Biblioteca digitale
Grazie ai progressi congiunti dell'informatica e delle tecnologie della comunicazione, e grazie anche al fiorire in tutto il mondo di iniziative pubbliche e private, sono nate nel WEB (World Wide Web) grandi collezioni di risorse elettroniche accessibili liberamente o dietro compenso: filmati e fotografie, musica classica e leggera, carte geografiche, manoscritti e riviste, libri antichi e moderni sono trasposti nei formati digitali disponibili e distribuiti universalmente attraverso semplici interfacce di ricerca (per autore, per titolo, per data, per localizzazione ecc.: un insieme di metadati associato di norma a ciascun documento). In non pochi casi - brani musicali, alcune riviste, fotografie e prodotti editoriali complessi - le risorse nascono già digitali e sono acquisite dalla b. d. nel loro formato originario. Anche quando il tema o il genere di una collezione è circoscritto, essa di norma assume carattere multimediale: una raccolta di musica contemporanea comprende le sezioni dei videoclip e delle semplici esecuzioni sonore, eterogenee per formato digitale. E un manoscritto antico si presenta in più varianti: immagini ad alta o bassa qualità per la vendita o la distribuzione gratuita, codifiche alfanumeriche tradizionali per la ricerca testuale e l'analisi linguistica.
La b. d., o virtuale, fornisce inoltre l'orientamento sui contenuti delle collezioni che ospita la ricerca in linea, la conservazione delle sessioni tra collegamenti, lo scambio di informazioni tra i fruitori, il trasferimento del materiale richiesto dall'utente. Uno staff di governo è indispensabile sia in fase di costituzione, per stabilire l'architettura e i contenuti di base, sia in esercizio, per la gestione corrente, le nuove accessioni, le politiche di conservazione dei dati.
Singole iniziative come American Memory, Gallica, Progetto Gutenberg, Internet Archive, e in genere il modello della b. d. hanno avuto un forte impatto dapprima sugli addetti ai lavori, aprendo discussioni sul futuro delle biblioteche tradizionali: si pensi all'esigenza di armonizzare la libera fruizione e la tutela di patrimoni deperibili (quotidiani), o pregiati (libri rari e manoscritti). Hanno investito poi le politiche culturali dei paesi avanzati e di grandi operatori del WEB, consapevoli dell'importanza di trasferire in rete la cultura di base e di arricchire i percorsi culturali e formativi con documenti tradizionalmente segregati o poco accessibili.
Grandi progetti di digitalizzazione sono partiti o si stanno avviando negli Stati Uniti d'America e in Europa, con l'unico limite dato dalle possibilità tecniche e dalla protezione dei diritti morali ed economici di autori e detentori dei copyright. In Italia, sulla base di esperienze positive come il Servizio bibliotecario nazionale (SBN) e la digitalizzazione - con modalità quasi amatoriali - dei nostri grandi classici, le iniziative si sono moltiplicate, ma solo in settori più consapevoli - archivi e biblioteche pubbliche - è sorta l'esigenza di promuovere sistematicamente indagini conoscitive, standard condivisi, realizzazioni esemplari, al fine di conquistare una più chiara visibilità internazionale. Presso il Ministero per i Beni e le Attività culturali opera dal 2001 un Comitato guida della Biblioteca digitale italiana, che ha prodotto, oltre a standard tecnici nazionali, collezioni pressoché integrali di cataloghi storici delle biblioteche italiane, riviste storiche preunitarie, manoscritti musicali, collane di libri a stampa rilevanti per il ruolo svolto nella storia della nostra cultura.
bibliografia
S. Gambari, M. Guerrini, Definire e catalogare le risorse elettroniche, Milano 2002.
Le risorse elettroniche, Atti del convegno internazionale, Roma 2001, a cura di M. Guerrini, Milano 2002.
M. Calvo, F. Ciotti, G. Roncaglia, Internet 2004, Roma-Bari 2003.
Si veda, inoltre, Studio di fattibilità per la realizzazione della Biblioteca Digitale, 2000 (www.iccu.sbn.it/docbdi.html).