BIANCOLI, Oreste, conte
Patriota, nato a Bagnacavallo nel 1807, morto a Ravenna il 7 maggio 1886. Partecipe nella rivoluzione del 1831, era stato carcerato e condannato senza processo, con relegazione a Ferrara, quindi a Bologna, dove godette di una relativa libertà personale, a condizione che rinunciasse a cospirare. S'intese invece con quelli che prepararono il moto romagnolo del 1843, fallito il quale fuggì in Francia, dove gli fu assegnato il deposito di Châteauroux. Tornò in Italia quand'ebbe notizia dell'altro tentativo rivoluzionario del 1845, ma riprese presto la via dell'esilio, in Francia e in Algeria, da dove non tornò in patria prima della fine del 1847, non avendo voluto aderire alle condizioni dell'amnistia pontificia del luglio dell'anno precedente. A Bologna fu chiamato a pubbliche cariche, partecipando al comitato di pubblica sicurezza e assumendo la direzione della polizia. Proclamata la Repubblica Romana (9 febbraio 1849), il B. fu nominato preside di Bologna; ma avvicinatisi gli Austriaci a quella città (maggio 1849) il B. si dimise, affidandone la difesa al municipio. Ebbe per questo suo contegno fieri rimproveri dall'assemblea costituente romana; e più tardi giustificò il suo operato in un opuscolo (Suġli avvenimenti di Bologna del maggio 1849) pubblicato a Genova, dove si era rifugiato. Colà rimase alcuni anni, legato da vincoli d'amicizia a L.C. Farini; e s'accostò al Cavour e all'elemento moderato. Fu deputato all'assemblea della Romagna (1859) e al parlamento subalpino per la VII legislatura, infine, entrato nei pubblici uffici, fu nominato capo-divisione per la pubblica sicurezza al Ministero dell'interno, ma si dimise in seguito ai gravi disordini torinesi per la convenzione di settembre (1864).