REBECCA, Biagio
REBECCA (Ribeca, Rebecchi), Biagio. – Nacque in Osimo il 12 maggio 1731 da Giovan Battista Ribeca e da Maria Arcangela Baldassari. L’atto di battesimo (Osimo, Archivio storico vescovile, Libri dei battezzati, n. 14, 1727-38, c. 65v; Marchegiani, 2011, p. 85) attribuisce l’imprecisata qualifica di «mastro» al padre e precisa l’anno di nascita di Biagio, ritenuto il 1735, desumendolo la letteratura inglese dal necrologio del distinto artefice dell’epoca di Giorgio III, come pure le origini marchigiane. Formatosi a Roma, Biagio «Rebecchi» abitava nel vicolo dei Leutari presso il maestro accademico Francesco Caccianiga (Landolfi, 2004, p. 366) quando nel 1750 vinse il secondo premio Clementino nella seconda classe di pittura con il disegno Giuseppe interprete dei sogni (I disegni, 1989, n. A.363).
Sola altra notizia coeva, l’antiporta del primo volume degli Annales Ordinis Praedicatorum per i tipi dei Pagliarini, che disegnò e incise (1756).
Il 27 giugno 1760 (Ford, 1956-58, p. 41) emigrò in Inghilterra come «assistant in Portrait Painting» del londinese George James ([West], 1808, p. 141). Sciolto poi il sodalizio, fu decisiva la collaborazione con Giovanni Battista Cipriani, giunto nel 1755 con l’architetto William Chambers. Il pittore toscano, che certo ne favorì da socio fondatore l’iscrizione il 31 gennaio 1769 alla Royal Academy of arts appena inaugurata – si mentì sull’età per eludere i requisiti di «young Student» (Marchegiani, 2011, p. 92) –, lo introdusse in grandi imprese di decorazione d’interni: architetti i fratelli Adam, i Wyatt, William Chambers, Henry Holland e James «Athenian» Stuart.
Eccelse nelle parietali grisailles imitanti bassorilievi all’antica e nelle policrome vignette incastonate in fini «ceilings»: come quelle degli dei e delle stagioni ([Shaw], 1788, p. 250: dizione «Rebecchi», presto mutata in «Rebecca») nel soffitto disegnato nel 1769 in «Palmyran taste» da Robert Adam e stuccato da Joseph Rose per la «Long Gallery» di Harewood House (West Yorkshire), dimora compiuta nel 1771.
Già cinque tele copricamino in grisaille per la residenza di sir John Griffin ad Audley End (Essex), di cui Adam curava l’ammodernamento, pagate il 12 dicembre 1769 (ne restano quattro; Gilbert - Wells-Cole, 1985, nn. 58-61), avevano conquistato il favore del mecenate. Ai cartoni dell’Ultima Cena e dei Re Magi per le finestre della nuova cappella di Audley House dipinte da William Peckitt (1771-72; Williams, 1966, p. 31) seguì una galleria di ritratti di familiari e antenati, ripresi anche da stampe Tudor, pagata il 2 febbraio 1774: già citata dal parroco di Saffron Walden nell’atto di battesimo, il 24 dicembre 1772, di John Baptist, figlio «bastardo» avuto da Ann White, «servant» di sir Griffin, il quale si offrì di curarne il mantenimento (Saffron Walden, Essex, Parish register books, Baptisms, 1558-1793; John Baptist, futuro architetto attivo a Londra e nel Sussex, morì nel 1847; Directory, 2001).
Nel 1769-72 lavorò a Londra con Cipriani, per Chambers, agli elementi decorativi da comporre nei soffitti della biblioteca e della sala da pranzo di Woburn Abbey (Bedfordshire), del duca di Bedford (Beard, 1966, p. 86); frattanto decorò la casa di lord Melbourne a Piccadilly (Torrens, 1878, p. 18). Nel maggio 1771, con alcuni soci fondatori della Royal Academy diretti da Cipriani, Rebecca cooperò alla transparency ideata per la facciata della Old Somerset House da Chambers per il genetliaco di Giorgio III (Lyles - Hamlyn, 1997, n. 22). Nominato «associate» il 27 agosto 1771, espose alla terza exhibition accademica il quadro Hagar and Ishmael, dedicato a sir Griffin, come già la grisaille presentata nel 1770 alla seconda mostra; nel 1772 espose A sacrifice to Minerva (Graves, 1906, p. 245).
In tale anno preparò altri cartoni per Peckitt, con patriarchi e profeti per tre finestre della cappella del New College a Oxford (Brighton - Sprakes, 1990, pp. 383, 396-398, 411), quindi le figure dipinte tra il 1773 e il 1774 per il finestrone occidentale della cattedrale di Exeter (Peckitt, 1817, p. 392), e ancora nel 1793 quelle per alcune nuove vetrate del transetto della cattedrale di York.
Dall’ottobre 1775 alla fine degli anni Ottanta lavorò per Heaton Hall a Prestwich (Lancashire), progettata per lord Grey da James Wyatt (1772-78), iniziando dalla «Dressing Room» di lady Egerton (Lomax, 1983, p. 79), cugina di lord Scarsdale, signore di Kedleston Hall (Derbyshire).
Alla magnificenza di quest’altra dimora Rebecca contribuì con i venti monocromi di antichi sacrifici per il vestibolo corinzio e con grisailles alternate a «ruins» di Hamilton nel «Saloon», tholos ispirata al Pantheon (1765-70 circa; [Young], 1771, p. 193; Britton - Wedlake Brayley, 1802, p. 414). Preceduto nella prima metà degli anni Sessanta da Samuel Wyatt, all’epoca soprastante di Adam (Lomax, 1983, p. 62), Rebecca fu assunto a Heaton Hall (dove brillò di grazia la «Etruscan Cupola Room») dopo che si erano incrinati i rapporti con gli Adam per lo scandalo di Audley End.
Collaborò con i Wyatt (Dale, 1956, pp. 29-32, 37-40, 55 s., 98) al Pantheon di Oxford Street a Londra (1772), per gli interni di Heveningham Hall (Suffolk, circa 1780-84) e per la biblioteca della Goodwood House (Sussex, 1790 circa).
Su progetto di Chambers, con Benjamin West e Angelika Kauffmann decorò nel 1780 il soffitto della «Council Chamber», designata per esposizioni, nella sede della Royal Academy alla Old Somerset House, con teste di Apelle, Archimede, Apollodoro e Fidia in tondi angolari (Leslie - Taylor, 1865, p. 289) e otto minori ritratti a chiaroscuro di artisti moderni (Baretti, [1781], pp. 26 s.). Con la pittrice svizzera ornò i soffitti della casa del duca di Argyll al n. 20 di Soho Square (Soho and its associations, 1895, p. 29).
Accreditato artista di corte (insegnò disegno e incisione alle figlie di Giorgio III; Angelo, 1828, p. 194), per la nuova sala del trono nel castello di Windsor dipinse medaglioni ideati da West di allegorie e altre figure, il più grande coi ritratti di profilo dei sovrani, retto dalla Virtù e dalla Religione (Exhibition, 1787, p. 271). Sue le decorazioni del «grand Saloon» del Marine Pavilion di Brighton, progettato nel 1787 da Holland per il principe di Galles (Wigstead, 1790, p.n.n.), e la monocroma Ascensione di Cristo, disegno di West, sul claristorio della cappella del Greenwich Hospital, ricostruito da Stuart (1779-89; Description, 1789, pp. 572 s.).
Una «large transparent picture by Rebecca, who paints the scenes for the Opera-House», fu illuminata la sera del 10 marzo 1789 presso il reale Kew Palace per salutare una guarigione del re (An Account, 1789, p. 252): successo già toccato alle transparencies di cui nel 1776 l’«ingenious Signor Rebecca» (Sands, 1987, p. 119) ornò il tempio di Apollo eretto nei londinesi Marylebone Gardens come sala da ballo per il «Festivale di Campagna» dato da mrs. Stuart.
Al 1790 datano le grisailles per quattro porte della distrutta Montagu House di Portman Square a Londra (Robinson Montagu, 1923, pp. 241 s.) e la mostra d’organo nella «Music Room» di Heaton Hall (Wilson, 1968, p. 75). Nel 1794 decorava la casa eretta da James Stuart per lord Anson al n. 15 di St. James’s Square nel 1763-65, epifania di «Greek Revival» (Lichfield, 1910).
Scenografo di corte, decorò i parapetti dei palchi dei teatri reali Covent Garden e Drury Lane (The Theatre Royal, 1970, pp. 50, 53), ricostruiti da Holland e riaperti rispettivamente nel 1792 e nel 1794.
Disegni vari di Rebecca incise Francesco Bartolozzi: nel 1772 un ritratto di William Beckford Esq. Twice Lord Mayor of London, su modello dello scultore Agostino Carlini, e il Ticket del Cox’s Museum; nel 1778 l’antiporta allegorica del secondo volume di A century of prints from drawings di Charles Rogers; fra il marzo e l’ottobre 1782 vignette per cinque dei 109 volumetti di The poets of Great Britain complete from Chaucer to Churchill (Edimburgo, 1777-1783); nel 1788 un ritrattino ovale del musicista Natale Tommaso Maggi, di Cividale del Friuli; nel 1794 il genio alato del biglietto d’annuncio di un concerto alle «Hanover Square Rooms». Del 1787 è la grande stampa incisa da James Heath dell’Apotheosis of Handel per il primo volume dell’edizione delle opere curata da Samuel Arnold.
Pregiudicarono la sua carriera accademica alcuni limiti di genere artistico e d’indole. Il pittore, che non apprese mai l’inglese e quasi dimenticò «his native language», ebbe «simplicity of manners» (coltivò la segreta passione per i vestiti lussuosi, «which he never wore, but had great gratification in looking at his wardrobe»; [West], 1808, p. 142). Ma fiorirono gli aneddoti sulle «wonderful imitations» (Hall Llanover, 1862), di cui il faceto pittore illusionista era capace. Erano specchi rotti, statue mutilate, teiere sporche su sofà, tappezzerie lacerate, braci ardenti su pavimenti, monete per terra, pasticcini su vassoi: esilaranti attentati al contegno di cortigiani, gentiluomini e gentildonne, stupefacenti abbagli anche per bimbi e «domestic animals», accuratamente studiati e inscenati a corte (e ad Audley End). L’infelice Giorgio III e la famiglia reale ebbero caro quel «comical genius»: «tricks», «nicknames» e «burlesque portraits» degni di un Pier Leone Ghezzi, caricature delle «frivolities and absurdities of certain important personages […] about the court», che spesso «excited the royal smile» (Angelo, 1828, pp. 199-202, 334, 430 s.).
L’artista finì nell’indigenza, alleviata negli ultimi tre anni da una pensione dell’Academy per membri bisognosi; morì il 22 febbraio 1808 nel suo alloggio di Oxford Street ([West], 1808, p. 142), avendo abitato fra il 1786 e il 1797 al n. 48 di Charlotte Street, nella stessa parrocchia di St. Pancras (The parish of St Pancras, 1949, p. 24).
Fonti e Bibl.: Osimo, Archivio storico vescovile, Libri dei battezzati, n. 14, 1727-38, c. 65v; Roma, Archivio storico dell’Accademia di S. Luca, Disegni di figura, a. 363; Saffron Walden (Essex), Audley End, Library, Picture Store; Parish register books, Baptisms, 1558-1793, 24 dicembre 1772; Civil parish records, Bastardy bonds, orders and related papers, 24 aprile 1773; Oxford, College archives, b. 33, Old chapel papers, secc. XVII-XVIII, c. 64.
[A. Young], The farmer’s tour through the east of England, I, London 1771; G. Baretti, A guide through the Royal Academy, London s.d. [1781], pp. 26 s.; Exhibition of art at Windsor Castle. Extract of a letter from a gentleman at Windsor, to a friend in London (October 2, 1787), in The English Lyceum, a cura di J.W. von Archenholtz, I, Hamburg 1787, pp. 264-272 (in partic. p. 271); [S. Shaw], A tour, in 1787, from London, to the Western Highlands of Scotland, London s.d. [1788], p. 250; An account of the illuminations on his Majesty’s happy recovery, in London Review and Literary Journal for March, 1789, pp. 251-253; Description of the New chapel at Greenwich hospital, in The Lady’s Magazine, XX, (1789), 9, pp. 571-573; H. Wigstead, An excursion to Brighthelmstone, made in the year 1789, London 1790; J. Britton - E. Wedlake Brayley, The beauties of England and Wales, III, London 1802; [B. West], Mr. Rebecca, in The Examiner, London, 28 febbraio 1808, pp. 141 s.; H. Peckitt, Mr. Peckitt’s proficiency in glass-staining, in The Gentleman’s Magazine, maggio 1817, pp. 391 s.; H.C.W. Angelo, Reminiscences of Henry Angelo..., London 1828; A. Hall Llanover, The Autobiography and correspondence of Mary Granville, Mrs. Delany: with interesting reminiscences of king George the third and queen Charlotte, III, London 1862, p. 400 nota 1; C.R. Leslie - T. Taylor, Life and times of sir Joshua Reynolds, II, London 1865, p. 289; W.T.McC. Torrens, Memoirs of the right honourable William second viscount Melbourne, I, London 1878, p. 18; Soho and its associations, historical, literary, & artistic, a cura di G. Clinch, London 1895, p. 29; A. Graves, The Royal Academy of arts. A complete dictionary of contributors and their work from its foundation in 1769 to 1904, VI, London 1906, p. 245; Lichfield house, No. 15 St. James’s square, in The Architectural Review, XXVII (1910), 162, pp. 273-279; A.T. Bolton, The architecture of Robert & James Adam, 1785-1794, I, London 1922, pp. 10, 175, 240; E. Robinson Montagu, Mrs. Montague «Queen of the Blues». Her letters and friendships from 1762 to 1800, a cura di R. Blunt, London 1923, pp. 241 s.; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXVIII, Leipzig 1934, p. 63; The parish of St Pancras, III, Tottenham Court Road and neighbourhood, a cura di J.R. Howard Roberts - W.H. Godfrey, (Survey of London, XXI), London 1949, p. 24; A. Dale, James Wyatt, Oxford 1956; B. Ford, The letters of Jonathan Skelton written from Rome and Tivoli in 1758..., in Walpole Society, XXXVI (1956-58), pp. 23-84; E. Croft-Murray, R., B. (b. 1735; d. 1808), in Id., Decorative painting in England 1537-1837, II, London 1962, p. 258; G. Beard, Georgian craftsmen and their work, London 1966, pp. 68, 86, 88; D. Stroud, Henry Holland. His life and architecture, London 1966, pp. 56, 75, 88, 106, 113, 122; M.I. Wilson, The English chamber organ. History and development 1650-1850, Oxford 1968; J. Harris, Sir William Chambers knight of the Polar star, London 1970, pp. 57, 104, 227, n. 87, 234, n. 100, 254, n. 145 e tav. 90; The Theatre Royal, Drury Lane, and The Royal Opera House, Covent Garden, a cura di F.H.W. Sheppard, (Survey of London, XXXV), London 1970 pp. 50, 53, 56; J. Lomax, The first and second earls of Wilton and the creation of Heaton House, in Transactions of the Lancashire and Cheshire Antiquarian Society, LXXXII (1983), pp. 58-101 (in partic. pp. 62, 77, 79-81, 97); C. Gilbert - A. Wells-Cole, The fashionable fireplace 1660-1840, Leeds 1985, pp. 47 s., nn. 59-61; M. Sands, The eighteenth-century pleasure gardens of Marylebone, 1737-1777, London 1987, pp. 119, 128; I disegni di figura nell’Archivio storico dell’Accademia di San Luca, II, Concorsi e Accademie del secolo XVIII (1702-1754), a cura di A. Cipriani - E. Valeriani, Roma 1989, p. 209, n. A.363; T. Brighton - B. Sprakes, Medieval and georgian stained glass in Oxford and Yorkshire. The work of Thomas of Oxford (1385-1427) and William Peckitt of York (1731-95) in New College Chapel, York Minster and St James, High Melton, in The Antiquaries Journal, LXX (1990), 2, pp. 380-415; A. Lyles - R. Hamlyn, British watercolours from the Oppé Collection with a selection of drawings and oil sketches (catal.), London 1997, p. 80, n. 22; Directory of British architects, 1834-1914, a cura di A. Brodie, II, London 2001, p. 443; M. Forbes Adam, R., B. (1734/5-1808), in Oxford Dictionary of national biography..., a cura di H.C.G. Matthew - B. Harrison, XLVI, Oxford 2004, p. 244; R. Landolfi, Parrocchia di San Lorenzo in Damaso, in Artisti e artigiani a Roma, I, Dagli stati delle anime del 1700, 1725, 1750, 1775, a cura di E. Debenedetti, Roma 2004, pp. 279-434 (in partic. p. 366); C. Marchegiani, Le origini italiane di un «faceto» pioniere del Neoclassicismo inglese: B. R. da Osimo, in Opus. Quaderno di storia dell’architettura e restauro, 2011, n. 11, pp. 83-94.