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BARDI, Bindo

di Arnaldo D'Addario - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)
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BARDI, Bindo

Arnaldo D'Addario

Nacque a Firenze da Andrea di Gualtieri e da Margherita di Palla Strozzi nei primi decenni del secolo XIV. Uomo deciso e avventuroso, egli partecipò largamente alla vita politica fiorentina del suo tempo. Appena adolescente, nel 1338, assalì, con una schiera di coetanei, l'ospedale di Mucignano e lo danneggiò a tal punto che papa Benedetto XII, chiamato in causa dai monaci vallombrosiani di Coltibuono, delegò il priore di S. Martino di Siena per giudicarlo e punirlo. Pur essendo stato condannato al risarcimento dei danni, molto probabilmente non li pagò mai; certo è che l'ospedale non tornò a funzionare. Nel 1340 fu tra i fautori dei tentativi antipopolari che il Comune represse; condannato all'esilio, il B. rispose tentando di sobillare contro Firenze le terre del Valdamo superiore, e questo gli meritò il bando, che colpì anche altri suoi consorti. Profugo a Pisa, partecipò a tutti i tentativi antifiorentini dei fuorusciti, fino a quando la protezione del duca di Atene non valse ad essi il perdono e il ritorno in patria; i legami con il duca, però, gli procurarono altri conflitti con il popolo in rivolta nel 1343: nuovi esili e condanne colpirono lui e i suoi parenti. Nel 1345 è ricordato come uno dei difensori del castello di Vicorato contro i Guidi; i Fiorentini, intromessisi come mediatori, trovarono modo di perdonargli il passato e di indurlo ad entrare al servizio del Comune. In questo secondo periodo della sua vita il B. fu spesso impegnato in missioni diplomatiche e in impieghi pubblici. Nel 1348 fu ambasciatore a S. Miniato, nel 1351 fu inviato presso il papa ad Avignone; nel 1355 fu incaricato di custodire la rocca di Avellano, e nell'ottobre del 1356 fu nominato podestà di Montecatini; nello stesso anno era stato mandato in missione nel Valdamo. Alcuni anni dopo fu impegnato da un rapido susseguirsi di incarichi diplomatici: nell'agosto 1361, a Siena, riuscì a trattenere quel Comune dall'intervenire a favore di Volterra, mentre Firenze se ne impadroniva; nello stesso anno - o nel 1362 - rappresentò i Fiorentini alle nozze di Niccolò d'Este con Verde della Scala, e in quella occasione fu armato cavaliere, il 6 maggio. Nel 1364, dopo essere stato podestà di Perugia, curò gli interessi di Firenze al congresso di Poscia; Poi (1365) si recò nelle Marche e, con Giovanni de' Medici, in Ungheria. Allargatosi l'ambito della sua crescente esperienza diplomatica, fu inviato (gennaio 1366) a Napoli, per chiedere l'assenso regio all'acquisto di grano pugliese; in quella circostanza la regina Giovanna nominò suo consigliere il B., rappresentante dello stato amico e legato politicamente ed economicamente agli Angiò. Né questa fu la maggiore carica onorifica ricevuta dal B., perché nello stesso anno fu nominato anche senatore di Roma (giurò gli statuti il 5 novembre; ebbe le lettere di benservito il 28 apr. 1367). Di altre ambascerie egli fece parte nel 1367 - quando fu inviato ad Avignone per ottenere da Urbano V l'assoluzione delle censure comminate a Firenze per i fatti della guerra contro Pisa - e nel 1368, quando si recò presso Carlo IV, per saggiarne le intenzioni nei riguardi di Firenze. Nel 1372 fu eletto a far parte della magistratura dei Dieci di Libertà. Morì certamente nel 1375. Dal suo matrimonio con Giovanna di Amoldo Peruzzi (morta il 10 maggio 1425) erano nati i figli Lisa, Bindo, Gualterotto, Andrea e Bartolo.

Fonti e Bibl.: Firenze, Bibl. Naz. Centrale, Carte Passerini,n. 45, tav. XXIV e pp. 337-345 (notizie tratte dalle fonti archivistiche fiorentine); F. T. Perrens, Histoire de Florence, III e IV, Paris 1877-1879; A. Sapori, La crisi delle compagnie mercantili dei Bardi e dei Peruzzi,Firenze 1926, p.129; A. Salimei, Senatori e statuti di Roma nel medioevo. I senatori, Roma 1935, pp. 134-136.

Vedi anche
signoria Nell’uso storiografico, sia l’insieme dei poteri (prima solo personali, poi anche territoriali) esercitati durante tutto il Medioevo (e oltre) dall’aristocrazia fondiaria laica ed ecclesiastica sui contadini, sia l’istituto in cui si risolve, dal 13° sec., la crisi di molti Comuni dell’Italia settentrionale ... Leóne X papa Leóne X papa. - Giovanni de' Medici (Firenze 1475 - Roma 1521), secondogenito di Lorenzo il Magnifico; destinato alla carriera ecclesiastica, si laureò a Pisa in diritto canonico, avendo già ottenuto fin dalla fanciullezza benefici cospicui come la nomina ad abate di Montecassino e di Morimondo; nel ... censura diritto Limitazione della libertà civile di espressione del pensiero, disposta per la tutela di un interesse pubblico e attuata mediante l’esame, da parte di un’autorità, di scritti o giornali da stamparsi, di manifesti o avvisi da affiggere in pubblico, di opere teatrali o pellicole da rappresentare, ... podestà podestà Nel comune medievale italiano, magistratura unica che sostituì la magistratura collegiale del consolato (12°-13° sec.). Le origini storiche del podesta non sono chiare e neppure è da pensare a un’unica origine: è da ammettere che in alcune città vi si sia arrivati attraverso un’evoluzione del ...
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bardare
bardare v. tr. [der. di barda]. – Munire un cavallo di barda o bardatura, mettergli i finimenti. Per estens., guarnire in genere; rifl., scherz., mettersi indosso abiti e ornamenti vistosi: come ti sei bardato! Nel linguaggio di cucina,...
bardito¹
bardito1 bardito1 agg. [der. di bardo]. – Dei bardi: poesia b., i canti degli antichi bardi celtici, o quelli composti nella seconda metà del sec. 18° e nel principio del 19° ad esaltazione dei bardi e secondo la loro tradizione.
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