BIGA VATICANA, Pittore della
Ceramografo etrusco che prende il nome dalla hydrìa a figure rosse del Vaticano Z 82 (da Vulci) con la rappresentazione di un uomo barbato, variamente interpretato (Hades ?) su di una biga da un lato, e dall'altro quella assai singolare di un giovine in atto di colorire il fregio architettonico di una tomba a forma di stele (oppure di tempietto rotondo, secondo l'interpretazione dell'Albizzati). Probabilmente opera della stessa mano sono il cratere a volute A. B. 13, e lo stàmnos Z 83 dello stesso Museo Vaticano, con Hades e Persefone su di un carro. A proposito di quest'ultimo si è discusso se si tratti del ratto di Persefone o del suo pacifico ritorno annuale nel regno delle ombre. Alla seconda ipotesi fa ostacolo la presenza di un terzo personaggio, che potrebbe considerarsi Hermes, s'egli non ritornasse duplicato nella faccia opposta del vaso, insieme ad un'altra figura, che è senza dubbio Hermes. La soluzione si trova nella supposizione del Gerhard che si tratti di un colloquio tra l'Hermes servo di Zeus e l'Hermes servo di Hades. Questa tesi è confermata dalla raffigurazione di Hermes come servo di Hades in uno specchio etrusco con iscrizione esplicativa Turms Aitas, cioè Hermes di Hades.
Lo stile di questi vasi, anche se più libero e sciolto, è strettamente connesso a quello del Pittore di Londra F 484, a cui ci riporta pure la decorazione dello stàmnos del Vaticano, che ha dipinto sotto le anse palmette con fiori e volute terminanti a foglie di acanto, ciò che ci fa datare il vaso alla fine del V sec. a. C. Ai tre vasi del Vaticano già nominati, si possono avvicinare lo skỳphos Z 20 e l'anfora a punta Z 92 sempre del Vaticano, quest'ultima molto simile al vaso della Biga Vaticana per il tralcio d'edera (qui a figure nere) che compare su entrambi.
Bibl.: C.Albizzati, Una fabbrica vulcente di vasi a figure rosse, in Mélanges d'Archéologie et d'Histoire, XXXVII, 1918-19, 107, pp. 157-173; J. D. Beazley, Etruscan Vase-Paint., pp. 46-48; A. D. Trendall, Vasi etruschi ed itialioti a figure rosse, II, Città del Vaticano 1955, pp. 225, 226, 227, 229, 231.