SARATELLI, Giuseppe Giacomo
Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 90 (2017), 2023
Organista e compositore. Alcuni fra i principali dizionari (Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti, VI, p. 969; La Musica, II, p. 969; Enciclopedia della Musica, IV, p. 115) menzionano due Giuseppe Giacomo Saratelli, ipotizzando che il primo sia padre del secondo, di cui si dà il luogo (Padova) e le date di nascita (1714) e di morte (1762). Tuttavia, l’esistenza di un omonimo è da verificare e potrebbe essere frutto di un equivoco, date le discordanze rilevate con le fonti bibliografiche. Alcune fonti padovane (Jolanda Dalla Vecchia, 1995, p. 79), ad esempio, contraddicono le notizie relative alla data di nascita del compositore, riportando che Saratelli ricoprì il ruolo di primo organista alla basilica del Santo già dal 1708, per poi essere chiamato nel 1732 «in età addatata, prossimo agli anni cinquanta» (cit. in Pier Giuseppe Gillio, 2006, p. 398) presso l’ospedale dei Mendicanti come maestro del coro. Ciò metterebbe altresì in dubbio le parole di padre Gian Battista Martini (Serie cronologica, p. 18) che colloca invece il compositore all’ospedale della Pietà.
Assai controversa è anche la definizione della città di nascita. In un ritratto del Saratelli, di autore ignoto - proveniente dalla collezione di padre Martini e custodito nel Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna - è presente una iscrizione che lo definisce bolognese (giu: saratelli bologn: maestro cap.). D’altra parte il compositore fu effettivamente legato alla città emiliana come aggregato della celebre Accademia filarmonica a partire dal 1701 in qualità di organista.
Resta ancora da verificare il dato relativo al periodo ferrarese del Saratelli (dal 1706 al 1708) durante il quale ricoprì il ruolo di vice maestro di cappella dell’Accademia dello Spirito Santo, cui è probabilmente legato l’oratorio La Regina Ester, composto nel 1706.
Nonostante le difficoltà nel delineare con esattezza la sua biografia, si può a ragione affermare che ciò che gli garantì prestigio e occupazione fu l’attività svolta a Venezia, presso due delle più rinomate istituzioni musicali dell’epoca, l’ospedale dei Mendicanti e la cappella musicale della basilica di San Marco, dove fu chiamato nel 1732.
Dopo essersi trasferito nella Serenissima, ebbe una vita piuttosto tormentata, in cui i suoi sforzi per avere un adeguato riconoscimento all’interno delle istituzioni non furono, almeno in un primo momento, pienamente apprezzati. In particolare, presso l’ospedale dei Mendicanti l’esperienza come maestro fu breve e non sempre facile, complicata dal periodo di declino che stava vivendo il coro, già provato dal disastroso collasso economico che aveva interessato l’istituzione nel 1717 (Gillio, 2006, pp. 397).
Naufragato il tentativo di coinvolgere il compositore tedesco Johann Adolf Hasse alla guida del coro, Saratelli fu nominato il 25 gennaio 1732 perché considerato meritevole in quanto «in età addatata, prossimo agli anni cinquanta, di buona presenza e d’un contegno molto opportuno per concigliarsi, et esigere rispetto, che è il punto più esentiale, da cui può dipender unicamente la disciplina, et il profito del coro». La sua nomina fu possibile solo dopo che i governatori dell’ospedale decisero di elargirgli uno stipendio sufficiente (250 ducati) a colmare la perdita delle due cariche che egli ricopriva a Padova: quella di primo organista presso il Santo e quella di maestro di cappella a S. Giustina (Gillio, p. 398).
Ai Mendicanti Saratelli rimase fino al 1740, componendo in particolare messe e mottetti di cui si complimentarono gli stessi deputati responsabili del coro, definendoli nei loro verbali «cantabilissimi» (cit. in Gillio, p. 400). In particolare, egli fu protagonista della ripresa dell’attività oratoriale dell’ospedale con il dramma sacro dal titolo Magdalenae Conversio su testo di Carlo Goldoni, messo in scena nel 1739 in occasione della festa titolare in onore di Maria Maddalena.
Ciononostante, la situazione economica dell’ospedale, che per quasi vent’anni non aveva più dato alle stampe nessun libretto d’oratorio, non era migliorata e gli esiti delle successive ballottazioni testimoniano la responsabilità del maestro nei confronti dei gravi problemi che affliggevano il coro.
Dedito quasi esclusivamente al genere sacro in un’epoca in cui era l’opera in musica a primeggiare, Saratelli non seppe accattivarsi a lungo le simpatie delle figlie di coro e della congregazione, e il 2 febbraio 1740, dopo due successive votazioni, che ebbero il medesimo esito di 12 voti favorevoli e 9 contrari, fu licenziato.
Parallelamente ai Mendicanti, il compositore lavorò presso la basilica di San Marco, dove fu costretto ad aspettare più di quindici anni prima di ricoprire la carica più ambita. Chiamato il 2 marzo 1732 a sostituire provvisoriamente Antonio Lotti, suo maestro, rimase a lungo vice organista, avendo purtroppo perso il concorso per diventare organista effettivo.
Dopo anni all’organo di San Marco, il 31 luglio 1740 fu eletto vice maestro della cappella musicale per poi succedere, soltanto il 24 settembre 1747, al maestro Antonio Pollarolo.
Avendo soprattutto il genere liturgico, Saratelli ridusse in povertà la propria famiglia che, dopo la sua morte avvenuta a Venezia nel 1762, dovette appellarsi ai procuratori della città per poter sopravvivere. Come ci riferisce Francesco Caffi: «A differenza di altri maestri, che quasi tutti morirono in agiatezza e lasciarono ben provveduti i loro eredi, Saratelli, morendo, lasciò due nubili figlie in miseria sì squallida, che i Procuratori, per decreto 16 maggio 1762, pietosamente col dono le suffragarono di 100 ducati» (Caffi, ried. 1987, p. 294).
Pur incontrando notevoli difficoltà lungo il suo cammino professionale, egli fu riconosciuto dai suoi contemporanei come un compositore dotato, degno erede della scuola lottiana, che vantava fra i suoi allievi Johann Gottfried Schwanenberger e Andrea Lucchesi, meglio noto per aver influenzato, come kapellmeister a Bonn, la formazione musicale di Ludwig van Beethoven.
Come riporta Jean-Baptiste De Laborde (Essai sur la musique, p. 234), Adolf Hasse e Baldassarre Galuppi tessero le lodi del maestro che, a causa della lentezza nel comporre e della scelta di dedicarsi quasi esclusivamente al genere sacro, ebbe non poche difficoltà a far riconoscere il proprio talento.
Le sue composizioni sono conservate presso le maggiori istituzioni culturali in Italia, Germania, Austria e Repubblica Ceca.
In Italia, la maggior parte delle opere si trova a Venezia, presso la biblioteca della Fondazione Levi e la Biblioteca nazionale Marciana, dove sono custoditi sei salmi a 3 voci, una messa a 4 voci del 1756, un Gloria con stromenti (violino, viola, oboe e basso continuo) del 1745, un Popule meus a 4 voci e un libro di solfeggi per soprano e basso continuo dedicato a Maria Venier.
Inoltre, a Venezia, rispettivamente presso la biblioteca della Fondazione Giorgio Cini e la biblioteca della Casa di Carlo Goldoni sono conservati i libretti di due oratori: La regina Ester, eseguito nel 1706, e Magdalenae Conversio del 1739 il cui testo in latino è opera del celebre commediografo veneziano. Sempre presso la Fondazione Giorgio Cini, è custodito anche il libretto del dramma per musica Il trionfo d’Amore, messo in scena a Padova nel 1713. A Bologna nel Museo internazionale e biblioteca della musica è presente una cantata a basso solo, dal titolo Su l’elemento infido, e l’oratorio Maria vergine in traccia di Gesù smarrito, composto a Bologna nel 1699.
A Napoli, nel Conservatorio di musica San Pietro a Majella, sono conservate in due volumi miscellanei manoscritti quattro Cantate per soprano e basso continuo dal titolo Stanco di più penar, Farfalletta semplicetta, Chiusi un dì e Sperai già ch’ogni mio ardor.
A Roma, presso la bibliomediateca dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, è custodita la cantata Sfortunati sospiri di Tirsi per contralto e basso continuo, mentre l’Archivio capitolare della basilica papale di Santa Maria Maggiore possiede un Dixit Dominus a 8 voci del 1724 dedicato a Pio V. Nel fondo Noseda della Biblioteca del Conservatorio di musica G. Verdi di Milano si trova una raccolta di partimenti dal titolo Bassi per esercizio d’accompagnamento all’antico, presumibilmente legata all’attività didattica svolta da Saratelli nell’ospedale veneziano. Questa stessa raccolta è conservata in copia all’interno della collezione Santini di Münster, presso la Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera e la Staatsbibliothek di Berlino. Inoltre la Biblioteca nazionale Braidense di Milano possiede il libretto di un dramma per musica, dal titolo I rivali generosi, composto a Padova per il carnevale del 1710 su testo di Apostolo Zeno. Sempre nel fondo Santini di Münster si trovano un Kyrie e un Gloria a 4 voci ‘con Violini e trombe ad libitum’ del 1744. Nella Staatsbibliothek di Berlino è custodito un Laudate Pueri a 4 voci con strumenti, datato 1744, mentre in Austria, presso l’Österreichische Nationalbibliothek di Vienna, sono custodite 5 Sonate per violino e basso continuo.
Infine, a Praga, all’interno della raccolta musicale dei Cavalieri della Croce e presso l’Archivio musicale del Castello, sono presenti due Magnificat a 4 voci, archi e organo.
Fonti e Bibl.: G. B. Martini, Serie cronologica de’ principi dell’Accademia dei Filarmonici di Bologna, Bologna 1776, ed. anast., Bologna 1970, p. 18; J. De Laborde, Essai sur la musique ancienne et moderne, Parigi 1780, III, pp. 233-234; F. Caffi, Storia della musica sacra nella già Cappella Ducale di S. Marco in Venezia dal 1318 al 1797, Venezia, 1854-1855, riedizione a cura di E. Surian, Firenze 1987, pp. 293-296; S. Dalla Libera, Cronologia musicale della Basilica di S. Marco in Venezia, Milano 1961, p. 134; Arte e musica all’Ospedaletto: schede d’archivio sull’attività musicale degli ospedali dei Derelitti e dei Mendicanti di Venezia (16-18 secolo), a cura di G. Ellero - Y. Scarpa - C. Paolucci, Venezia 1978, pp. 158, 170, 172, 184-186; E. Selfridge-Field, La musica strumentale a Venezia da Gabrieli a Vivaldi, Torino 1980, pp. 50, 261, 272-73, 276; C. Valder-Knechtges, Giuseppe Saratelli: Ein venezianischer Musiker des 18 Jahrhunderts, in Die Musikforschung, XXXVII, (1984) 2, pp. 111-114; J. Dalla Vecchia, Cantanti e strumentisti nel Settecento. La Cappella Antoniana a Padova, in Rassegna veneta di studi musicali, IX-X, (1993/1994), pp. 131-168; Id., L’organizzazione della Cappella musicale antoniana di Padova nel Settecento, Padova, 1995, pp. 16, 55, 79, 89-113; P. G. Gillio, L’attività musicale negli ospedali di Venezia nel ‘700. Quadro storico e materiali documentari, Firenze, 2006, pp. 159, 159, 164, 168, 230, 361, 390, 398, 399, 401-404.
Di seguito una breve bibliografia ragionata:
F.J. Fétis, Biographie universelle des musiciens et bibliographie génèrale de la musique, Parigi 1864, VII, pp. 397-398; C. Schmidl, Dizionario universale dei Musicisti, Milano 1929, II, p. 448; Enciclopedia della Musica, diretta da C. Sartori, Milano 1964, IV, p. 115; La Musica, diretta da Guido M. Gatti, a cura di A. Basso, Torino 1971, II, p. 969; Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti, Le biografie, a cura di A. Basso, Torino 1988, VI, p. 578.