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BILE

di Mario COPPO - Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
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BILE (VII, p. 29)

Mario COPPO

Il perfezionamento di tutte le tecniche di indagine utili per lo studio dei liquidi biologici ha rinnovato molte nozioni sulla composizione della b., sulle sue funzioni, sulla sua dinamica. Si è misurata con successo la tensione della b. nei varî segmenti delle vie biliari extraepatiche e della colecisti. Questo studio, per quanto riguarda l'uomo, si esegue con misure manometriche durante un atto operatorio, che dia accesso agli organi in esame. Da queste osservazioni è sorta la manometria biliare, in condizioni fisiologiche e patologiche. È acquisito, che per l'influenza di un'innervazione complessa, che regola il tono delle vie biliari in funzione dei loro sfinteri e valvole, la dinamica della circolazione biliare si modifica con effetti fisiologici e patologici molto varî. Le irregolarità di uno o più aspetti della dinamica biliare costituiscono il fondamento delle cosiddette discinesie biliari, e cioè di una patologia funzionale delle vie biliari, connessa con fattori di specie varia (di solito epatobiliari, talora digestivi o d'altra sede), idonei a turbare in via neuroriflessa o ormonica la dinamica biliare.

La b. e le sue frazioni si raccolgono per mezzo del sondaggio duodenale, eseguito secondo varî schemi, tenendo conto del tempo di apertura degli sfinteri, del volume minuto di b. efluente, dei caratteri proprî delle sue frazioni (b. coledocica, b. colecistica, b. epatica). Per l'esame completo - batteriologico, chimico, dinamico - della b. ha trovato larga adozione lo schema di Varela per il sondaggio minutato, che permette deduzioni preziose sulla efficienza degli organi formatori ed eliminatori e sulla funzione del complesso neuroormonale, che regola il grado e le modalità della funzione biliare.

Secondo una norma accettata nella clinica umana, la b. sta al fegato come l'urina al rene e le vie biliari al fegato come le vie urinarie stanno al rene. Ogni ostacolo, funzionale o materiale, al loro normale svuotamento, si ripercuote sull'organo formatore e alla lunga ne compromette la funzione e la struttura. Le alterazioni morfologiche e funzionali dell'organo formatore producono delle irregolarità della composizione e dei caratteri del secreto. Lo studio della composizione della b. e del suo deflusso, la misura della sua tensione, partecipano perciò come elementi d'obbligo alla diagnostica delle malattie epatobiliari.

Bibl.: I. Caroli, Les ictères par rétention, Parigi 1956; Ch. Debray, M. Cachin e altri, in Presse médicale, CLXVIII (1958), n. 8; L. Pavel, La véscicule biliaire, Parigi 1959.

Vedi anche
vàlvola cardìaca Formazione fibrosa inserita negli orifizi del cuore: v.c. tricuspide (fra l'atrio e il ventricolo destro), v.c. bicuspide o mitrale (tra l'atrio e il ventricolo sinistro), v.c. semilunare aortica (tra ventricolo sinistro e arteria aorta), v.c. semilunare polmonare (tra ventricolo destro e arteria polmonare). ... cistifellea Organo cavo (detto anche vescichetta biliare o colecisti) di forma ovolare, del volume di circa 40 cm3, annesso alle vie biliari extraepatiche. Situata sulla faccia inferiore del fegato, ha parete muscolomembranosa. Nella c. la bile si raccoglie come in un serbatoio e subisce un processo di concentrazione ... bile Liquido giallo più o meno scuro, vischio;so e filante, secreto dal fegato, indispensabile per la digestione e l’assorbimento intestinale dei grassi e per l’eliminazione dei prodotti di degradazione dell’emoglobina. Prodotta dalle cellule epatiche e da queste riversata negli spazi interstiziali, o canalicoli ... duodeno Porzione fissa dell’intestino tenue lunga circa 25 cm, a forma di C, che abbraccia nella sua concavità la testa del pancreas. Si estende dal piloro alla flessura duodenodigiunale (o angolo di Treitz), l’angolo formato a sinistra della seconda vertebra lombare dall’intestino tenue, che si assume come ...
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