GABRIELLI, Bino
Figlio di Pietro (o Petruccio) di Gabriello, fratello di Rosso e di Cante, nacque a Gubbio nella seconda metà del sec. XIII.
Dalla sua famiglia, una delle più importanti della nobiltà eugubina, di fede guelfa, uscirono numerosi cavalieri che furono rettori forestieri di importanti Comuni dell'Italia centrale, e spesso anche comandanti militari. Anche il G., presto nominato cavaliere, ricoprì molti di questi uffici. Fra il novembre 1292 e l'agosto 1293 fu podestà di Roccacontrada (oggi Arcevia); nel 1300 svolse il medesimo ufficio a Lucca, nel 1302 fu di nuovo podestà di Roccacontrada, dove esercitò la carica tramite un vicario anche l'anno successivo; nel primo semestre del 1303 fu inoltre chiamato come podestà a Orvieto; il 4 luglio 1303 fu proposto a capitano del Popolo del Comune di Firenze, ma senza ottenere l'incarico.
L'11 dic. 1305 fu invece eletto podestà di Firenze, ed entrò in ufficio il 1° genn. 1306. Come podestà fu posto anche al comando delle milizie nella guerra allora in corso tra Firenze e Pistoia. Si deve solo a un errore nel testo della Cronaca del Compagni se questa funzione è, in quella sede, attribuita al fratello Cante (che invece gli succedette nello stesso incarico, nel secondo semestre). Come comandante delle truppe fiorentine il G. prese possesso di Pistoia dopo la sua capitolazione avvenuta il 10 apr. 1306.
Nella sua veste di vincitore gli furono tributati al suo rientro a Firenze particolari onori: entrato in città per la porta occidentale, gli venne infatti mandato incontro il carroccio: "e a messer Bino Gabrielli d'Agobbio, allora podestà di Firenze e capitano dell'oste, entrando in Firenze, gli fu recato sopra capo il palio di drappo ad oro per gli cavalieri di Firenze a modo di re". (G. Villani, p. 168). A quest'epoca il podestà poteva ancora comandare le truppe, ma la buona prova dimostrata dal G. sul campo di battaglia risulta un caso abbastanza eccezionale: di solito, infatti, le condotte venivano ormai affidate a professionisti. Il G. tuttavia, come la maggior parte degli altri membri della sua famiglia, era assai versato nelle armi.
Nel 1306 ricevette da papa Clemente V, insieme con il fratello Cante, l'ingiunzione a consegnare al rettore della Marca la rocca di Fossombrone e quella di Sant'Angelo Papale (Cagli), che essi tenevano in custodia per conto della Chiesa, ma di cui stavano probabilmente cercando di insignorirsi. A causa del loro rifiuto, il vicario del rettore, Gerardo de Tassis, annullò nel settembre l'incarico di podestà e capitano del Comune di Roccacontrada, tenuto allora da Cante forse congiuntamente con il Gabrielli.
Non risulta che sia stato ancora podestà di Orvieto nel 1308, come vorrebbe il Lucarelli, che probabilmente confonde le date (il 1303 con il 1308). Eletto podestà di Bologna nel 1312, non accettò la carica.
Fra il marzo e il dicembre 1314 egli si trovava a Gubbio, come risulta da alcuni atti relativi alla riscossione di un credito per salari dovutigli da parte del Comune di Roccacontrada. Si ignorano la data e il luogo della morte del Gabrielli.
Il G. fu padre di Cantuccio, che, podestà di Orvieto nel 1315, fu a sua volta nominato capitano di guerra dei Fiorentini nel 1331 durante la guerra contro Lucca, ma troppo giovane e inesperto non dette buona prova di sé come il padre.
Fonti e Bibl.: Ephemerides Urbevetanae, a cura di L. Fumi, in Rer. Ital. Script., 2ª ed., XV, 5, p. 174; Marchionne di Coppo Stefani, Cronaca fiorentina, a cura di N. Rodolico, ibid., XXX, p. 95; Corpus Chronicorum Bononiensium, a cura di A. Sorbelli, ibid., XVIII, 1, p. 322; Codice diplomatico della città di Orvieto, a cura di L. Fumi, Firenze 1884, p. 401; R. Davidsohn, Forschungen zur Geschichte von Florenz, Berlin 1896-1908, III, p. 321; G. Degli Azzi Vitelleschi, Le relazioni tra la Repubblica di Firenze e l'Umbria nel secolo XIV secondo i documenti del R. Archivio di Stato di Firenze, II, Perugia 1909, pp. 28, 33 s., 36 s.; Consigli della Repubblica fiorentina, a cura di B. Barbadoro, Bologna 1921-30, pp. 106, 196, 236, 240, 242-244, 247, 250-252, 254-256, 258-260, 265 s., 269; D. Compagni, Cronica, a cura di G. Luzzatto, Torino 1978, p. 152; Regesti di Rocca Contrada. Sec. XIII, a cura di V. Villani, Abbadia di Fiastra-Urbisaglia 1988, pp. 376, 378-381, 387, 406 s., 419; G. Villani, Nuova cronica, a cura di G. Porta, II, Parma 1991, pp. 168, 728; Regesti di Rocca Contrada. Secoli XIV-XVI, a cura di V. Villani, Ancona 1997, pp. 28, 36, 53, 94-96, 309; S. Ammirato, Istorie fiorentine, I, 1, Firenze 1647, p. 232; F.T. Perrens, Histoire de Florence, III, Paris 1877, p. 110; I. Del Lungo, Dino Compagni e la sua cronica, Firenze 1879, I, pp. 538, 579, 584 s., 1229; II, pp. 311, 317; O. Lucarelli, Memorie e guida storica di Gubbio, Città di Castello 1888, pp. 74, 390; A. Vernarecci, Fossombrone dai tempi antichissimi ai nostri, Fossombrone 1903, pp. 285 s.; G. Degli Azzi Vitelleschi, I Gabrielli da Gubbio e i Trinci da Foligno nella storia della Repubblica fiorentina, in Bollettino della R. Deput. di storia patria per l'Umbria, XIV (1908), p. 300; R. Sassi, Il giudice di Dante podestà di Roccacontrada, Ancona 1958, pp. 3-7; G. Franceschini, Gubbio dal Comune alla signoria deiMontefeltro, in Storia e arte in Umbria nell'età comunale, Atti del Convegno (Gubbio 1968), Perugia 1971, pp. 368 s.; R. Davidsohn, Storia di Firenze, Firenze 1973, IV, pp. 439, 442, 452; V, p. 137; VII, p. 543.