DE VECCHI, Bindo
Nacque a Siena il 4 marzo 1877, da Matteo e da Elena Bindi Sergardi; poiché il padre, ufficiale nell'esercito, era frequentemente trasferito, compì gli studi medi in diverse città.
Iscrittosi alla facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Napoli nel 1893, cominciò a frequentare i laboratori della cattedra di anatomia umana diretti da G. Antonelli. Un nuovo trasferimento della famiglia lo portò nell'università di Bologna, ove ebbe tra i suoi maestri A. Murri e cominciò, ancora studente, le sue prime ricerche sperimentali nell'istituto di anatomia patologica diretto da G. Martinotti. In questa università si laureò, col massimo dei voti, nel 1899 e fu subito nominato assistente e nel 1902 dissettore presso lo stesso istituto; in seguito divenne aiuto e conseguì la libera docenza in anatomia patologica. Oltre a quella di ricerca, svolse in quegli anni anche una intensa attività didattica, tenendo, dal 1903 al 1908, un corso di diagnostica e tecnica anatomo-patologica delle malattie infettive e affiancando il Martinotti nel corso ufficiale di tecnica delle autopsie.
Nel 1908 si recò a Dresda, presso l'istituto di G. Schmorl; nel 1909 fu in Sicilia a prestare la sua opera in soccorso delle popolazioni colpite dal terremoto. Nominato direttore del laboratorio della poliambulanza bolognese, nel 1910 tornò a Bologna, ma vi rimase poco tempo: l'anno successivo, infatti, venne nominato direttore dei servizi batteriologici nella provincia di Siracusa per la lotta anticolerica.
Nel 1915 il D. venne invitato dall'università di Perugia a dirigere la cattedra di anatomia patologica, ma, declinato l'incarico, si arruolò volontario con il grado di capitano medico: addetto nel primo anno di guerra a servizi di prima linea, nel secondo fu posto alla direzione del laboratorio batteriologico di Bassano e successivamente, con il grado di maggiore, a quella del laboratorio batteriologico d'armata. Al termine del conflitto fu decorato con la croce di guerra.
Successivamente, vinto il relativo concorso, fu professore ordinario di anatomia patologica a Perugia dal 1920 al 1923 e dal '23 al '24 venne incaricato dell'insegnamento della disciplina a Sassari e a Catania. Chiamato alla cattedra di anatomia patologica di Palermo nel 1924, l'anno successivo fu scelto dalla facoltà medica di Firenze quale successore di G. Banti alla direzione della cattedra di anatomia patologica. Nella prestigiosa sede svolse un'intensa attività didattica e di ricerca, dando un valido impulso alla vita scientifica dell'istituto e partecipando a numerosi lavori dei suoi allievi.
Il D. affrontò vari settori dell'anatomia patologica e si segnalò per l'originale impostazione sperimentale delle sue ricerche. Di notevole importanza furono, in particolare, i suoi studi sulle endocarditi, sulla tubercolosi, sulle splenopatie.
Fino a quel tempo si riteneva che le endocarditi fossero provocate esclusivamente dall'azione diretta di determinati batteri. Il D. poté dimostrare sperimentalmente che anche le tossine prodotte dai microrganismi in corso di gravi tossinfezioni sono in grado di innescare processi flogistici evolventi in seno al tessuto delle valvole cardiache, caratterizzati da proliferazione cellulare con deposizione di fibrina e necrosi; introdusse così un nuovo concetto di valvulite, e mise in evidenza come la localizzazione del processo infiammatorio alle valvole cardiache sia favorita dall'attrito dei loro lembi provocando un aumento dell'attrito stesso mediante l'inoculazione di sostanze dotate di azione ipertensiva e dimostrando altresì che i prodotti tossici dello streptococco, causa di gravi flogosi valvolari, posseggono azione ipertensiva (Studi sperimentali sull'endocardite, in Boll. delle scienze mediche, s. 8, V [1905], pp. 351-354; Ricerche sperimentali sulle endocarditi da tossine batteriche, in Arch. di anatomia patol. e scienze affini, I [1905], pp. 151-170; Studi sulla endocardite sperimentale, in Riforma medica, XXI [1905], pp. 425-431; Nuove ricerche sulla endocardite sperimentale, in Boll. delle scienze mediche, s. 8, VIII [1908], pp. 1-52; Wirkung der toxischen Produkten des Streptococcus pyogenes auf den arteriellen Blutdruck, in Zentralbl. f. Bakteriologie u. Parasitenk. Abt. 1., Orig., XLVI [1908], pp. 471-486, Action des produits du streptococcus pyogenes sur la pression artérielle, in Archives ital. de biologie, II [1908], pp. 396-400, Sulla essenza e sul determinismo genetico del processo endocarditico, in Arch. di patol. e clinica medica, IV [1926], pp. 241-256. Sul processo endocarditico nella prima infanzia: Nota I, in Riv. di clinica pediatrica, XXVII [1929], pp. 599-612; The endocarditic process in childhood, in Arch. of pathology, XII [1931], pp. 37-69; L'importanza degli istiociti valvolari nello svolgimento dei processi endocarditici sperimentali, in Lo Sperimentale, LXXXVI [1932], pp. 1-29). Strettamente correlati a quelli sulle endocarditi furono gli altri studi del D. riguardanti sia argomenti di patologia meno frequente dell'endocardio (Tumori e pseudo-tumori dell'endocardio, in Boll. di scienze mediche, s. 8, IX [1909], pp. 481-520), sia soprattutto la miocardite reumatica (Contributo sperimentale alla conoscenza della miocardite reumatica, in Pathologica, II [1910], pp. 489-495, Sur la myocardite rhumatismale; étude anatomo-pathologique et expérimentale, in Arch. de méd. expér. et d'anatomie pathol., XXIV [1912], pp. 352-420).
Di notevole interesse furono pure le ricerche del D. sulla tubercolosi, volte allo studio dell'induzione sperimentale della malattia, e iniziate quando era ancora studente nell'istituto del Martinotti, e alla descrizione di localizzazioni insolite del processo tubercolare (Sulla tubercolosi sperimentale delle capsule surrenali, in Riforma medica, IV [1900], pp. 698-700, Ueber die experimentelle Tuberkulose der Nebennieren, in Centralbl. f. allg. Pathologie, XII [1901], pp. 577-592; Su di un caso di tubercolosi mammaria, in La Clinica chirurgica, X [1902], pp. 657-673; Su alcune rare localizzazioni del processo tubercolare, I, Tubercolosi del miocardio, II, Tubercolosi dello stomaco, in La Clinica medica, XLI [1902], pp. 88-102; La simpaticectomia cervicale in relazione con lo sviluppo della tubercolosi oculare sperimentale. Nota preventiva, in Riforma medica, XX [1904], pp. 369-373; Tubercolosi oculare sperimentale e simpaticectomia cervicale, in Arch. di anatomia patol. escienze affini, I [1905], pp. 428-456, 507-573; II [1906], pp. 33-130). Nel campo della patologia della milza, degne di menzione sono le ricerche che il D. condusse sulle splenopatie calcio-siderotiche, che interpretò di natura degenerativa (Sulle splenopatie ad "aree di Gamna", in Annali di medicina navale, III [1928], pp. 305-315; Considerazioni istogeneti che sui cosiddetti "noduli di Gamna", in Haematologica, IX [1928], pp. 459-499; Ricerche sistematiche sulla genesi e sul valore delle lesioni perivasali spleniche, conosciute col nome di "aree di Gamna", in Arch. di patologia e clinica medica, LXXXI [1929], pp. 17-19).
Il D. fu anche autore di interessanti lavori sulla patologia dei vasi sanguigni (Intorno ad un caso di flebosclerosi, in Boll. delle scienze mediche, s. 8, VI [1906], pp. 529-557; Relazione sull'arteriosclerosi eseguita sul materiale degli istituti di Firenze, Milano, Torino, in Cuore e circolazione, XIX [1935], pp. 226-242, in coll. con N. Rogers) e di una monografia pubblicata postuma (Anatomia patologica dell'apparato digerente, riveduto dal prof. A. Costa, in Trattato italiano di anatomia patologica, diretto da F. Vanzetti, I, Torino 1949, pp. 291-520). Egli aveva anche pubblicato un Manuale di tecnica e diagnostica delle autopsie (Milano 1914; 2 ed., ibid. 1928), indirizzato in modo particolare agli studenti, e scritto con l'evidente intento di mantenere vivi collegamenti con la pratica clinica.
Nel 1930 il D. fu eletto rettore dell'università di Firenze e confermato in tale carica nei sei anni successivi. Appartenne a varie società scientifiche. Morì a Firenze il 28 dic. 1936.
Alcuni anni dopo la morte, a cura dei suoi allievi, si iniziò la pubblicazione a Siena di una rivista a lui intitolata, Archivio De Vecchi per l'anatomia patologica e la medicina clinica, il cui primo volume uscì nel 1939.
Bibl.: A. Costa, B. D. Commem. nella R. Univ. di Firenze, in Lo Sperimentale, XCII (1938), pp. V-XXX (contiene l'elenco completo delle pubblicazioni del D. e della sua scuola); I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte [1880-1930], II, pp. 1608 s.; Enc. Ital., App. I, p. 513.