BIARRITZ (A. T., 35-36)
Città marittima della Francia sud-occidentale nel dipartimento dei Bassi Pirenei. È in splendida posizione nell'estremità più interna del Golfo di Guascogna a 8 km. da Baiona. Il suo nome deriva dal basco Miarritze, che significa "lingua di roccia": la città vecchia infatti si stende quasi completamente su un promontorio che si spinge nel mare e termina col promontorio dell'Atalaye. A est di questo promontorio si estende sino al capo San Martino la parte conosciuta col nome di Grande Plage; la più bella e la più frequentata, con casini, alberghi, ville e moderni stabilimenti di bagni. A ovest dell'Atalaye invece vi è prima la piccola insenatura del Port-Vieux e poi la "Côte des Basques", costituita da alte scogliere. Biarritz è stazione balneare di prim'ordine e inoltre stazione climatica invernale e stazione termale, gode d'un clima dolce e regolare, ha una magnifica spiaggia e delle sorgenti minerali clorurato-sodiche forti, fredde, utilizzate nello stabilimento termale (Les Thermes Salins) per bagni, docce, irrigazioni, compresse. Vi si curano le metriti, le salpingiti, i fibromi, la sterilità femminile, il rachitismo, le forme scrofulari, le tubercolosi locali. Gli abitanti di Biarritz, che erano solo 2048 nel 1851, erano saliti a 20.776 nel 1926. Essi sono generalmente dediti alla pesca ovvero vivono per il gran movimento della città: si calcola infatti che ogni anno affluiscano a Biarritz mezzo milione di persone. Due tramvie elettriche e una ferrovia a scartamento ridotto uniscono la città a Baiona, e inoltre essa è servita dalla grande linea costiera percorsa dai treni internazionali che fanno comunicazione tra la Francia e la Spagna.
La vecchia località basca apparteneva una volta al paese di Labourd ed è ricordata nel sec. XII come centro importante per la pesca delle balene. Tale pesca però cessò presto, poiché le balene furiosamente cacciate emigrarono verso il Mare del Nord e già nel sec. XIII Biarritz era in completa decadenza. Solo nel sec. XIX la città acquistò la fama, che rapidamente crebbe, dopo che fu scelta come luogo di soggiorno dall'imperatore Napoleone III, il quale aveva l'abitudine di passarvi, insieme con la famiglia, una stagione tutti gli anni.
La voga si è mantenuta e ora Biarritz è, come abbiamo detto, luogo di soggiorno molto ricercato da Inglesi, Spagnoli, Francesi e Russi.
Tra gli edifici più notevoli di Biarritz vanno ricordati: la chiesa parrocchiale, in parte del sec. XI, in parte del XVI; la Villa Eugenia, antica residenza dell'imperatrice, stile dell'ultimo periodo del Rinascimento, ora trasformata in Casino; il magnifico Grand-Casino con la terrazza che domina l'oceano e molte altre ville di grande eleganza.
Bibl.: A. Germond De Lavigne, Biarritz et autour de Biarritz, Parigi 1884; De Joantho, Biarritz illustrée, Biarritz 1885; J. Lobit, Biarritz, ses ressources hygiéniques et thérapeutiques, Biarritz 1900.
Il Convegno di Biarritz. - Ebbe luogo fra il 4 e l'11 ottobre 1865, fra Napoleone III e il conte di Bismarck, su questa spiaggia dove l'imperatore soleva villeggiare nell'autunno con l'imperatrice Eugenia, adunando una corte numerosa. Si usciva allora da una pericolosa tensione fra l'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe e il re Guglielmo di Prussia, per la questione dei ducati del Jutland. All'ultima ora si erano accordati col patto di Gastein, che assegnava provvisoriamente il Holstein all'Austria e lo Schleswig alla Prussia, mentre il Lauenburgo era comprato con moneta sonante dalla Prussia.
Queste transazioni erano state censurate dal ministro degli esteri francese Drouyn de Lhuys in una circolare ai rappresentanti francesi all'estero, non destinata alla pubblicità, ma rivelata da un'indiscrezione della stampa belga. Il conte di Bismarck, decise di recarsi a Biarritz senza carattere ufficiale, per appurare la portata del biasimo contenuto nella circolare e saggiare i limiti della condiscendenza dell'imperatore dei Francesi a eventuali iniziative bellicose e annessionistiche della Prussia, quali egli intendeva prendere a breve scadenza, forzando la mano al suo sovrano. Il 2 ottobre 1865, il Bismarck era a Parigi e si abboccava col ministro Drouyn de Lhuys. Il 4 ottobre giungeva a Biarritz, dove già si trovava l'ambasciatore prussiano a Parigi von Goltz, accompagnato dal segretario von Radowitz, entrambi graditi alla corte francese. Il giorno stesso del suo arrivo, il Bismarck fu ricevuto da Napoleone III, che gli chiese senz'altro se gli accordi palesi di Gastein fossero stati seguiti da clausole segrete, per esempio da una garanzia dell'integrità dell'impero austriaco, compreso il Veneto, che fosse stata prestata dalla Prussia. L'imperatore parve poi preoccupato di spiegare al Bismarck la recente circolare del suo ministro degli Esteri, quasi scusandosene. Incoraggiato da quest'atteggiamento, il Bismarck credette giustamente opportuno di svelare, in conversazioni confidenziali con l'imperatore, che si protrassero per tutta la settimana seguente, il suo programma di espansione. Rassicurò subito Napoleone III, negando l'esistenza di qualsiasi patto segreto, ma gli confessò che voleva ad ogni costo assicurare alla Prussia anche il Holstein, sia pagando un'indennità come per il Lauenburg, sia conquistandolo; e, riferendosi alla ben nota predilezione dell'imperatore dei Francesi per il principio di nazionalità, sostenne calorosamente che tale principio imponeva la difesa del carattere germanico di Tutti e tre i ducati. L'imperatore, lungi dal porre veti e condizioni all'attuazione di un simile disegno implicante l'assorbimento di gran parte della Germania nella Prussia, lasciò parlare il suo interlocutore senza muovergli obiezioni. Probabilmente, si riservava di intervenire quando la Prussia fosse stata alle prese con difficoltà che l'imperatore avrebbe aiutato a sormontare solo in certi limiti e con adeguati compensi. Il Bismarck invece, che si riteneva sicuro di poter realizzare tutto il suo piano, dedusse dall'acquiescenza del suo ascoltatore che questi non lo avrebbe fermato lungo la via, e si decise a percorrerla fino in fondo. Napoleone III deviò le ulteriori conversazioni di proposito verso i problemi orientali, e anche in tale argomento il Bismarck poté rilevare come gli sorridessero i disegni di scambio dei principati danubiani col Veneto. Partendo l'11 ottobre da Biarritz, il Bismarck si fermò a Parigi e, in un colloquio col Nigra, lo stimolò a consigliare al gabinetto di Firenze la conclusione del trattato di commercio con la Prussia, foriero di accordi politici. Infatti, dopo le conversazioni di Biarritz, Napoleone III autorizzò la sua diplomazia a favorire un'intesa italo-prussiana, che egli stesso dichiarò conveniente. Il Mérimée, scrivendo ad Antonio Panizzi, appunto da Biarritz, dove si trovava con la corte inperiale, credette di potergli narrare la storia del convegno, come se questo fosse stato un insuccesso per il Bismarck, mentre invece il ministro prussiano, nella sua relazione al re Guglielmo, che era rimasto molto diffidente sull'esito del passo audace del suo ministro, sintetizzava esattamente il risultato acquisito, dichiarandogli che il programma prussiano esposto all'imperatore francese era stato da questo accolto senza osservazioni.