Nacque probabilmente a Napoli intorno al 1671. Entrò al conservatorio di Santa Maria di Loreto di Napoli, dove studiò violino sotto la guida di Giovanni Carlo Cailò.
Il suo nome appare inserito fra i violinisti nell’organico della cappella reale nel 1704. Tre anni dopo fu scelto fra i virtuosi che andarono a formare la real capilla di Barcellona al servizio dell’arciduca Carlo d'Asburgo. Quando nel 1711 Carlo fu eletto imperatore, Ragazzi lo seguì a Vienna, e nel luglio 1713 entrò ufficialmente nel libro paga della cappella imperiale, con un salario di 1080 fiorini (Köchel, 1869).
A Vienna, nel luglio del 1719, sposò la vedova del violoncellista di corte Joseph Malagodi (Malagotti). Nel 1722 Ragazzi appare fra i musici jubilati con una pensione corrispondente alla metà del suo salario annuale (Koczirz, 1913). In quello stesso anno, infatti, chiese e ottenne una licenza per recarsi a Napoli, probabilmente chiamato a sostituire Cailò, defunto in maggio. Forte del prestigio conseguito al servizio dell’imperatore, Ragazzi fece richiesta di essere posto alla guida dei violini della cappella reale di Napoli. Tuttavia il viceré cardinale Michele Federico Althann con una risposta del febbraio 1723 respinse le ‘pretese’ di Ragazzi in favore del più anziano violinista Pietro Marchitelli (Archivio di Stato di Napoli, Cappellano Maggiore, Diversi, 1164). Fu solo alla morte di Marchitelli, nel febbraio del 1729, che Ragazzi fu posto alla guida della cappella napoletana. La notizia trova conferma in un documento dell’aprile del 1730, in cui Ragazzi è inserito al primo posto del choro di 12 violini con il compenso più alto (Archivio di Stato di Napoli, Segreteria del Viceré, f. 1892).
Secondo un memoriale presentato all'imperatrice (Vienna, Haus-, Hof- und Staatsarchiv, Obersthofmeisteramt - Akten, Karton 35 ), quando i Borbone fecero il loro ingresso a Napoli nel 1734, Ragazzi fu denunciato, incarcerato e quindi costretto a lasciare la città (Memoriale). Nel 1736 fu riammesso alla cappella imperiale, e nello stesso anno dedicò all’imperatore Carlo VI la sua collezione di Sonate a Quattro.
L’ultima testimonianza relativa all’attività di Angelo Ragazzi si trova in una lettera inviata da Niccolò Jommelli a padre Martini il 4 marzo 1750. Nell’introdurre Ragazzi, che cercava aiuto da padre Martini per l’identificazione dell’autore di un trattato di teoria musicale anonimo, Jommelli lo definiva come ‘Virtuoso Suonator di Violino e famoso Contrapuntista’ (Schnoebelen, 1979). Ragazzi morì a Vienna il 12 ottobre 1750 (Wiener Zeitung, 14 October 1750, 8).
Non è chiaro quale fu la carica ricoperta da Ragazzi alla corte di Carlo VI. Nel frontespizio della collezione, stampata a Roma, Ragazzi si definisce ‘Direttore della Musica strumentale e Compositore’ dell’imperatore, mentre la fonte manoscritta che conserva un canone a 5 voci sul testo ‘Johann Joseph Fux excellens musicus’ - chiaro omaggio all'allora Kappelmeister - attribuisce a Ragazzi il titolo di Concertmeister.
Certamente Ragazzi fu un compositore apprezzato alla corte viennese ed è possibile che al suo ritorno a Vienna cercasse di ottenere una posizione di prestigio all’interno della cappella imperiale, forse quella occupata da Antonio Caldara, morto nel dicembre del 1736. Almeno tre Messe, una a 8 e due a 4 voci, dedicate all'imperatore, furono eseguite dalla cappella imperiale fra il 1737 e il 1740 (Riedel, 1977). Le due messe ‘a cappella’ sono entrambe caratterizzate dall’uso dello ‘stile antico’ e basate su un soggetto cavato dal testo ‘Carolus Sextus, Romanorum Imperator, et Hispaniarum Rex’. L’influsso della tradizione viennese e in particolare della lezione di Johann Joseph Fux risultano presenti anche nei due canoni inclusi nel manoscritto Collectaneorum musicarum libri quatuor, copiato da Jan Dismas Zelenka e conservato presso la Sächsische Landesbibliothek di Dresda (D-Dl, Mus 1-B-98).
L’unica raccolta pubblicata è quella delle Sonate a quattro, dodici sonate per due o tre violini, ripieni e basso continuo, stampate a Roma nel 1736 a spese dell’autore e dedicate all’imperatore Carlo VI. Le sonate vennero probabilmente composte qualche anno prima. Un manoscritto incompleto della collezione è conservato presso la biblioteca del Conservatorio di Napoli e può essere datato intorno al 1722, gli anni della residenza di Ragazzi a Napoli. La collezione presenta l’alternanza di sonate a due violini, violetta e basso – divise in tre movimenti e dallo stile prettamente concertante, con il primo violino che predomina come in un vero e proprio concerto solistico - e sonate per tre violini e basso, che si presentano invece in un rigoroso stile contrappuntistico.
Oltre alle messe e alla raccolta di sonate, l’opera di Ragazzi comprende fra l'altro un Concerto Grosso a 3 oboi, tenore e continuo, una Fantasia per violino solo (perduta) e alcuni concerti per violino, in cui si nota l’influenza dello stile vivaldiano. Alcuni dei lavori di Ragazzi sono anche menzionati nell’inventario di Michel-Charles le Cène nel 1743.
Canone “Inveni hominem” a 5 voci D-Dl; Canone a 4 voci, D-Dl; Lauda Sion, A-Wn; 2 Messe a 4 voci (1736 e 1737 Wien, Hofburgkapelle), A-Wn; D-MÜs (solo Kyrie); Messa a 8 voci e str. (1739) A-Wn; Recercare a 4 voci, A-Wn, D-Bsb.
Sonate a quattro, 12 Sonate per 2 violini, violino/violetta, violone e b.c. op. 1, Roma 1736 (dedicate a Carlo VI) I-Bc; copia ms., I-Nc; D-Müs (solo le sonate n. 1-3); arr. a 4 voci (solo n. 10), S-Skma; Concerto per violino, violetta e b.c. (1728), CH-Bu, I-Nc; Concerto per violino, violetta e b.c. (1728), I-Nc; Concerto per violino solo, violino, violoncello e b.c. D-Dl; Concerto per 4 violini, violetta, violoncello e b.c. (1728), I-Nc; Concerto a tre per due violini, ripieni e b.c. (1729) I-Nc; Concerto grosso a 3 per ob., viola e b.c., D-B; Fantasia a violino solo, D-Dl (perduta); Sinfonia a 2 per 2 violini e b.c., I-Mc; 2 Sonate a tre, per 2 violini e b.c., I-Nc. Vienna, Das Wiener Stadt- und Landesarchiv, Wien Trauungsindex – I Teil, St 701; Ludwig von Köchel, Die Kaiserliche Hof-Musikkapelle in Wien von 1543 bis 1867, Vienna 1869 (ristampa Hildesheim-New York 1976); A. Koczirz, Exzerpte aus den Hofmusikakten der Wiener Hofkammerarchivs, in Studien zur Musikwissenschaft, I, Leipzig (1913), p. 289; U. Prota-Giurleo, Breve storia del teatro di corte e della musica a Napoli nei secoli XVII-XVIII, in F. de Filippis - U. Prota Giurleo, Il teatro di corte del Palazzo Reale di Napoli, Napoli 1952, p. 72; R. Di Benedetto, The Sonate a Quattro of A. Ragazzi (1736), in International Musicological Society: Congress Report, Copenhagen 1972, pp. 356-365; F.W. Riedel, Kirchenmusik am Hofe Karls VI. Untersuchungen zum Verhältnis von Zeremoniell und musikalischem Stil im Barockzeitalter, München 1977; A. Schnoebelen, Padre Martini's Collection of Letters, New York 1979, p. 311, n. 2564; Zelenka Dokumentation, Wiesbaden 1989, I, p. 71; R. Rasch, I manoscritti musicali nel lascito di Michel-Charles le Cène (1743), in Intorno a Locatelli, a cura di Albert Dunning, Lucca 1995, II, pp. 1039-1070; A. Sommer-Mathis, Von Barcelona nach Wien. Die Einrichtung des Musik- und Theaterbetriebes am Wiener Hof durch Kaiser Karl VI, in Musica conservata. Günter Brosche zum 60. Geburtstag, a cura di J. Gmeiner, Tutzing 1999, p. 358; R. Bossa, A. R., in New Grove Dictionary of music and musicians, (2001), s. v.; E. Hilscher, Kontrapunkt für den Kaiser: Angelo Ragazzis Messen für Karl VI, in Studien zur Musikwissenschaft: Beihefte der Denkmäler der Tonkunst in Österreich, XLIX, Tutzing 2002, pp. 173-183; G. Olivieri, Tra Napoli e Vienna: musicisti e organici strumentali nel Viceregno Austriaco (1707-1736), in Analecta Musicologica, XXXII, Laaber 2002, pp. 161-182; G. Olivieri, String virtuosi in Eighteenth-Century Naples. Culture, power, and music institutions (Cambridge University Press, in corso di stampa).