August, Bille
Regista cinematografico, direttore della fotografia e sceneggiatore danese, nato a Copenaghen il 9 novembre 1948. Nel corso della sua carriera ha mostrato una crescente attenzione per i particolari e i dettagli psicologici, riuscendo a fondere la sensibilità per il paesaggio (tipica di certo cinema nordico) con la creazione di kolossal spettacolari e comunque concepiti per il pubblico internazionale. Per due volte ha vinto la Palma d'oro a Cannes: nel 1987 con Pelle erobreren (Pelle alla conquista del mondo), vincitore anche del premio Oscar nel 1988 per il miglior film straniero, e nel 1992 con Den goda viljan (1991; Con le migliori intenzioni).
Dopo essersi diplomato nel 1971 in fotografia alla Scuola danese di cinema, ha iniziato a lavorare per la televisione realizzando numerosi programmi e spot pubblicitari. Affermatosi come direttore della fotografia di numerosi film e documentari svedesi e finlandesi, ha esordito nel 1978 come regista realizzando Honningmåne (Luna di miele), una storia non convenzionale in cui s'indagano i lati oscuri del matrimonio, delineando l'inesorabile deteriorarsi di un rapporto sentimentale. Nei successivi Zappa (1983) e Tro, håb og kærlighed (1984, Fede, speranza e amore) vengono raccontate con delicatezza le angosce e le illusioni del mondo degli adolescenti, in particolare ponendo a confronto nel secondo, ambientato negli anni Settanta, il mondo borghese e la realtà del proletariato. Nel 1987, dopo essersi trasferito a Stoccolma, ha raggiunto la notorietà internazionale con Pelle erobreren, in cui viene messo a fuoco il difficile rapporto tra due contadini svedesi, padre e figlio, emigrati in Danimarca alla fine dell'Ottocento alla ricerca di un futuro migliore: il padre debole e vinto, il figlio che riceve una dura iniziazione alla vita. Dopo questo primo successo, ha realizzato nel 1992 Den goda viljan, su sceneggiatura di Ingmar Bergman, che racconta dieci anni della difficile vita coniugale dei genitori del grande regista: Henryk, austero studente di teologia e poi pastore nel Nord del paese, e Anna, giovane e viziata borghese che lo sposa contro il parere della famiglia.
Nel 1993 è stato chiamato a Hollywood per dirigere The house of the spirits (1993; La casa degli spiriti), che ripercorre la storia di tre generazioni (dagli anni Venti agli anni Settanta della dittatura militare di Pinochet) in un Cile sconvolto da fermenti rivoluzionari e desiderio di potere. Ma lo stile del film, tratto dall'omonimo romanzo di I. Allende, non riesce a rendere l'atmosfera del libro. Anche i film successivi sono stati tratti da opere letterarie, pur se di ambito e respiro assai diversi tra loro: Jerusalem (1996), dal romanzo di S. Lagerlöf, in cui il conflitto morale, il fervore religioso e lo spirito evangelico si contrappongono dolorosamente all'amore carnale; quindi il thriller Smilla's sense of snow (1997; Il senso di Smilla per la neve), dal romanzo di P. Høeg, in cui A. ha alternato momenti di grande suggestione, dovuti soprattutto alla bellezza del paesaggio nordico, a una serie di incertezze narrative; infine Les misérables (1998; I miserabili), impegnativa trasposizione del capolavoro di V. Hugo, in cui la ricerca della fluidità narrativa ha penalizzato l'efficacia della storia, sottraendole molte importanti connotazioni socioculturali. Tra le produzioni successive da ricordare En sång för Martin (2001, Una canzone per Martin).