato Enea e il Beato Giacomo Filippo Bertoni, staccati dalla sacrestia della chiesa dei serviti e attualmente nella Pinacoteca diocesana nel palazzo vescovile.
Poiché nessuna delle opere attribuite a B. sembra potersi assegnare a una data posteriore al 1510, è da credere che egli sia morto intorno a quella data; naturalmente solo documenti fiorentini potrebbero dar corpo alle induzioni della critica.
Recentemente (1965) R. Salvini ha proposto l'identificazione di B. con Biagio d'Antonio Tucci, rivelato dal Milanesi (G. Vasari, Le Vite..., III, Firenze 1878, p. 319 s.) fra i pittori che s'impegnavano nel 1482 a lavorare nel palazzo della Signoria di Firenze. La proposta è ragionevole, ma, benché quel poco che si conosce del Tucci (cfr. U. Thieme- F. Becker, Künstler-Lexikon, XXXIII, p. 469) non contrasti con i documenti faentini di B., prudenza vuole che si attenda il rinvenimento di prove documentarie più ampie o di opere che possano convalidare tale identificazione.
Bibl.: G. M. Valgimigli, Dei pittori e degli artisti faentini de' secc. XV e XVI, Faenza 1871, pp. 13 s., 25 s.; F. Argnani, La Pinacoteca com. di Faenza, Faenza 1881, pp. 8 s., 88; A. Venturi ,Nelle Pinacoteche minori d'Italia, in Arch. stor. dell'arte, VI (1893), pp. 409 s.; C. Ricci, Raccolte artist. di Ravenna, Bergamo 1905, p. 26 e fig. 53; Id.,Un gruppo di quadri di G. B. Utili, in Riv. d'Arte, IV(1906), pp. 137-41; A. Calzi, Il trittico di G. B. Utili, Faenza 1908; A. Messeri-A. Calzi, Faenza nella storia e nell'arte, Faenza 1909, pp. 384, 388, 393, 395, 526, 529, 532-534, 549; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, VII, 1, Milano 1911, p. 797; O. H. Giglioli, Affreschi inediti di G. B. Utili, in Boll. d'Arte, X(1916), pp. 83-86; C. Gamba, La Ca' d'Oro e la Collez. Franchetti,i bid., pp. 323, 326; P. Schubring,Cassoni, I, Leipzig 1923, p. 425 (nota 944); G. De Francovich, B. Ghirlandaio, in Dedalo, VI(1926), pp. 715, 720-8, 738 s.; C. Grigioni, È esistito il pittore faentino G. B. Utili?, in L'Arte, XXX (1927), pp. 259 ss.; R. Buscaroli, Un pittore faentino del sec. XV e un problema di critica d'arte, in Valdilamone, IX(1929), 3, pp. 99-113; R. van Marle,The development of the Italian Schools..., XIII, The Hague 1931, pp. 169, 176, 180 s., 183 s.; R. Buscaroli, La pittura romagnola del Quattrocento, Faenza 1931, pp. 265-81 (recens. di R. Pallucchini, in Ateneo Veneto, CXII[1933], p. 208); A. Corbara,Un nuovo dipinto del così detto "G. B. Utili", in Valdilamone, XIII (1933), 3, pp. 9-11; B. Berenson,Tre disegni di G. B. Utili da Faenza, in Riv. d'Arte, XV(1933), p. 31; Catal. dell'Esposiz. della Pittura ferrarese del Rinascimento, Ferrara 1933, p. 86; A. Corbara, Ancora sull'Utili, in Valdilamone, XIV(1934), I, pp. 9 s.; C. Grigioni,La pittura faentina dalle origini..., Faenza 1935, pp. 178, 194-219, 254, 297, 721-25; B. Berenson, Pitture ital. del Rinascimento, Milano 1936, pp. 502-4; A. Corbara, La pittura faentina, in Melozzo da Forlì, I(1938), n. 4, pp. 210-212; L. Becherucci, Mostra di Melozzo e del Quattrocento romagnolo (catal.), Bologna 1938, pp. 85-94 (cfr. le recens. di R. Buscaroli, in Boll. d'Arte, XXXI[1938], pp. 83-5, e di C. Grigioni, in Melozzo da Forlì, II[1939], n. 6, p. 327); E. Golfieri-A. Corbara, B. d'A. pittore fiorentino in Faenza, in Atti e Mem. dell'Accad. fiorentina..., La Colombaria, n.s., I (1943-46), Firenze 1947, pp. 435-454; C. Grigioni, Due opere ignote del pittore B. d'Antonio da Firenze, in La Piè, XIX (1950), pp. 10-12; R. Longhi, Officina ferrarese 1934... 1940 e... 1940-45, Firenze 1956, pp. 101, 115; L. Mortari, Mostra d'opere d'arte in Sabina dall'XI al XVII sec. (catal.), Roma 1957, pp. 42 s.; F. Zeri, Un riflesso di Antonello da Messina a Firenze, in Paragone, IX(1958), n. 99, pp. 16-21; A. Martini, La Gall. dell'Acc. di Ravenna, Venezia 1959, p. 31; G. Gamulin, Bogorodica s djetetom i dva andela od Biaggia d'Antonia…, in Zagreb, Zagabria 1960, pp. 3-6; F. Russoli, La Raccolta Berenson, Milano 1962, tav. LXV; E. Golfieri, Pinacoteca di Faenza, Faenza 1964, nn. 6, 7; R. Salvini, La Cappella Sistina in Vaticano, Milano 1965, pp. 119 s., n. 59.