BIER-TERAPIA
. È una pratica fisioterapica, ideata dal chirurgo tedesco August Bier (v.), che consiste nel provocare una iperemia attiva o passiva con l'intendimento di curare processi infiammatorî acuti e cronici. Mentre l'iperemia attiva si provoca con l'uso dei comuni bagni di calore e di luce (v. termoterapia), l'iperemia passiva si ottiene mediante fasce elastiche, o mediante apparecchi di vetro simili a ventose nei quali si pratica il vuoto per mezzo di un aspiratore.
Nell'applicazione della fascia elastica devono essere seguite alcune norme fondamentali di tecnica che tendono a provocare una forte stasi venosa senza ostacolare nel contempo la circolazione arteriosa; a tal fine la fascia va applicata con giusta pressione senza che il paziente avverta alcun dolore sia localmente, sia nel territorio sottoposto alla stasi; normalmente la cute dapprima si congestiona, quindi assume un colorito violaceo uniforme o un aspetto marmorizzato con zone azzurro-viola che si alternano con altre bianche; nel territorio sottoposto alla stasi le pulsazioni arteriose si devono percepire nettamente. La durata delle sedute varia a seconda dei casi: breve nelle affezioni croniche (un'ora circa), lunga in quelle acute (fino a 24 ore); nel primo caso l'applicazione viene ripetuta varie volte nella giornata.
Le ventose vengono utilizzate in quei casi nei quali si vuole circoscrivere l'iperemia a un piccolo distretto cutaneo e in quelle regioni (pareti addominali, ascella, dorso, torace) nelle quali non è possibile applicare la fascia elastica; esse sono di forma e di dimensioni variabili. L'iperemia viene mantenuta per la durata di circa cinque minuti e quindi a intervalli di alcuni minuti ripetuta 4 o 5 volte per ogni seduta.
Le principali affezioni nelle quali la Bier-terapia trova la sua indicazione sono: foruncoli, antraci, acne, punture di vipere o di insetti, ascessi caldi, linfangiti acute, eresipela, cancrena gassosa, paterecci, flemmoni, mastiti acute, adeniti acute, fratture, osteomieliti, idrartrosi croniche, artriti tubercolari, artriti acute blenorragiche, otiti, mastoiditi, orchiti. Fra le controindicazioni meritano di essere ricordate la siringomielia, la tabe dorsale, l'alcoolismo cronico, il morfinismo.
I pericoli di eventuali complicazioni riferiti da qualche autore e che sarebbero rappresentati dallo stabilirsi di atrofie muscolari, di parestesie, di anestesie, di edemi duraturi, di trombosi venose, di linfangiti, possono essere ritenuti pressoché nulli quando l'applicazione venga eseguita secondo i precisi dettami tecnici.