Biagio da Perugia
Lettore di D., vissuto nella seconda metà del XIV secolo, e forse nei primi anni del secolo XV, a Bologna, dove si era trasferito dalla città natale. Non sappiamo quando, ebbe l'incarico di leggere e commentare la Commedia nell'università degli Artisti, formata da studenti in lettere, filosofia e medicina. È caso veramente singolare che il maestro perugino, non ancora dottore - né sappiamo se abbia mai preso il cappello - sia salito in cattedra, ad insegnare retorica e, quel che più sorprende, a leggere nei giorni festivi e pubblicamente D. in una città ricca di fermenti culturali, che contava insigni maestri, specie nel giure, e una schiera numerosa di grammatici per il rifiorire, sullo scorcio del Trecento, delle arti liberali. B. doveva avere dimostrato in precedenza capacità e qualità di commentatore, oltre a entusiasmo per D., altrimenti non sarebbe stato chiamato a sì alto incarico quando ancora non era spenta l'eco dell'interpretazione data, giusto venti anni prima nello Studio bolognese, da Benvenuto da Imola. La sola magra notizia su questo eccezionale, ma precario lettore di D., è nel registro delle Bollette degli Stipendiari per il biennio 1395-96, c. 120r, sotto il titolo " Ad lecturam Rethoricae et Dantes ", riferita al secondo semestre del 1395: " Magister Blaxius de Perusio, ellectus ad lecturam Rethoricae per Universitatem, cum salario librarum quinquaginta bon. solvendarum, in duobus terminis ut supra, non obstante quod non sit doctoratus. Et tenetur legere librum Dantis in diebus festivis ". Si tratta di una delle tante imputazioni di spesa, che affollano il registro, per lettori pubblici, ufficiali e ordinari, ai quali il Perugino è equiparato per la spesa, non necessariamente per l'ammontare del pagamento.
Forse l'occasionale lettura ha avuto troppo breve durata, oppure è stata sì modesta da non suscitare alcuna eco, quando non proprio sia stata la morte a troncarla: B. è ignorato dagli storici perugini, così scrupolosi sempre nel ricordare anche le minime cose della loro patria. Fu G. Livi, su indicazione di U. Dallari, a riportarlo alla ribalta della storia.
Bibl. - G. Livi, D. e Bologna, Bologna 1921, 59-60; " Boll. Deputazione st. patria per l'Umbria " XXV (1922) 318-320.