BIBBIA
(VI, p. 886; App. II, I, p. 395; III, I, p. 231; IV, I, p. 260)
Vecchio Testamento. Critica del testo. − Negli anni che vanno dal 1975 al 1990 varie edizioni critiche sia della B. ebraica, sia delle antiche traduzioni sono state condotte avanti. Per dettagli cfr. J. A. Soggin, Introduzione all'Antico Testamento, Brescia 19874, cap. 2.
Il testo ebraico. − È ormai terminata la pubblicazione dei fascicoli della Biblia Hebraica Stuttgartensia, che sostituisce la Biblia Hebraica (ed. R. Kittel, 19373), col completamento dell'ultimo dei 15 fascicoli che la compongono. Un fascicolo 16, dedicato all'Ecclesiastico (Siracide), il cui testo ebraico è completo per i tre quarti, è in programma da molti anni, ma non si è potuto pubblicare per una serie di disguidi. Tutta l'opera viene pubblicata a cura della Deutsche Bibelgesellschaft (prima Württembergische Bibelanstalt) di Stoccarda. Presso la stessa casa esiste un altro progetto di edizione manuale, lo Hebrew Old Testament Project of the United Bible Societies; in esso le varianti registrate nell'apparato critico dovrebbero essere classificate secondo la loro importanza. Sui criteri si veda D. Barthélemy, Critique textuelle de l'Ancien Testament, Friburgo e Gottinga 1982; da quest'opera si può dedurre un'impostazione conservatrice dei problemi, che privilegia il textus receptus (massoretico). Della Hebrew University Bible è uscito un secondo fascicolo, comprendente i capp. 22-44 del libro di Isaia: The book of Isaiah, vol. ii, a cura di M. H. Goshen-Gottstein, Gerusalemme 1981. I rimanenti capitoli d'Isaia e tutto il libro di Geremia sono pronti per la stampa, ma fermi per mancanza di fondi. Il comitato di edizione continua a pubblicare l'annuario Textus, il cui ultimo volume è il 13° (1986).
La regione del Mar Morto. Non ha più dato luogo a scoperte, né vi sono ragionevoli speranze di scoperte ulteriori, dato che la regione è stata accuratamente esplorata. Tutto il lavoro si concentra pertanto sulla pubblicazione dei testi attualmente disponibili. Nella collana ufficiale Discoveries of the Judaean Desert sono apparsi i voll. 5 (1968), 6 (1977), e 7 (1982), tutti contenenti frammenti e testi della grotta 4. È stato pubblicato anche il Rotolo del Tempio, proveniente dalla grotta 11, ma sequestrato presso un antiquario nel 1967; l'edizione è stata curata da Y. Yadin, The Temple Scroll, Gerusalemme 1977 (ed. ebraica) e 1983 (ed. inglese ampliata). Tra le traduzioni in italiano si segnala la seconda edizione curata da L. Moraldi, I manoscritti di Qumrān, Torino 19862.
Traduzioni greche.- È proseguita la pubblicazione dell'edizione critica, curata dall'Accademia delle scienze di Gottinga, sotto la guida di J. Ziegler, al quale si è affiancato recentemente R. Hanhart. Sono usciti i seguenti volumi: iii, 1, Numeri, curato da J. W. Wevers (1982); iii, 2, Deuteronomium, curato dal medesimo (1977); viii, 4, Iudith, curato da R. Hanhart (1979); viii, 5, Tobit, curato dal medesimo (1983); xi, 4, Iob, curato da J. Ziegler (1982).
Traduzioni latine. − L'edizione critica curata dai Benedettini dell'Abbazia di San Girolamo di Roma è proseguita con i volumi Liber Hezechielis (1978); Liber Danihelis (1981) e Duodecim Prophetae (1987).
Traduzioni aramaiche. − È ormai compiuta la pubblicazione del targûm al Pentateuco contenuto nel Ms. Neophiti I della Biblioteca Apostolica Vaticana: iv, Números (1974); v, Deuteronomio (1978); vi, Apéndices (1979).
La traduzione siriaca. − Pubblicata per conto del Peshitta Institute dell'università di Leida e curata da P. A. H. de Boer, al quale si è recentemente affiancato M. J. Mulder, la traduzione siriaca ha visto la pubblicazione dei volumi i, 1, Genesis-Exodus (1977); ii, 1, Job (1982); ii, 2, Judges-Samuel; ii, 3, Psalms (1980); ii, 4, Kings (1976); ii, 5, Proverbs, Wisdom of Solomon; Ecclesiastes; Songs of Songs (1979); iii, 1, Isaiah (1987); iii, 3, Ezechiel (1985); iii, 4, Dodecapropheton, Daniel, Bel et Draco (1980).
Uno dei problemi coi quali lo studioso del testo biblico deve confrontarsi è la mancanza di un'edizione critica del testo ebraico che non sia allo stesso tempo manuale e diplomatica. Al primo problema potrebbe ovviare la Hebrew University Bible, che nel proprio apparato riporta tutte le varianti attestate; al secondo, data la tendenza praticamente universale a pubblicare il textus receptus (massoretico), un rimedio appare per ora difficile da trovare. Per quel che riguarda le antiche traduzioni, il lavoro di pubblicazione di edizioni critiche sta procedendo alacremente e non sarà azzardato prevedere il completamento delle varie collane entro la metà del 21° sec., sempre che il presente ritmo di pubblicazione possa essere mantenuto.
Bibl.: N. K. Gottwald, The Hebrew Bible - A socio-literary introduction, Filadelfia-Londra 1985; J. A. Soggin, Introduzione all'Antico Testamento, Brescia 19874; R. Rendtorff, Introduzione all'Antico Testamento, Torino 1990. Sui testi di Qumrān cfr. F. García Martínez, Lista de MSS procedentes de Qumran, in Henoch, 11 (1989), pp. 149-232, e L. Rosso Ubigli, Indice italiano-inglese dei testi di Qumrān, ibid., pp. 233-70.
Nuovo Testamento. − Critica del testo. − Nuove scoperte. − Nel 1979 l'elenco dei papiri arrivava a B88. L'ultimo rapporto triennale dell'Istituto per la critica testuale (Münster/W.) giunge a B96 con Gv 18, 36-19,7 (2° sec.), At 2, 30-37; 2, 46-3,2 (3° sec.). Altri frammenti da Matteo, Giovanni, Lettere ai Romani, agli Efesini, seconda ai Tessalonicesi, agli Ebrei (dal 3°-4° al 6° sec.). La tesi di frammenti di Marco, prima lettera a Timoteo e lettera di Giacomo nella grotta 7 di Qumrān, proposta da J. O'Callaghan (Biblica, 53, 1972, pp. 91-100) e ripresa da C. P. Thiede ha trovato sinora tiepida accoglienza.
Origine e sviluppo del testo. −Alla critica delle teorie del secolo scorso (B. F. Westcott-Hort; B. H. Streeter) non è subentrata alcuna teoria alternativa di pari importanza. È contestata l'esistenza del testo ''di Cesarea'' e il cosiddetto ''occidentale'' è ridotto al solo cod. D, presumibilmente sorto in Egitto (K. Aland) o a Gerusalemme (J. N. Birdsall). Ma il dibattito su D è sempre vivo, e va dalla posizione di Aland a quelle di M.-E. Boismard-A.Lamouille (D lucano nella sua forma primitiva breve; testo pre-alessandrino = revisione lucana della prima stesura) e di E. Delebecque (D = revisione fatta da Luca medesimo della sua prima stesura).
Nuove edizioni. − Nel 1979 è apparsa (Stoccarda, Deutsche Bibelstiftung) la 26a ed. del Novum Testamentum Graece edito in passato da E. Nestle, ora da K. e B. Aland (sigla: N-A26). Il testo è identico a quello del Greek New Testament3 (United Bible Societies, 1975, ed. riveduta 1983; 4a in preparaz.). Alla base di N-A26 vi sono alcuni testes constantes: di questi, i papiri e i maiuscoli sono citati per ogni varia lectio; i minuscoli sono citati singolarmente o raggruppati in f1, f13 e M (Mehrheit = bizant.). Ai consensi per la chiarezza e la massa di informazioni fornite in poco spazio si sono accompagnate riserve per l'assenza di una teoria dello sviluppo e per l'ambizione a diventare un testo standard per l'ecumene.
Nel 1982 è apparso Z. C. Hodges, A. L. Farstadt, The Greek New Testament according to the Majority Text (Nashville) che riproduce il testo bizantino. È un utile strumento basato però su premesse discutibili, per es. che il numero stesso dei manoscritti tardivi attesti l'esistenza di una catena di trasmissione risalente a un archetipo ora perduto, coevo o anteriore ai grandi onciali egiziani e le cui radici affondano negli autografi stessi del Nuovo Testamento.
Nel 1984 e 1987 l'International Greek New Testament project ha dato alle stampe (Oxford) due volumi col testo di Luca (1-12 e 13-24), a seguito dei volumi su Marco e Matteo curati da S. C. E. Legg (1933 e 1940). Ma il testo di riferimento non è più quello critico di B. F. Westcott e F. J. A. Hort bensì il textus receptus (Oxford 1973 = 1828 = Mill 1707 = Stephanus 15503). Questa scelta non è un appoggio alla tendenza che ha prodotto il Majority Text del 1982: è dettata unicamente da ragioni economiche, essendo le varianti al textus receptus molto meno numerose da citare di quelle al testo di Westcott-Hort o altro testo critico. Così le varianti segnate nell'apparato sono più importanti del testo stesso, e il lettore deve ricostruirsi un testo critico partendo dall'apparato. Nel 1985 è uscita a Stoccarda la 13a ed. (riveduta) della Synopsis Quattuor Evangeliorum di K. Aland (sul testo N-A26).
Per la sua autonomia dalle altre edizioni critiche del Nuovo Testamento va menzionata la sinossi dei Vangeli di H. Greeven (13a ed. della Synopse der drei ersten Evangelien di A. Huck, 1892, 19369, coi nomi di A. Huck, H. Lietzman, H. G. Opitz), Tubinga 1981. Attento alle varianti attribuibili a influenze dei paralleli sinottici, Greeven opta spesso per lezioni divergenti da N-A26 e più vicine a ℵ e al testo bizantino.
Bibl.: Sulla critica del testo: K. Aland, B. Aland, Il testo del Nuovo Testamento, trad. it., Genova 1987, pp. 104-205; Bericht der Hermann Kunst-Stiftung 1985-1987, Münster/W. 1988, pp. 59-60; C. P. Thiede, Il più antico manoscritto dei vangeli, Roma 1987 (Subsidia Biblica, 10); cfr. dello stesso l'articolo in Biblica, 65 (1984), pp. 538-59.
Sull'origine e sviluppo del testo: I. M. Ellis, Codex Bezae and recent enquiry, in Irish Biblical Studies, 4 (1982), pp. 82-100; E. Delebecque, in Biblica, 63 (1982), pp. 395-405; Revue Thomiste, 82 (1982), pp. 605-15; 83 (1983), pp. 419-29; Revue des Sciences Philosophiques et Théologiques, 66 (1982), pp. 225-32; Laval Théologique et Philosophique, 39 (1983), pp. 295-302; M.-E. Boismard, A. Lamouille, Le texte occidental des Actes des Apôtres, 2 voll., Parigi 1984 (cfr. Ephemerides Theologicae Lovanienses, 60, 1984, pp. 304-39 e Novum Testamentum, 29, 1987, pp. 285-88).
Sulle nuove edizioni (le indicazioni sono suddivise secondo i rispettivi capoversi del paragrafo): E. Lohse, in Zeitschrift für die neutestamentliche Wissenschaft, 70 (1979), p. 262; F. Neirynck, in Ephemerides Theologicae Lovanienses, 55 (1979), pp. 331-56; C. B. Amphoux, in Etudes Théologiques et Religieuses, 55 (1980), pp. 427-33; H. J. de Jonge, in Nederlands Theologisch Tijdschrift, 34 (1980), pp. 307-22; E. J. Epp, in Harvard Theological Review, 73 (1980), pp. 131-51; H. W. Bartsch, in New Testament Studies, 27 (1980-81), pp. 585-92; S. Larson, in Journal for the Study of the New Testament, 12 (1981), pp. 53-68; K. Aland, in New Testament Studies, 28 (1982), pp. 145-53 e Il testo del Nuovo Testamento, cit., pp. 257-88; R. Borger, in Theologische Rundschau, 52 (1987), pp. 1-58.
H. A. Sturz, The byzantine text type and New Testament textual criticism, Nashville 1984; J. K. Elliott, in Journal of theological studies, 34 (1983), pp. 590-92; H. P. Scanlin, Bible Translator, 36 (1985), pp. 136-40.
J. K. Elliott, The international project to establish a critical apparatus to Luke's Gospel, in New Testament Studies, 29 (1983), pp. 531-38; K. Aland, in Gnomon, 56 (1984), pp. 481-97.
F. Neirynck, F. Van Segbroeck, in Ephemerides Theologicae Lovanienses, 58 (1982), pp. 123-34; J. Delobel, ibid., pp. 135-39; K. Aland, B. Aland, Il testo del Nuovo Testamento, cit., pp. 290-92.