bica
Etimologicamente vale " mucchio " o " monticello " di covoni di grano non ancora battuto. Ricorre una sola volta, in lf XXIX 66, e si riferisce alle anime dei falsari della decima bolgia: Non credo ch' a veder maggior tristizia/ fosse in Egina il popol tutto infermo / ... ch'era a veder per quell'oscura valle / languir li spirti per diverse biche. Le anime dei falsari giacciono, dunque, riverse l'una sull'altra come " mucchi di covoni ", ma è da supporre che anche quelle isolate appaiano, specialmente viste dall'alto (D. sta guardando dal ponticello della bolgia giù ver' lo fondo), a guisa di biche, cioè di " mucchietti ", " protuberanze " (v. in proposito ABBICARSI).