BILANCIA (VII, p. 4)
La bilancia dei pagamenti (p. 6). - L'andamento della bilancia dei pagamenti italiana nel periodo che va dalla stabilizzazione monetaria al 1947 riflette con buone approssimazioni sia le caratteristiche strutturali dell'economia italiana, sia le influenze che hanno avuto sull'attivirà economica fattori molteplici e diversi di carattere economico-congiunturale o politico-economico, interni e internazionali, che si sono succeduti, spesso sovrapponendosi, nel periodo in esame culminando con le distruzioni gravi e violente operate dalla seconda Guerra mondiale. L'effetto di tali fattori si riscontra, adottando la distinzione ormai prevalente, tanto nella bilancia dei pagamenti per le transazioni correnti quanto in quella per le transazioni di capitale.
In linea generale, se si escludono gli anni di guerra e principalmente quelli del dopoguerra, è possibile fissare anzitutto una caratteristica strutturale della bilancia dei pagamenti per transazioni correnti, la quale consiste nel deficit cronico delle partite di carattere commerciale, cioè delle importazioni rispetto alle esportazioni, e nella costante eccedenza delle partite invisibili al netto delle passività.
Nonostante questa eccedenza, si è avuto un continuo disavanzo nella bilancia per transazioni correnti che ha dovuto essere coperto con disinvestimenti esteri, ma soprattutto con una perdita di liquidità internazionale (impiego delle riserve). Negli anni del dopoguerra la posizione reciproca di queste transazioni di natura capitale per il saldo del deficit corrente presenta una netta inversione, in quanto assumono una portata quasi esclusiva i disinvestimenti esteri (prestiti) e gli aiuti ricevuti.
Tuttavia, se si esaminano i particolari di questo quadro molto generale vengono alla luce variazioni, talvolta di entità assai rilevante nelle diverse partite, le quali sono attribuibili ai molteplici fattori già ricordati e che rendono difficile l'effettuazione di confronti significativi per difetto di omogeneità nei valori o per le violente variazioni di questi ultimi. A tale riguardo le transazioni sono state considerate limitatamente al territorio metropolitano e i valori sono stati espressi anche in dollari con potere d'acquisto costante.
Come si può rilevare dalla tabella riportata, le esportazioni italiane fino al primo anno di guerra (1940) hanno coperto nei varî anni il 65%-70% delle importazioni con un massimo dell'86% nel 1931 e con un minimo del 58% nel 1935 e nel 1937. Nei primi due anni dopo il 1940 le esportazioni hanno superato le importazioni in valore del 22% (1941) e del 9% (1942). L'andamento delle partite invisibili è stato tale che esse, mentre hanno più che compensato il deficit commerciale nel 1931 e nel 1939, negli anni rimanenti hanno coperto percentuali notevolmente diverse del deficit commerciale variando queste ultime dal 21% appena nel 1940 al 98% nel 1933.
Questo fatto, tuttavia, va attribuito principalmente alla maggiore instabilità, assoluta e relativa, delle importazioni e delle esportazioni e quindi ai fattori che hanno determinato questa instabilità. Tali fattori hanno agito con diversa intensità nei varî anni del periodo in quanto, mentre nei primi anni dopo la stabilizzazione il commercio con l'estero ha risentito, nel modo consueto, della stabilizzazione al livello "più elevato", negli anni successivi all'inizio della crisi mondiale si è avuto un sovrapporsi di effetti che vanno da quelli derivanti da fattori detti economici, come l'"effetto di reddito" (cioè le ripercussioni delle variazioni dei redditi sulla domanda effettiva) nella fase discendente della fluttuazione economica combinato con la diversa elasticità della domanda delle importazioni e dei beni esportabili e con l'andamento della "ragione di scambio", a quelli derivanti da provvedimenti di politica economica sia interni, sia dei paesi esteri. Questi provvedimenti, tra l'altro, hanno largamente impedito il verificarsi di quegli effetti di reddito e sui prezzi che in altre condizioni sono conseguenti all'uscita di oro (dall'Italia) e all'ingresso di oro (in altri paesi).
Si può rilevare, più precisamente. che nei primi 3 anni a partire dal 1927 si ha un elevato volume di commercio estero, dovuto al predominio dell'alta congiuntura, ma, al tempo stesso, un elevato deficit commerciale dovuto al livello del tasso di stabilizzazione. Successivamente si nota l'effetto della depressione mondiale sia sul valore delle importazioni e delle esportazioni, la cui diminuzione è dovuta più alla caduta dei prezzi che alla caduta del volume fisico, sia sull'andamento del turismo e delle rimesse degli emigrati (principalmente effetto di reddito). Il 1936, con le sanzioni e controsanzioni e gli altri provvedimenti in atto, segna il punto più basso della discesa, sebbene si debba considerare che i più alti valori del 1937 sono in parte dovuti alla svalutazione della lira come rivelano i dati in dollari. La diminuzione progressiva dei deficit negli anni successivi al 1937 (eccetto il 1940) e il tramutarsi di questi ultimi in eccedenze costituiscono la rappresentazione sintetica della politica commerciale restrittiva sempre più accentuata a carattere nazionalistico, peraltro ripercossa in senso sfavorevole sulle rimesse degli emigrati.
La perdita delle riserve auree dell'Istituto di emissione, che per il periodo 1927-40 è ammontata a circa 1.052 milioni di dollari del potere d'acquisto del giugno 1947, confrontata con i deficit della bilancia dei pagamenti per lo stesso periodo indica che si è verificato un disinvestimento estero sotto le forme più varie per un ammontare di circa 578 milioni di dollari.
Per gli anni 1943, 1944 e 1945 non si dispone di dati sufficientemente attendibili. Il 1946 e il 1947 presentano le caratteristiche fondamentali di deficit molto elevati per le transazioni commerciali, di un livello molto basso di partite invisibili e, pertanto, di un finanziamento del deficit della bilancia dei pagamenti per transazioni correnti mediante disinvestimenti (prestiti) o mediante aiuti. Infatti il deficit di 411 milioni di dollari del 1946 è stato finanziato principalmente con i fondi dell'UNRRA, con il fondo concesso dalla Foreign Economic Administration (entrambi gratuiti), con altri donativi e con prestiti per 67 milioni di dollari; mentre il più elevato deficit di dollari, 717 milioni nel 1947, è stato finanziato in parte con i fondi dell'UNRRA e post-UNRRA (v. unrra, in questa App.) ed in parte con prestiti dell'Export Import Bank e con accreditamenti varî (v. prestiti internazionali, in questa App.).