PERRONI (Peroni, Perona), Giovanni - Nacque a Oleggio (Novara) nel 1688. L’anno di nascita si ricava dal certificato di morte del 1748, ove si attesta avesse 60 anni. Negli atti di battesimo della parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo di Oleggio si trova Giovanni Francesco Antonio Peronus nato il 12 ottobre 1680 (con uno scarto di otto anni) da Pietro Francesco e Anna Maria Zolli.
Lazaro Agostino Cotta, nelle Giunte manoscritte (1706-1708; per il loro rinvenimento cfr. G.M. Salvaneschi, Il ritrovamento dei manoscritti autografi della “Giunta” al Museo novarese di L.A. Cotta, in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, LXIII (1972), 1, pp. 20-29) cita Perroni e il fratello Giuseppe Maria come provenienti da Oleggio Galulfo (Cotta, 1994); sul frontespizio dell’oratorio rappresentato a Oleggio nel 1712 i due sono indicati come «patricii» di quel borgo.
Avviato allo studio della musica forse a Novara, all’epoca interessante centro ove Giacomo Battistini era maestro di cappella prima nella Cattedrale, quindi dal 1706 in S. Gaudenzio, Perroni dovette rivelare ben presto talento nel violoncello, strumento molto utilizzato anche nella musica sacra, quindi nella composizione, in particolare di concerti e di oratori, di cui diede il primo saggio a noi noto nel 1704 con la Serenata a due per Dorotea Sofia duchessa di Parma e Piacenza.
Da quell’anno, e fino al 1714, Perroni fu, assieme al fratello, al servizio del ducato di Parma, pur avendo come punto di riferimento costante Milano.
Il fratello Giuseppe Maria, violinista, del quale non sono noti gli estremi cronologici, seguì da vicino le vicende di Giovanni, con il quale collaborò inizialmente alla composizione di alcuni oratori; dal 18 luglio 1718 fu violinista della cappella di corte milanese; chiamato a Vienna, si fece temporaneamente sostituire e rinunciò alla carica ducale solo nel 1753. Fu molto attivo come strumentista e come organizzatore musicale; nel 1716 compose la serenata La gara amorosa, rappresentata a Rho per la nascita dell’arciduca Leopoldo; a lui sono dubitativamente attribuite le due Sonate per violoncello del Fondo Noseda del Conservatorio di Milano.
Nel 1711 a Novara, dal 13 giugno e per otto giorni, assieme ad alcuni dei migliori musicisti del tempo Perroni partecipò attivamente, quale violoncellista e compositore, alle feste per la traslazione del corpo del santo patrono Gaudenzio nel nuovo scurolo, cappella-reliquiario situata all’interno della basilica cittadina. Oltre all’oratorio La costanza della pietà trionfante composto assieme al fratello, eseguì un suo concerto.
Nello stesso anno, acquisita solida fama e in contatto con importanti personaggi delle corti musicali europee, Perroni fu chiamato a comporre ed eseguire un concerto per violoncello inserito nella messa per l’incoronazione di Carlo VI d’Asburgo, celebrata a Venezia davanti all’ambasciatore imperiale (Österreichische Nationalbibliothek, Mus. Hs. 17569).
Sull’onda di quei successi, l’anno successivo fece un breve ritorno nella sua città natale, per la realizzazione dell’oratorio Le delizie notturne della santità e, due anni dopo, nel maggio del 1714, il medesimo soggetto fu proposto a Milano, nella chiesa dei Cappuccini di Porta Orientale con l’oratorio La santità coronata.
Nello stesso anno il compositore pavese Giovanni Antonio Costa si rivolse a lui e al fratello, indicandoli quali virtuosi di musica di Milano, per richiedere l’intercessione presso il vescovo di Pavia, Agostino Cusani, a perorazione di una sua causa economica.
Stabilitosi definitivamente a Milano, compose per la Quaresima del 1715 un ciclo di cantate per la Congregazione dell’Entierro in S. Fedele e per la stessa congregazione, nel 1716, realizzò le cantate Nicodemo e S. Giovanni. Nel 1718 assunse la carica di maestro di cappella di S. Maria delle Grazie per la quale compose l’oratorio L’impegno delle virtù per la festa di S. Tommaso d'Aquino e, in quello stesso anno, replicò per l’Entierro le cantate quaresimali del 1715.
All’attività di compositore, proseguita con il Dialogo pastorale rappresentato a Milano il 7 gennaio 1720, affiancò quella di interprete come membro dell’orchestra del Teatro Ducale in qualità di primo violoncello e assistente al cembalo.
Fu quindi chiamato quale strumentista presso la corte imperiale di Vienna, dove entrò in servizio il 1° aprile 1721 aggiungendosi alla folta schiera di italiani, con il salario di 1800 fiorini, sotto Carlo VI, e di 1000 sotto Maria Teresa. Qui, oltre all’attività orchestrale e di virtuoso, continuò nella composizione di oratori e di cinque concerti per violoncello (Musiksammlung der Grafen von Schönborn-Wiesentheid).
Il 28 gennaio 1726 sposò la cantante modenese di origine francese Anna Maria Lodovica D’Ambreville (v.), anch’essa al servizio della corte austriaca; con lei e con il fratello compì un breve viaggio a Milano nel 1728.
A Vienna continuò a comporre oratori e cantate (le partiture superstiti si trovano in Österreichische Nationalbibliothek): La gara della virtù (oratorio, 1721); Il sacrificio di Noè (oratorio, rappresentato il 5 marzo 1722); Giobbe (oratorio, rappresentato il 22 febbraio 1725); una cantata su testo di Giovan Battista Pusterla (rappresentata, il 4 novembre 1729); Elisabetta (cantata, rappresentata il 19 novembre 1730).
Morì a Vienna il 10 marzo 1748 di idropisia.
Novara, Archivio di Stato, Fabbrica lapidea (1, 22, 33); G.A. Prina, Il trionfo di S. Gaudenzio, Milano 1711 (ed. anast. Novara 2011), pp. 101-113; F.G. Ruggero, Dichiarazione della eccellente musica seguita in Novara, Vercelli 1711; L.R. von Köchel, Die kaiserliche Hof-Musikkapelle in Wien von 1543 bis 1867, Wien 1869, pp. 70, 78, 83; R. Eitner, P., G., in Quellen-Lexikon der Musiker, VII, Leipzig 1902, s.v.; V. Fedeli, Le cappelle musicali di Novara dal secolo XVI a’ primordi dell’Ottocento, Milano 1933, pp. 27-33; A. Bauer, Opern und Operetten in Wien. Verzeichnis ihrer Erstaufführungen in der Zeit von 1629 bis zur Gegenwart, Graz-Köln 1955; C. Sartori, Giovanni Battista Sammartini e la sua corte, in Musica d’oggi, III (1960), 3, pp. 107-108, 111; G. Barblan, La musica strumentale e cameristica a Milano nel ’700, in Storia di Milano, Milano 1962, pp. 620-623, 627, 658; P., G., in Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti, diretto da A. Basso, V, Le biografie, Torino 1988, s.v.; L.A. Cotta, Museo Novarese [1701]. 4. Stanza e giunte manoscritte [1706-1708], Introduzione e note critiche di M. Dell’Omo, Torino 1994, p. 119; M. Vaccarini Gallarani, Le cantate sacre per i cinque Venerdì di Quaresima eseguite nella Congregazione del Santissimo Entierro in S. Fedele a Milano, in Rivista internazionale di musica sacra, XVIII (1997), 1-2, pp. 74-75, 78-79; C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, Indici, I, Cuneo 1993, p. 430; P., G., in The New Grove Dictionary of music and musicians, XIX, London 2002, p. 457; J. Hirshberg - S. McVeight, The «Virtuosi Instromenti» and the Milanese Concerto in the early Eighteenth Century, in Giovanni Battista Sammartini and his musical environment, a cura di A. Cattoretti, Thurnout 2004, pp. 205, 216, 228-230, 235-236; P., G., in Die Musik in Geschichte und Gegenwart, Personenteil, XIII, Kassel 2005, s.v.; A.J. Dunlop, Forgotten musicians. Documenting musical life at the viennese imperial court in the Eighteen Century, in Musicologica Brunensia, XLVII (2012), 1, p. 111; M. Dellaborra - M.C. Farina, Il fondo musicale del Duomo di Pavia. Catalogo, studi e documenti (XVI-XVIII secolo), Roma 2013, pp. 18, 47.