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biasimevole

di Riccardo Ambrosini - Enciclopedia Dantesca (1970)
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biasimevole

Riccardo Ambrosini

. Nell'unica attestazione della Vita Nuova (XXVIII 2 non è convenevole a me trattare di ciò, per quello che, trattando, converrebbe essere me laudatore di me medesimo, la quale cosa è al postutto biasimevole a chi lo fae), nella quale si osservi anche l'altro aggettivo con egual suffisso e costruzione (convenevole a), non si escluderà il significato (attivo) di " datore di biasimo ", come in ‛ piacevole ' (Boccaccio), ‛ nocevole ' (Villani). Le sette attestazioni restanti, tutte nel Convivio, di cui quattro si raccolgono in I VIII 9-10, corrispondono semanticamente a " da biasimare " (v.); cfr. I II 5 qualunque cosa è per sé da biasimare, è più laida che quella per che è accidente. Dispregiar se medesimo è per sé biasimevole, però che... nullo è più amico che l'uomo a sé; onde ne la camera de' suoi pensieri se medesimo riprender dee e piangere li suoi difetti (espressioni analoghe si colgono in I 15 degne di biasimo e d'abominazione; I III 1 Degna di molta riprensione). Il contrasto con ‛ lodare ' è osservabile anche qui: Cv I 117 certi costumi sono idonei e laudabili ad una etade che sono sconci e biasimevoli ad altra; I XI 15 non è santa loda d'ingegno apprendere bene la lingua strana; ma biasimevole è commendare quella oltre a la verità, per farsi glorioso di tale acquisto). Col valore passivo di queste attestazioni coincidono quelle del Tesoro volgarizzato (ediz. Sessa, Venezia 1533, 139 " E non sia in te nullo portamento biasimevole ") e del Boccaccio (Dec. IV 10 7 " di nazione nobile, ma di cattiva vita e di biasimevole stato ").

Vocabolario
biaṡimévole
biasimevole biaṡimévole agg. [der. di biasimare]. – Che è da biasimarsi, che merita biasimo: uomo, azione, condotta biasimevole. ◆ Avv. biaṡimevolménte, in modo meritevole di biasimo.
biaṡimàbile
biasimabile biaṡimàbile agg. [der. di biasimare]. – Che può essere biasimato (meno com. di biasimevole).
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