Bindi
Il nome ‛ Bindo ' è assai comune nella Firenze due-trecentesca, e appunto per il suo impiego estremamente diffuso D. lo ricorda insieme con quello di Lapo (Pd XXIX 103 Non ha Fiorenza tanti Lapi e Bindi) o, allo stesso titolo, con quelli di Berta e di Martino (XIII 139 Non creda donna Berta e ser Martino; cfr. anche Cv I VIII 13, III XI 7, VE II VI 5) per indicare con un nome proprio delle persone generiche. Il nome B., secondo il Fanfani, in ciò seguito dallo Scartazzini-Vandelli, proviene da Aldobrandino; essendo, come abbiam detto, d'uso corrente, ne derivava la frequenza anche al genitivo patronimico: non consta tuttavia che ai tempi di D. il passaggio a cognome familiare vero e proprio fosse già avvenuto.
Un Piero B. è comunque priore nel 1326, e da lui discendono i B. di Piero; mentre un'altra famiglia, i B. di Giunta, godé sei volte il priorato durante il secolo XV per il quartiere di S. Giovanni. Furono appunto i B. di Firenze (ormai stanziati nel quartiere di S. Giovanni, gonfalone Lion d'Oro) a dare allo stato fiorentino parecchi funzionari pubblici nel secondo quarto del secolo XVI: questo ceppo si può seguire agevolmente fin verso la fine del Seicento.
Un'altra famiglia B., proveniente da Montevarchi, si stabilì nel quartiere di S. Croce, gonfalone Lion Nero, e prese appunto da ciò l'appellativo di B. del Lion Nero.
Bibl. - Arch. di Stato di Firenze, Carte Sebregondi, 749-51; Manoscritti 322, c. 166; L. Cantini, Saggi istorici d'antichità toscane, VIII, Firenze 1798.