BIANCOLELLI, Pietro Francesco, detto Dominique
Figlio di Giuseppe Domenico e di Orsola Cortesi, nacque a Parigi il 20 sett. 1680. Fu educato presso un collegio di gesuiti e, terminati gli studi classici, vestì la maschera di Arlecchino per unirsi a una compagnia girovaga di provincia (quella della Comédie italienne era stata sciolta nel 1697), diretta da Giuseppe Tortoriti, detto Pascariello, del quale poco tempo dopo sposò la figlia Jeanne-Jaquette, detta Marinette.
Dopo questa prima esperienza nella provincia francese, il B. si trasferì insieme con la moglie in Italia, e recitò a Venezia, Milano, Parma, Mantova, Genova. Ritornò poi in Francia e fu a Marsiglia e a Lione, quindi nel 1710 a Parigi per essere scritturato nella compagnia di J. Levesque de Bellegarde; durante la fiera di St.-Germain del 1712 fu ingaggiato nella compagnia diretta da Giovan Battista Costantini, detto Ottavio. L'anno seguente (1713) recitò a Marsiglia e ad Avignone; nel 1714 di nuovo a Parigi, per la fiera di St.-Laurent, venne scritturato dall'impresa di L. Gauthier de St.-Edme, ottenendo un grande successo in commedie quali Arlequin gentilhomme par hazard e Les deux Pierrots, nella quale sostenne il ruolo di Pierrot a viso scoperto.
Nel 1717, per intervento del reggente, duca d'Orléans, il B. entrò alla Comédie italienne. Direttore della nuova compagnia stabile italiana era L. Riccoboni, con il quale egli iniziò una feconda collaborazione. La fine della fiera di St.-Laurent del 1717 vide un solo teatro traboccante di pubblico, quello in cui recitava il nuovo Arlecchino. Alla riapertura della Comédie italienne, l'11 ott. 1717, il B. debuttò con La force du naturel, canovaccio in tre atti di N. Fréret: l'incasso fu notevole, ma il successo scarso. La presenza del famoso Arlecchino Thomassin (Visentini), beniamino del pubblico parigino, aveva fatto assegnare al B. il ruolo di secondo zanni, con la maschera di Pierrot. L'insuccesso indusse il Riccoboni ad affidargli una maschera più congeniale all'Arlecchino che il B. era sempre stato. Fu scelta quella di Trivellino, secondo zanni, molto affine, e non solo per il costume, a quella di Arlecchino. Con Les ignorants devenus fourbes par intérêt, canovaccio in un atto del Riccoboni e dello stesso B. (rappresentato il 13 ott. 1717), il carattere del personaggio con le sue doti di spirito e di maliziosa furberia risultò ben definito: Trivellino entrò così nella categoria dei servi avventurieri, ponendosi come una varietà del Brighella.
Con questo primo lavoro il B. inaugurò una lunga collaborazione col Riccoboni, con G. A. Romagnesi, con M. A. Legrand, col Riccoboni figlio, che fruttò una sessantina circa di pièces, costituite in massima parte da parodie. Il più grande successo l'ottenne con l'Oedipe travesti, parodia dell'Oedipe di Voltaire (scrittore fra i più bersagliati dallo spirito mordace del B.), rappresentato il 17 apr. 1719, che risollevò le sorti della compagnia in quel tempo alquanto decadute. Il copione fu realizzato con uno spirito satirico veramente eccezionale e rivelò una straordinaria abilità nell'imitazione e contraffazione degli attori e del repertorio della Comédie française.
Il B. era ballerino, cantante e fantasista di prim'ordine, capace di recitare sotto le spoglie di una fanciulla con una grazia densa di irrefrenabile comicità. Alla sua penna è attribuita la parodia di una nota opera del Monteclair, Les fêtes de l'été, coltitolo Le pèlerinage de la foire. Les plaisirs de la campagne ou le triomphe d'Arlequin, rappresentata il 14 sett. 1714 con grande successo, che registrò la nuova infiltrazione dell'Opéra comique nella commedia dell'arte.
Col Romagnesi e il figlio del Riccoboni, Francesco, il B. formò un famoso trio di autori-attori di grande richiamo per le eccezionali qualità; la perfetta conoscenza della lingua francese e la sperimentata abilità di fantasista gli assegnarono il ruolo preminente nel trio e la responsabilità principale nella direzione degli spettacoli. Un posto di grande rilievo godeva nell'ambito della stessa Comédie italienne, della quale assunse anche la direzione, quando nel 1730 Luigi Riccoboni si allontanò da Parigi per recarsi a Modena.
Fra le più applaudite parodie scritte dal B. in collaborazione con F. Riccoboni e col Romagnesi si ricordano: La critique d'Artémise, dalla tragedia di Voltaire, rappresentata la prima volta il 15 febbr. 1720 con scarso successo e parodiata con straordinaria fortuna il 10 marzo dello stesso anno; la parodia di Danaé, dello stesso Voltaire, con la quale inaugurarono il teatro del borgo St.-Laurent il 25 luglio 1721; Les comédiens esclaves (10 ag. 1726); Pyrame et Thisbé (9nov. 1726); Médée et Jason (28 maggio 1727); L'île de lafolie (24 sett. 1727); Les amusements à la mode (21 apr. 1732). Anche in collaborazione con M. A. Legrand scrisse varie parodie come Les amours aquatiques (23 sett. 1721), Le mauvais ménage (19 maggio 1725) e soprattutto Agnès de Chaillot, parodia di Inés de Castro di A. Houdard de La Motte, che ebbe un successo spettacolare e fu ripresa infinite volte.
Colpito da grave malattia, il B. fu costretto a ritirarsi dalle scene e poco tempo dopo morì, il 18 apr. 1734.
Lasciò anche una traduzione delle Odi di Orazio. Una raccolta di commedie, pubblicata nel 1713 ad Anversa, Nouveau Théâtre italien..., comprende: Le prince généreux,ou le triomphe de l'amour; La femme fidéle,ou les apparences trompeuses; Arlequin gentilhomme par hazard; L'école galante, ou l'art d'aimer (rappresentata a Lyon il 26 sett. 1710 per tre mesi consecutivi col più grande successo). Molte altre commedie rimasero manoscritte e di esse oggi non si ha più notizia precisa.
Da Jeanne-Jaquette il B. non ebbe figli. Ma, ricoverata la moglie in manicomio, dove morì il 12 ott. 1755, si unì con una giovane attrice della compagnia, Marie Thérèse De Lalande, dalla quale ne ebbe diversi: la più celebre fu Maria Teresa, nata nel 1723 e nota come "M.lle Biancolelli". Educata alle scene da Silvia, la grande Giovanna Benozzi, debuttò il 10 febbr. 1738 con una parte di amorosa nella commedia La surprise de la haine di L. de Boissy. Come le altre donne della famiglia Biancolelli, prese il nome di Colombina, recitando per molti anni commedie italiane e francesi. Nel 1762 si ritirò dalle scene; era ancora viva nel 1788.
Bibl.: F. e C. Parfaict, Hist. de l'ancien théâtre italien, Paris 1753, pp. 65-68; M. Sand, Masque et bouffons, comédie italienne, Paris 1862, I, pp. 59, 116; E. Campardon, Les spectacles de la foire, Paris 1877, I, p. 264; II, p. 349; Id., Les comédiens du roi de la troupe italienne..., II, Paris 1880, pp. 65-67; L. Rasi, I comici ital., Firenze 1897, pp. 443-445; T. S. Gueullette, Notes et souvenirs sur le théâtre italien au XVIII siècle, a cura di J. E. Gueullette, Paris 1938, pp. 30-31, 39, 64-65; X. De Courville, Un apôtre de l'art du théâtre au XVIII siècle. L. Riccoboni dit Lelio, Paris 1945, II, pp. 101-104; G. Attinger, L'ésprit de la commedia dell'arte dans le théâtre français, Neuchâtel 1950, pp. 329 ss.; Encicl. dello Spett., II coll. 467 s.