BIGUGLIA (A. T., 24-25-26)
Lo stagno di Biguglia è il maggiore stagno della costa orientale della Corsica (ha. 1500), sulla spiaggia bassa alluvionale a nord del fiume Golo, dovuto ai materiali sabbiosi apportati dal Golo e distesi dai venti di SE. in un cordone litorale di 11 km. di lunghezza, fino ai piedi della costa alta della penisola di Capo Corso. Mediante una breve apertura a nord comunica d'inverno col mare, per l'eccesso delle acque dolci apportate dal fiume Bevinco, che costruisce nell'interno dello stagno un piccolo delta. D'estate il livello dello stagno si abbassa di parecchi decimetri e le acque sono salmastre.
L'attuale stagno costituì in epoca romana un porto vasto e sicuro; a sud di esso sorgeva la città di Mariana, fondata da Mario, che fu poi sede episcopale nell'alto Medioevo. Dopo l'abbandono di Mariana, Biguglia, oggi villaggio di 236 ab., a mezza costa sopra lo stagno, divenne, sotto la dominazione pisana e genovese, capitale dell'isola; strappata dai Corsi ai Genovesi nel 1372, questi ultimi fondarono, a nord dello stagno presso il porto di Cardo, una fortezza, che diede poi origine e nome all'attuale Bastia. Da questo momento il porto di Biguglia cominciò ad essere trascurato e a subire interramenti successivi fino ad assumere l'aspetto attuale. L'acqua salsa fu a poco a poco sostituita dall'acqua dolce, che permise lo sviluppo d'innumerevoli zanzare propagatrici di malaria, onde la zona è oggi abbandonata dalla popolazione, specialmente durante l'estate.
Nelle acque ricche di flora natante e di fauna minuta con numerosi molluschi prosperano i pesci; durante l'inverno lo stagno si popola di pescatori che veleggiano sullo specchio tranquillo e fanno preda abbondante di ragnole (Labrax lupus) e di muggini, ma soprattutto di magnifiche anguille molto grosse (capitoni), ricercatissime per l'esportazione. Recenti lavori di bonifica furono saggiamente rivolti non già a prosciugare lo stagno pescoso, ma a sistemare le rive sopprimendo i piccoli acquitrini dove si moltiplicano le zanzare; l'isola di San Damiano e il cordone litorale furono trasformati in magnifici vigneti.
Bibl.: P. Castelnau, Les côtes de la Corse, étude morphologique, in Revue de Géographie Annuelle, IX (1916-1921); La Corse et l'île d'Elbe, in Guide Bleues, Parigi 1929; Sardegna e Corsica, in Guida d'Italia del T. C. I., 2ª edizione 1929.