BIOGRAFIA (dal gr. βίος "vita" e γράϕω "scrivo")
Antico Oriente e Islām - L'antico Oriente non ha conosciuto la biografia, almeno nel senso rigoroso del termine. Cronache di re egiziani e assiri, e ancor più iscrizioni sepolcrali od onorarie di sovrani fenici e aramei che celebrano le loro imprese, talvolta prendendo le mosse fin dalla loro nascita, contengono sì elementi biografici, ma non si propongono di narrare per disteso la vita dei personaggi cui si riferiscono. E nemmeno possono dirsi biografie le opere letterarie, frequenti specialmente in Egitto, che raccontano singoli episodî cospicui della vita di qualche personaggio insigne (per lo più re, ministri, sapienti) per trarne occasione a considerazioni moraleggianti: in tale genere letterario il dato biografico offre soltanto il pretesto e costituisce la cornice di opere di carattere pedagogico ed edificante, e dà origine al genere letterario cosiddetto sapienziale, del quale si hanno esempî anche in alcuni libri biblici, quali Giobbe, Tobia, ecc.: in queste opere la storicità del protagonista, spesso indubbia, si distingue malamente dai particolari del tutto romanzeschi del racconto, e la forma è spesso quella dell'autobiografia (v.), la quale domina anche in altri prodotti letterarî dell'antico Oriente più aderenti alla realtà storica.
Nella letteratura storica biblica la narrazione assume volentieri l'aspetto di biografia, specialmente nell'esposizione delle imprese dei singoli condottieri e re d'Israele e di Giuda; ma anche qui si tratta di una concezione ingenua della storia, che raggruppa il corso degli avvenimenti intorno alle personalità più spiccate, piuttosto che di una deliberata intenzione di narrare la vita e di ritrarre il carattere di quelle personalità in modo unitario. Quanto al midrāsh (v.) postbiblico, esso si presenta come racconto di particolarità biografiche piuttosto che come biografia compiuta e, inoltre, manca di qualsiasi fondamento storico.
La letteratura medio-persiana offre per prima esempî di vere e proprie biografie di re, di cui raccontano per disteso la vita: anche in queste, tuttavia, l'elemento fantastico s'intreccia col dato storico, e non mancano digressioni moralistiche (forse derivate da modelli semitici o indiani). Non vi è dubbio che questa biografia persiana abbia influito, insieme con altri generi letterarî, tra i quali il midrāsh giudaico e il βίος ellenistico, sulla formazione della biografia araba di Maometto, la quale offre il primo esempio compiuto di biografia orientale (v. maometto e arabi: Letteratura). Per impulso e sul modello di questa biografia (sīrah) si sviluppa nella letteratura araba una ricchissima fioritura biografica, così di califfi, di sultani, di ministri, come di dottori della legge, di maestri di religione, di letterati e di scienziati. Se una parte di questa letteratura serve soltanto allo scopo pratico di attestare mediante il dato biografico l'autenticità e la validità della tradizione di cui quei dottori e quei maestri sono i trasmettitori (a ciò sono vòlti principalmente i colossali repertorî, disposti sia in ordine alfabetico sia in serie cronologica, di tradizionisti e di inistici; v. ḥadīth), un'altra cospicua parte di essa risponde esclusivamente alla curiosità erudita e all'interesse storico che gli Arabi e in genere i musulmani hanno risentiti in alto grado: tali, per es., sono le biografie di poeti contenute negli Aghānī (v.) e in altre opere del genere, quelle di medici nel dizionario di Ibn Abī Uṣaybi‛ah (v.), ecc.
Un posto a parte occupano le biografie di sovrani (talvolta di ministri) composte durante la vita di questi e costituenti quasi una apologia della loro opera. Questo genere (che si avvicina di molto all'autobiografia in quanto l'impulso all'opera proviene dallo stesso personaggio biografato) si è sviluppato particolarmente nella letteratura persiana e in quelle altre letterature musulmane che da essa derivano, come la turca e l'indostana: tra gli esempî più importanti sono da ricordarsi alcune biografie di sultani mongoli dell'India, e segnatamente quella di Akbar (v.), l'Akbar-nāmeh. Tali biografie, nonostante l'inevitabile parzialità dell'esposizione, costituiscono spesso una fonte storica di prim'ordine.
India. - Data la mancanza di una netta discriminazione fra leggenda e storia, che è una caratteristica della letteratura indiana, anche quel genere monografico di storia che è la biografia non è stato mai ben distinto dall'epos, e può quasi esser considerato come uno speciale tipo dell'epos stesso. Così, per converso, tutta la letteratura pseudostorica sul Buddha (v.) e sulle sue primitive incarnazioni, portante manifesti i segni della sua natura leggendaria, fu considerata presso i buddhisti quale vera e propria biografia. Elementi storici, commisti a leggendarì, contengono anche le biografie e le parti biografiche di opere jainistiche, sia sul fondatore Mahāvīra, sia sui maggiori dottori del jainismo, di cui ci sono conservate molte liste. Non mancano poemi celebranti le gesta di re indiani, nei quali la materia e il tono della narrazione si accostano sempre più alla storia biografica del personaggio celebrato, né mancano opere in prosa di tipo anche spiccatamente biografico; ma, tutto sommato, la vera e propria biografia, come in generale la storia, resta nell'India assorbita e non disviluppata dall'epica (v. india: Letteratura).
Cina. - Gli antichi cinesi non scrissero vere e proprie biografie. Si chiamavano chuan gl'insegnamenti tradizionali come quelli dei commentatori Tso Ch'iu-ming, Kung-yang e Ku-liang al Libro delle primavere e degli autunni. Il grande storico Ssŭ-ma Ch'ien (145-86 a. C.) allargò il senso di questa parola; col doppio termine lieh-chuan indicò "tutto ciò che la memoria degli uomini trasmette (chuan) di generazione in generazione, su soggetti distinti (lieh) gli uni dagli altri" (Chavannes, Se-ma Ts'ien, I, Introduz., pagina clxxv). Queste monografie (lieh-chuan) costituiscono la parte più importante e più voluminosa dell'opera del grande storico cinese e sono in massima parte biografie dei personaggi più notevoli nella storia della Cina antica. Alcune contengono la biografia di una sola persona, altre uniscono le vite di due o più persone che hanno avuto talenti analoghi o analoga professione. Le biografie complessive assumono talvolta la forma di monografie, ognuna delle quali forma un capitolo dedicato, p. es., ai letterati, ai funzionarî clementi, ai funzionarî inflessibili (122), ai vagabondi raddrizzatori di torti (124) e così via. Nella prima parte della stessa opera, varî capitoli sono poi dedicati in forma monografica alle case ereditarie, e costituiscono una specie di monografie familiari. Tra esse è interessante, per la sua ampiezza, la biografia di Confucio e dei suoi discendenti (Chavannes, Se-ma Ts'ien, cap. 47, V, Parigi 1905, pp. 283-435). Gli storici cinesi successivi si sono attenuti allo stesso schema di Ssŭ-ma Ch'ien.
Altre forme caratteristiche di biografie sono i pien-nien e i itien-pu, nelle quali sono riferite, anno per anno, mese per mese, le vicende di uomini celebri.
Le biografie sono spesso ordinate in collezioni. Si hanno così biografie di letterati, di uomini di stato, di matematici, di frati buddhisti, di monaci taoisti. Risale al sec. II d. C. una raccolta di biografie delle donne celebri della Cina. Queste biografie sono spesso accompagnate da accurate analisi bibliografiche. Le opere europee di biografia cinese sono in parte compilazioni, su assai più ampie opere analoghe cinesi. Nelle monografie, spesso assai voluminose, che descrivono provincie, regioni, città o altri luoghi celebri per qualunque ragione, non mancano mai le biografie, ordinate cronologicamente, degli uomini celebri, delle donne celebri, degli asceti taoisti e buddhisti, ecc. che sono nati, che hanno vissuto o che sono morti nella località descritta.
Altre forme caratteristiche di biografie sono gli elogi, pronunciati e scritti in occasione della morte di uomini celebri. Sono spesso incise su stele; hanno uno stile loro proprio. Può servire di modello l'elogio funebre del nipote del celebre Han Yü (Zottoli, Cursus, IV, pagine 347-353).
Numerosissime sono le autobiografie. Vanno ricordati altresì gl'indici di nomi proprî che, a molte decine di migliaia, sono ricordati negli storici e che contengono poche indicazioni biografiche, ma notizie bibliografiche che permettono di risalire alle fonti. Gli stessi schemi biografici appaiono nella letteratura coreana e in quella giapponese. Per il caratteristico sviluppo che le biografie, e specialmente le autobiografie, hanno assunto nella letteratura giapponese, v. giappone: Letteratura.
Letterature classiche. - Nel mondo antico la biografia è una forma letteraria che sorge naturalmente piuttosto tardi. Finché l'uomo, a cui essa mira e ch'essa ha per particolare oggetto, rimane legato organicamente alla stirpe, alla società, alla nazione di cui fa parte, e non ha coscienza di sé stesso come semplice individuo, per il nascere della biografia manca il terreno, e non ci sono che principî o avviamenti; tale è l'evocazione d'imprese e di vita d'eroi, presso gli epici antichi, tale tutta la tradizione di ricordi personali, vero e leggenda, favola e storia, fiorita negli antichi poeti stessi, come in Omero. Progredita coscienza individuale denotano i lamenti per gli eroi o per gli amici estinti, gli epinici per i vincitori, gli encomî di re e di principi, gli elogi funebri. Ma il senso storico, che tende a eliminare dalla realtà la novellistica, si sviluppa solo tra il sec. VI e il V a. C., nell'Asia Minore, e di lì a poco comincia, specialmente per effetto della sofistica, un modo nuovo di guardare i personaggi, più attento e più critico. Immagine di questa evoluzione spirituale appaiono Socrate ed Euripide; in Tucidide c'è piuttosto un atteggiamento di reazione contro l'affermarsi di energie individuali; in lui agiscono di preferenza le folle, e cioè le varie stirpi greche in massa; rari sono gl'individui, alcuni però di nitido rilievo e con le loro note biografiche. E già innanzi, uno Stesimbroto di Taso si era sentito attratto, non meno che dalla vita pubblica, dalla privata di Temistocle o di Pericle, pur dove non ha importanza storica, né rifuggiva dagli aneddoti o dai pettegolezzi; e un Ione di Chio ritraeva vividi tratti di uomini, così come li aveva colti coi proprî occhi. Nella critica letteraria il centro d'attrazione, quale figura umana, è Omero. Di lì a poco sull'immediatezza di certe impressioni prevale il tipico, cioè si guarda l'uomo alla luce d'un concetto o d'un ideale. Il primo delinearsi d'un genere biografico si riallaccia a codesta tendenza. L'Evagora d'Isocrate è un encomio ricco di elementi biografici, che foggia la narrazione dei fatti sul tipo del monarca per eccellenza. Incisivi momenti individuali sono nell'Agesilao di Senofonte, un encomio anch'esso, dal fare moraleggiante, ma più schietto dell'isocrateo. Ritratti storici compariscono per la prima volta nell'Anabasi. La biografia però vera e propria è un prodotto della filosofia da cui viene il considerare l'uomo in sé e come fine a sé stesso: ha le sue radici nella concezione platonica e aristotelica del βίος, che vale "condotta di vita, maniera di vivere", e contempla l'uomo già divenuto, nel suo stato di compiutezza, nel tipo della sua totalità, non già nel suo divenire, nelle contraddizioni, negl'intimi contrasti; onde l'uomo è là ad esemplificare una "maniera di vivere". Dell'osservazione di caratteri specifici d'uomini e cose Aristotele fa un metodo, da cui prende mosse, spiriti e forme la biografia greca: la quale, così, non arriverà mai ad afferrare ndl'uomo ciò che in lui si agita al di là del tipico, la sua essenza individuale. Più vi s'avvicina, nondimeno, un genere di biografia, il peripatetico, che ha la sua origine egualmente in concetti aristotelici, secondo cui quei dati caratteri che si discoprono nella pienezza d'una vita umana non sono qualcosa di stagnante, ma forza attiva e operosa, rivelantesi nelle azioni e per le azioni visibile. Ed ecco che a determinare i caratteri d'un personaggio la biografia peripatetica parte dalle azioni da lui compiute nell'età già fatta e, per via di procedimento artistico, ci conduce a quei caratteri attraverso il racconto di queste: dove invece la biografia alessandrina di natura erudita, che è l'altra forma fondamentale e più diffusa del γέγος letterario nell'antichità, poggia non su libera e mossa narrazione, ma su determinati tipi costruttivi, i quali poi si vanno via via fissando in rubriche, e non mira all'unità.
Perché avesse principio la biografia, occorreva così soltanto un impulso: e venne dalle correnti individualistiche che contraddistinguono l'ellenismo, e direttamente da Aristotele con l'incitare ch'egli fece i proprî allievi alla ricerca storico-scientifica e col dare un modello d'arte e un metodo per simili lavori nel dialogo Περὶ ποιητω e in luoghi della 'Αϑηναίων πολιτεία. Passi nella stessa direzione s'erano già fatti prima d'Aristotele; e parallelamente a lui operò nel medesimo senso Eraclide Pontico, un altro discepolo di Platone. La biografia letteraria però è una creazione d'Aristosseno di Taranto, che si muoveva a fianco e sulle orme di Aristotele: quindi, una fioritura o di autentici βίοι o d'indagini sulle persone di uomini illustri particolarmente nelle lettere, ma anche di politici, di condottieri e così via. Dicearco di Messina, Cameleonte, Clearco stanno in prima linea dopo Aristosseno sulla via indicata e aperta quasi dal maestro: chi segue una forma, chi un'altra, ma libri περὶ βίων prevalgono sui singoli βίοι, in quanto appunto al fondo d'ogni βίος c'è una data "maniera di vita" a cui lo scrittore guarda più che ai fatti della vita; tratto del resto che non manca anche nei βίοι propriamente detti. Vecchie tradizioni sono qui raccolte, un materiale tra prezioso e senza valore si dà in pascolo al gran pubblico per cui si scrive, avido qual è di apprendere sui viri illustres del passato: onde, quello che si sa e quello che si crede di sapere, le audaci deduzioni e combinazioni, anche le invenzioni, accanto al vero o a ciò che ha apparenza di vero. A deformare questa iniziale biografia contribuisce la leggenda, l'aureola del divino che ama circonfondere un poeta, le inquinazioni della commedia (ad es. per Socrate ed Euripide) e dell'oratoria, il gusto del pettegolezzo e della maldicenza, e, per i filosofi più antichi, come ha recentemente mostrato lo Jaeger (Über Ursprung und Kreislauf d. philosophischen Lebensideals, in Sitzungsber. der preussischen Akademie der Wiss., phil.-hist. Kl., 1928, p. 390 segg.), il riflettersi nel passato della concezione etica del presente, quella cioè della vita pratica o attiva, in questo periodo da Dicearco anteposta alla vita teoretica o contemplativa. È un campo, codesto, dei più difficili a vagliare; ed è certo che il merito dei peripatetici, oltre e più forse che nella raccolta e trasmessa eredità degli antichi, sta nella tecnica creata dell'arte biografica.
La biografia alessandrina risente naturalmente di queste manchevolezze che sono alla radice, né si affrancò mai del tutto dalla novellistica o dall'aneddoto o dalla cronaca scandalosa, e nemmeno da certi metodi pericolosi, là dove non arrivavano le conoscenze; si ridusse anche ad aridi schematismi a seconda degli aspetti sotto i quali si può presentare un uomo, vita pubblica, vita privata, famiglia, studî, imprese, scritti, qualità fisiche e morali; lavorò per categorie, e solo per i dotti. Ma quivi è implicito il lato buono di essa: un più vigile e più evoluto metodo critico, una meglio documentata e più vasta padronanza di materiale biografico. Intermediarî tra la biografia peripatetica e l'alessandrina furono uomini come Satiro ed Ermippo il Callimacheo, che scrissero in Alessandria e furon detti peripatetici, e hanno di novità l'ampiezza del materiale ma non ancora la valutazione critica: le scoperte del frammento d'Ossirinco della biografia euripidea per Satiro e del commento di Didimo per Ermippo, dicono a sufficienza in proposito. Ed entrambi gli scrittori mantengono il carattere artistico: Satiro adopera il dialogo come Aristotele nel Περὶ ποιητῶν . La biografia degli Alessandrini limita la sua sfera d'azione ai letterati, serve di proemio alle opere commentate d'uno scrittore, o fa parte di trattazioni de viris illustribus, comprendenti uno sguardo generale sul genere letterario e successivamente, in ordine cronologico, i suoi rappresentanti. Tutta questa materia subì quindi sorti diverse: in parte, attraverso mutilazioni e guasti, varcò i secoli e venne fino a noi; altro passò rifuso e ridotto nelle grandi collezioni bizantine, l''Ονοματολόγος d'Esichio di Mileto, il Lessico di Stefano di Bisanzio, la Biblioteca di Fozio, il Lessico di Suida.
A Roma l'interesse per l'individuo è antico. Carmi conviviali, nenie in lode dell'estinto, di natura della laudatio funebris, elogia commemorativi delle pubbliche dignità e delle gesta, immagini degli avi, ritratti veristici, tutto è rivelatore. Quindi il rigoglio della biografia nel mondo romano. E già i frammenti dei Didascalica di Accio, un'opera storico-letteraria, han fatto ripensare per più d'un conto all'Euripide di Satiro; e l'individuo vi è fatto valere. Ma iniziatrice anche qui è l'età del più esuberante individualismo; maestro è Varrone. Le sue Hebdomades, o ritratti di uomini illustri accompagnati da iscrizioni, poggiavano sopra usanze nazionali, la consuetudine delle imagines con i tituli. Attico seguì Varrone. Indagine rigidamente scientifica fece Varrone nella sua opera, De poetis, anteriore alle Hebdomades: le prime biografie romane han carattere alessandrino, segnano una netta reazione contro la maniera peripatetica tardiva, i cui influssi si scorgono in Accio, e aprono vie e rimangono sorgenti di sapere sicuro, almeno in quanto anche a Varrone fu possibile di sceverare il grano dal loglio nella tradizione biografica dei poeti arcaici. Cornelio Nepote non si può staccare dalle Imagines varroniane: Greci e Latini appariscono qui e là insieme, con un'idea nel fondo, che ritorna largamente nella letteratura del tempo, massime in Cicerone, di misurare la grandezza romana al paragone della greca. Da ciò l'origine delle Vite parallele. Cornelio scrive per il pubblico colto: nell'unica biografia dove attinge dalla vita, quella di Attico, una volta tanto riesce a bozzare un ritratto. Alla forma popolare sembra essersi attenuto pur Giulio Igino. A Varrone si riallaccia Valerio Probo: poi viene Svetonio a dare col De viris illustribus il modello del genere per la biografia letteraria e a creare la biografia politica in forma erudita con le Vite dei Cesari. Contemporaneamente le Vite parallele di Plutarco segnano il culmine dell'arte biografica di stile peripatetico; e Tacito, con l'Agricola, dà magnifico saggio d'un genere particolare di biografia, che rientra nell'encomio. Dopo è la decadenza: o povertà di forma, o retorica, o panegirico. In Occidente la maniera svetoniana per la biografia letteraria e politica resta dominatrice nelle lettere fino al Petrarca.
Una raccolta biografica greca si deve ad A. Westermann, Βιογράϕοι, Vitarum scriptores graeci minores, Brunswick t845. Per i latini sia ricordato lo Svetonio del Reifferscheid (Lipsia 1860) e del Robinson (Parigi 1925), e le Vite Virgiliane del Diehl (Bonn 1911) e del Brummer (Lipsia 1912).
Bibl.: I. Bruns, Das literarische Porträt der Griechen, Berlin 1896; F. Leo, Die griechisch-römische Biographie, Lipsia 1901; G. Misch, Geschichte der Autobiographie, Lipsia 1907 e 1926; U. v. Wilamowitz, Die griechische Literatur, in Kultur der Gegenwart, I, 8, Lipsia 1912, 3ª ed., p. 153 segg.; Gercke-Norden, Einleitung in die Altertumswissenschaft, I, 3ª ed., Lipsia 1923, passim; D. S. Stuart, Epochs of Greek and Roman Biography, in Sather Classical Lectures, IV (1928). - Sul Περὶ ποιητῶν d'Aristotele cfr. A. Rostagni, in Rivista di fil. classica, n. s., IV (1926), p. 433 segg.; V (1927), p. 145 segg.; su Plutarco, U. v. Wilamowitz, Reden und Vorträge, II, Berlino 1926, p. 247 segg.; su Svetonio e Plutarco, G. Funaioli, Raccolta di scritti in onore di F. Ramorino, Milano 1927, p. 1 segg.; id., in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., s. Svetonius.
Medioevo ed età moderna. - La forma mentis dell'uomo medievale era certo tra le più lontane dalla biografia, come studio e raffigurazione di un'anima nel suo travaglio e nel suo svolgimento interiore. Non certo che manchino le "vite": che anzi la letteratura medievale è ricchissima di vite specialmente di santi e di vescovi e abati; e anche gli Actus beati Francisci, e i Fioretti, e le Vite dei Santi Padri, volgarizzate dal Cavalca sono, in fondo, biografie a scopo edificativo. E nemmeno mancano le vite di laici. Accanto ai Gesta archiepiscoporum Mediolanensium di Arnolfo stanno i Gesta Berengarii imperatoris; accanto alla Vita S. Anskarii la Vita Conradi II di Wipone. Ma quel che manca è proprio la condizione prima perché una biografia sia tale, e non si riduca a un elenco di dati biografici: manca il senso dell'individuale, della personalità concreta e singola. In massima quindi tali scritti hanno valore morale e religioso o politico e letterario; talora politico e polemico; sono a ogni modo sempre fonti storiche che acquistano tanto più valore quanto più scarso è il rimanente materiale documentario: ma dal concetto moderno di biografia restano assai lontane.
Questo comincia a sorgere solo quando l'interesse dello scrittore si ferma sulla persona in sé; quando, modificato tutto il modo di pensare e di vedere, si ritorna all'uomo, come essere che ha in sé le proprie leggi d'azione e di vita. Se non che anche negli umanisti il "tipico" tende ancora spesso, sebbene in diverso modo, a sopraffare la nota individuale: se non c'è più lo schema differenziale tra il "buono" e il "cattivo" proprio della mentalità medievale, c'è, per contrasto, tutto il peso della tradizione classica risorgente che grava nella mente dell'umanista. La persona ritratta viene "italianizzata", drappeggiata con i panni degli antichi. Quanto forte sia il ricordo di Plutarco e il peso della cultura classica, si può agevolmente osservare in opere che pure apparirebbero biografiche per eccellenza: il De Viris illustribus del Petrarca, il De claris mulieribus e De casibus viromm illustrium del Boccaccio, dove appaiono, accanto ad intendimenti morali - medievalistici - le forme umanistiche, ma solo nel senso di mutamento formale nella trattazione, di maggiore eleganza e classicità del dettato. La figura individuale rimane ancora sempre un po' un'ombra. Solo dalla Vita di Dante del Boccaccio, la figura del poeta già balza fuori vivente: o da talune autobiografie, come quella del Petrarca, che preannuncia l'indagine psicologica moderna.
Tuttavia, imponente è il numero delle biografie che si vennero dal Trecento in poi componendo il Filippo Villani scrisse le vite d'uomini illustri fiorentini, in latino, che furono poi volgarizzate; Leonardo Bruni d'Arezzo la vita di Dante e quella del Petrarca; Vespasiano da Bisticci le Vite di uomini illustri del sec. XV; Feo Belcari la Vita del beato Giovanni Colombini; il Platina le Vitae summorum Pontificum. Molte ne seguirono nel Cinquecento, dalla lettera di Donato Giannotti a B. Varchi sulla vita e sulle azioni di Francesco Ferruccio alla biografia del medesimo capitano scritta da Filippo Sassetti; dalle Vite dei più celebri pittori, scultori e architetti del Vasari alle Vite dei Matematici e di Federigo e Guidobaldo d'Urbino del Baldi; dalle Vitae virorum illustrium e dagli Elogia di Paolo Giovio alle Imagines et elogia virorum illustrium et eruditorum di Fulvio Orsini, che posero le fondamenta dell'iconografia; dalle Vite di alcuni eccellenti capitani e da quelle dei Principi cristiani e dei Conti e duchi di Savoia del Botero, agli Elogi di uomini illustri del Chiabrera. Quest'interesse biografico fu il primo passo verso la storiografia moderna, al di là delle ingenue enumerazioni di fatti delle precedenti cronache: e se ne comprende intero il significato quando si richiamino alla memoria i ritratti delle Storie Fiorentine del Machiavelli e del Guicciardini. Certo il Principe del Machiavelli è, più che una persona vivente, un sistema di idee; e anche la Vita di Castruccio Castracani, più che una vera biografia, è uno sviluppo di quel sistema applicato a una realtà storica; ma, pur con lo sguardo intento a cogliere i rapporti anche lontani che storicamente congiungono gli avvenimenti, quale spiccato rilievo dà il Machiavelli, a tratti, nelle Storie, anche alle singole personalità? E quale maestro è sempre il Guicciardini nello scrutare e nel dipingere i motivi di un'azione politica, nel tratteggiare le figure di un uomo di governo, anche se gli sfugge ciò che è fuori della ratio politica e se anch'egli rimane, come il Machiavelli, disorientato di fronte a un Savonarola? Anche nella biografia, come nella storiografia in generale, l'Italia fu in questo tempo magistra studiorum a tutti i popoli civili d'Europa; e anche per questo riguardo l'Umanesimo anticipò le conquiste dell'età moderna.
Il superamento della concezione astratta dell'uomo", che accanto al persistere di una concezione atomistica dell'individuo, della quale può essere un esempio il Vasari, spesso vizia ancora la biografia umanistica, non poté tuttavia subito compiersi nel Seicento e nel Settecento. Insieme col Seicento pomposo che ci si presenta nelle vite del Marino scritte dal Baiacca, dal Chiaro, dal Ferrari, dal Camola e dal Loredano, in quelle di S. Ignazio, di Roberto Bellarmino e di altri, dettate da Daniello Bartoli e nel Teatro d'huomini letterati, composto dal Ghilini, un altro Seicento, più composto e severo, è bensì esistito: il Seicento che compare nella Vita di Torquato Tasso, scritta dal Manso, in quella di Alessandro VII, dettata dal card. Sforza Pallavicino, in quella del Galilei, composta dal Viviani. Ma il carattere essenziale della nuova epoca fu in Italia, anche nelle biografie, l'intensificarsi e, in parte, il raffinarsi della ricerca erudita. L'esaltazione della raison, che dettò in Francia celebri biografie come il Charles XII di Voltaire e gli altri suoi profili biografici nel Siècle de Louis XIV e nell'Essai sur les moeurs, e in Inghilterra la History of Charles V del Robertson, dove la personalità è sempre razionalisticamente veduta non in sé, ma in rapporto con l'ideologia a servizio della quale l'autore scrive, ha avuto in generale nelle biografie italiane scarso riflesso. In compenso il Settecento italiano non fu invano il secolo del Muratori. E se esso offre anche un po' della sua vanità nelle Vite degli Arcadi illustri del Crescimbeni, un'appassionata ricerca di verità documentaria s'incontra invece nelle vite scritte dai due Zeno, negli Scrittori d'Italia (A e B) del Mazzuchelli, nelle biografie composte da G.A. Volpi, dal Tiraboschi, dal Serassi, dal Baruffaldi iunior e da molti altri. Alla compilazione di repertorî biografici generali che, iniziatasi in Francia con gli Estienne (Dictionarium nominum propriorum, 1541; Dictionarium historicum, 1553), ripresa anche in Svizzera dal Genner (Onomasticon nominum propriorum 1544), culminata nei dizionarî del Moreri e del Bayle, tanto sviluppo doveva avere nel corso del sec. XVIII, corrispose anche in Italia la pubblicazione di numerosi e importanti repertorî particolari, p. es., le Notizie dei professori del disegno da Cimabue in qua del Baldinucci, il quale nella seconda metà del sec. XVII scrisse anche le vite del Bernini e del Brunelleschi; le Vite dei pittori, scultori ed architetti che hanno lavorato in Roma, dal 1641 fino al 1673 del Passeri; la Felsina pittrice del Malvasia; le Notizie storiche degli intagliatori di rame del Gori Gandellini; le Vite dei più celebri architetti d'ogni nazione e d'ogni tempo del Milizia; le Vite degli eccellenti italiani e le Vite dei famosi capitani d'Italia del Lomonaco; le Vitae italorum doctrina excellentium qui saeculo XVIII floruerunt e gli Elogi del Fabroni; i Secoli della letteratura italiana, commentario ragionato, del Corniani, che procede per biografie.
Ma se la stessa divisione della materia di tali raccolte è chiaro segno di un desiderio di coordinazione del sapere, il vero approfondimento della ricerca biografica si ebbe soltanto in seguito, dopo che la nuova concezione della vita, sorta negli ultimi decenni del sec. XVIII e maturata attraverso il Romanticismo ebbe condotto anche a un nuovo modo d'intendere la ricerca storica. Rinato il senso religioso della vita, rivalutato il sentimento, intesa la realtà come fatto spirituale, concepita la storia come svolgimento in cui i valori ideali si vengono via via attuando, l'individuo appare come la vera forza viva che crea, sostanziandola di sé, la storia. La nostalgia verso forme di vita scomparse, la ricerca del color locale, le influenze letterarie di scrittori poeti come Walter Scott e Chateaubriand, indussero bensì a indulgere pur sempre, per amore del pittoresco, a nuove forme di esteriorità; ma per una parte il perfezionarsi del metodo critico, della ricerca delle fonti, del lavoro filologico in tutti i campi - classico, romanzo, germanico - e per l'altra il nuovo senso della complessità e interiorità della vita individuale, pur riflettendo, di volta in volta i diversi atteggiamenti di pensiero che nel corso del sec. XX si vennero succedendo, condussero decisamente anche l'indagine biografica verso vie nuove.
Particolarmente propria allo spirito inglese è, insieme col senso immediato e istintivo della realtà, la tendenza all'indagine psicologica; e non stupisce perciò che inglese sia la prima grande biografia che ci si presenta, nel senso moderno della parola: The lif of Dr. Johnson (1791) del Boswell. D'altronde già il Johnson stesso, suo amico e maestro, aveva nelle Lives of Poets (1781) cercato di cogliere nelle singole figure ritratte l'uomo vero e vivo nella concreta e mutevole complessità dei suoi sentimenti; e rispondenti a tale indirizzo sono le celebri grandi biografie che seguirono: ad es. il Nelson e il Wesley del Southey, il Walter Scott del Lockhart: solo il Roscoe col Lorenzo de' Medici e col Leo X ravvivò di nuovo, pur indulgendo in qualcosa ai mutati tempi, la tendenza illuministica del secolo precedente. Nella sua estrema espressione l'individualismo romantico culminò in seguito nella esaltazione degli eroi del Carlyle (v. anche il Goethe, il Federico il Grande, e i profili biografici nella Storia della rivoluzione francese); tuttavia presto seguita dal ritorno alla grande tradizione realistica inglese con i geniali Essais del Macaulay e con il potente senso della psicologia individuale che anima la narrazione nella History of England. Al di là dall'Oceano, dove gia W. Irving, con la History of the Life and Voyages of Cristopher Columbus (1828), più tardi con la vita di Washington, aveva creato una tradizione di studî biografici rivaleggiante con quella inglese, Emerson riprendeva la forma del saggio; e nulla si potrebbe immaginare di più disforme dall'astratto ritratto di modello classico che i profili dei suoi Representative Men, tutti vivi d'innamorata aderenza alla realtà delle cose e degli uomini, con una loro quieta luce che dà rilievo alle figure lasciandole in una prospettiva di plein air. Esempî di critica storica nel periodo positivistico che seguì possono essere il Goethe del Lewes, il Milton del Masson. Il Winckelmann e gli Imaginary Portraits del Pater, più che biografie, sono la rivelazione di una nuova sensibilità estetica in cui la storia si fonde con la critica e con la poesia.
La tendenza speculativa propria dello spirito germanico si riflette invece nelle grandi biografie tedesche, le quali, pur guardando alla totalità della personalità, istintivamente tendono a dar rilievo a un valore ideale di cui essa è incarnazione. Tali sono già, al principio del secolo, il grandioso schizzo di una biografia di Schiller di Wilhelm von Humboldt, e il frammento di una biografia spirituale di Goethe di F. Schlegel. E se più puro storico rimane il Ranke, con la potenza eccezionale del suo intuito e con il volontario e fermo limite, che costantemente traccia al lembo di mondo su cui tiene fisso lo sguardo, perché al di là è il regno di Dio in cui la vista dell'uomo si perde (v. oltre le Historisch-biographische Studien e i profili biografici della Deutsche Geschichte im Zeitalter der Reformation, anche i Römische Päpste e i Fürsten und Völker im 16. und 17. Jahrhundert), nel problema della nazionalità trova il suo centro la Geschichte Alexanders des Grossen del Droysen; inquadrata fondamentalmente nell'ideologia hegeliana è la costruzione della figura di Cesare dominante nella Römische Geschichte del Mommsen; informate al pensiero hegeliano sono le biografie inserite dal Treitschke nella Deutsche Geschichte, raccolte negli Historisch-politische Aufsätze; mentre l'adesione spirituale degli scrittori alla materia trattata, la compatta vastita delle ricerche preparatorie, la severità del metodo, e nel caso del Treitschke, un eccezionale, innato senso storico che non sempre soccorse al suo seguace Lamprecht in ugual misura, impediscono alle idee di irrigidirsi in schematiche astrazioni. Nella severità del metodo, nella ricerca documentaria, nella critica delle fonti cercarono poi razionalisticamente di raggiungere un'obiettiva verità i rappresentanti del naturalismo materialistico del '48 o, più tardi, con più raffinata esperienza, i seguaci del positivismo; ma quando il Hettner tracciò i suoi magistrali profili nella Geschichte der Literatur des XVIII. Jahrhunderts, e lo Haym, a passo a passo, espose la storia spirituale dei primi romantici (Die deutsche Romantik) o analizzò la vita e il pensiero di Herder, incarnazioni di forze ideali diventarono anche le figure che in quelle opere essi delinearono; e lo stesso Strauss, mentre nel Leben Jesu, nonostante la sua importanza in quel tempo, appare oggi come un abgefallener Teologe, diede la sua opera maggiore con l'Ulrich von Hutten, dove il personaggio della realtà storica è modellato con tratti d'eroe. Al di là delle sue teorie andò spesso nella sua opera anche lo Scherer (v. ad es. le figure di Lessing, di Coethe e di Schiller nella Geschichte der deutschen Literatur, e gli Aufsätze); e in pieno positivismo, mentre pareva che la ricerca storica dovesse avviarsi sempre più verso lo studio dell'ambiente, la psicologia delle masse, i grandi movimenti sociali, si assistette invece a un rinascere delle forme biografiche, con un nuovo e ancor più profondo e, soprattutto, più delicato senso dei valori individuali nella vita dello spirito. Le opere del Windelband (v., oltre la Geschichte der Philosophie, il Plato), la serie di grandi biografie di filosofi e di poeti scritta da Kuno Fischer, il concentrarsi delle ricerche filologiche dello stesso Wilamowitz intorno a una singola figura (Einleitung, Sappho e Plato, in Die griechische Tragödie), il Lessing di Erich Schmidt diedero monumentali espressioni a questa tendenza; e particolarrmente lo Schleiermachers Leben e la Jugendgeschichte Hegels del Dilthey, che insieme con i saggi biografico-critici di Das Erlebnis und die Dichtung, un così decisivo influsso esercitarono sulle prime generazioni del secolo presente.
L'89, con i suoi immortali principî e con la sua rivoluzione domina naturalmente la storiografia francese del sec. XIX; e i problemi sociali e la storia delle idee e dei movimenti politici ne costituiscono la materia prevalente; solo nella lirica evocazione del Michelet, dov'è facile trovare analogie e contatti con il lirismo del Carlyle e con le idee dei romantici tedeschi, le figure individuali sono costantemente tenute in colorito risalto come forze determinanti degli avvenimenti. La biografia fiorì perciò soprattutto nel campo degli studî letterarî. E supremo maestro ne fu il Sainte-Beuve, non solo per i Portraits contemporains e per i Lundis, nei quali riprese, con un senso storico nuovo e con ancor più nuovo e tutto moderno intuito dell'intimità degli uomini, la tradizione dell'essai psicologico, già gloriosa nella letteratura francese ma anche per le opere biografiche di più ampio respiro: i due volumi di Chateaubriand et son école sono pur sempre un modello nel loro genere. Ma fu specialmente sotto la forma dell'essai che egli esercitò un influsso formativo essenziale sopra le generazioni che seguirono. E a lui direttamente si riallacciano, con tendenze più spiccatamente estetiche e letterarie, il Lemaître (Les Contemporains), e, con tendenze più psicologiche e moralistiche, il Faguet (Dix-neuvième siècle, Politiques et moralistes). Ai tempi del positivismo il Taine, come per i personaggi storici nella Histoire de la Revolution, così per i poeti nella Histoire de la littérature Anglaise, tentò bensì di impostare su una base scientifica le sue costruzioni; e vasti paesaggi sociali delineò nella prima, vasti paesaggi storici nella seconda; ma in essais psicologici e biografici finiscono sempre col culminare gli uni e gli altri, così come in "ritratti" di personalità letterarie, nonostante la pseudoscientifica teoria dei generi, consiste oggi la parte più viva dell'opera di Brunetière. Ed essais psicologico-biografici, ritratti in più ampie proporzioni, sono anche in sostanza, per lo più, le monografie che in collezioni celebri, come Les grands écrivains, hanno potentemente contribuito a diffondere con impronta francese la cultura moderna in Europa. Si venne così creando una scissione fra la ricerca biografica di erudizione, coltivata talvolta da dilettanti appassionati, ma, soprattutto, e con critica severità di metodo, nel mondo accademico, e la pubblicistica opera costruttiva di sintesi; chi voglia cogliere il contrasto non ha che da confrontare le due opere, in diverso modo interessanti, che sulla stessa personalità hanno scritto l'Halévy (Vie de Nietzsche) e l'Andler (Nietzsche). Solo in singoli biografi di stile superiore le due correnti riescono a fondersi insieme; e si citano qui come esempî soltanto la Vie de Jésus del Renan, che, per il suo tono aristocratico, spirituale a un tempo e critico, scettico e sensitivo, e per la cauta delicatezza di tocco con cui è condotta, fu per lungo tempo, nell'edizione spoglia d'apparato filologico ed erudito, il "Libro di divozione" di tutti gli "intellettuali senza Dio", e che tuttora rimane, anche all'infuori del suo interesse per la storia degli studî biblici, uno dei documenti umani più espressivi di quell'epoca; il Voltaire del Lanson, dove la solidità della dottrina è perennemente ravvivata da una tersa lucidità nell'intuizione degli uomini e dei tempi; la Vie de St. François d'Assise del Sabatier, che, pur nella sua impostazione positivistica, nell'evocare storicamente la figura del santo ha risuscitato a nuova vita, in intatta freschezza, la poesia della sua personalità e della sua leggenda.
Il processo di formazione dell'unità italiana, con le conquiste liberali e con le lotte per l'indipendenza, concentrò su di sé, nell'età romantica, tutti gli sforzi, e necessariamente subordinò ai suoi fini in Italia ogni forma di attività. Del resto, anche già prima, nei primi lustri del secolo, uno spirito nuovo, sotto la forma classica, mostra il fremere dei nuovi tempi pur negli stessi Ritratti ed Elogi del Giordani; e chiaramente se n'avverte la presenza, quando si confrontino con gli Elogi, ancora intimamente settecenteschi, del Pindemonte. Dalla Vita di Ugo Foscolo del Pecchio a quella di Dante del Balbo; dall'Anello di sette gemme, in cui il Carrer, autore di altre biografie letterarie, raccolse le vite di sette illustri veneziani, alle Mentorie di Grandi del Carcano; dalla limpida e arguta Vita del Parini di Giuseppe Giusti alle vite immaginose ed eroiche di F. Ferrucci, A. Doria, Sampiero d'Ornano, F. Burlamacchi composte dal Guerrazzi; dalle succinte Biografie autografe ed inedite di illustri italiani del sec. XIX, raccolte da D. Diamilla-Müller, ai volumi del Cantù, non privi di colore e di sapore, su L'abate Parini e la Lombardia, Il Monti e l'età che fu sua e su Alcuni italiani contemporanei, le biografie diventano tutte, qual più qual meno, opere anche di battaglia, evocazioni patriottiche a servizio dell'idea nazionale: e, in qualche modo, un sopravvivere di quello spirito si continuerà ad avvertire ancora, anche in opere più tarde, come nelle Memorie del Bellini, raccolte dal Florimo, e nelle molte biografie del Verdi e d'altri nostri musicisti; nelle vite di Camillo Cavour, Alfonso La Marmora, Vittorio Emanuele II, Vincenzo Gioberti del Massari e in quelle di Garibaldi e di Nino Bixio del Guerzoni; giù fino ai volumi del Tabarrini sul Capponi e su altri italiani del sec. XIX, e fino alle vite di Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi, Giosuè Carducci del Chiarini, che pure già portano, per altri riguardi, il segno del procedere dei tempi. Col compiersi dell'unità politica, anche la ricerca storica riprese, con orientamento esclusivamente scientifico, il suo pieno sviluppo. La necessità di una sistematica raccolta dei materiali e la concezione storica implicita nel positivismo allora dominante limitarono alquanto, in un primo tempo, le indagini, secondo i rigidi principî d'un metodo storico razionalistico, sebbene in quegli stessi anni Francesco de Sanctis tracciasse nella Storia della letteratura italiana, con geniale novità d'intuizioni, le immagini vive dei nostri maggiori poeti. Ma per giudicare quale vasta opera sia stata compiuta, basta volgere uno sguardo a opere come il Machiavelli del Tommasini e come la Vita del Tasso del Solerti, o alla imponente mole di ricerche biografiche contenuta nei cento volumi del Giornale storico della letteratura italiana. Contemporaneamente il Carducci evocava con eloquente appassionata parola le più grandi figure della nostra storia e il Nencioni ritraeva con delicati colori i suoi vaghi e sensitivi Medaglioni. La tradizionale Vita di Cristo del Fornari, quella razionalistica del Bonghi, quella ortodossa del Capecelatro, mostrano, anche nelle forrme biografiche, il riflettersi dei contrasti d'idee del tempo. E a poco a poco dalla ricerca analitica si sentì il bisogno di salire a visioni complessive: il Confalonieri del D'Ancona, il Dante dello Zingarelli, l'Alfieri del Bertana, sono espressioni caratteristiche di quel momento; e soprattutto il Machiavelli del Villari, che, nella interpretazione della personalità in funzione del suo tempo e del suo ambiente, rappresenta una delle maggiori opere nate in Europa da tale indirizzo. Il Colombo del De Lollis, il Foscolo del Donadoni, sul volger del secolo, compaiono già come primi sintomi di un modo nuovo e più moderno di sentire e di intendere l'individualità umana e la storia.
La guerra e il dopoguerra diedero in tutta l'Europa l'impressione viva di quel che gl'individui possono talvolta contare nel decidersi dei destini d'intere generazioni e d'interi popoli; e nella sensibilità esasperata dalla lunga tensione l'individualismo gettò profonde radici. Il desiderio di conoscere le vicende e il segreto di grandi personalità fu uno dei segni della nuova disposizione d'animo. Le biografie si accumularono infatti nell'ultimo decennio, come forse in nessun altro tempo; e la "biographie romancée" fu uno dei prodotti più caratteristici della nuova letteratura: ai confini fra il romanzo e la storia seppero soprattutto tenersi, con felicità d'equilibrio e di gusto, gli scrittori francesi, come il Maurois (Ariel; Vie de Disräeli; Byron), il Mauriac (Racine), ecc.: altri, nella ricerca dell'effetto. operarono con un gusto più grosso, interpretando la storia a modo di film cinematografico per il gran pubblico, come il Ludwig: altri, infine, riprendendo una forma che già era stata cara a Romain Rolland (Beethoven, Michelangelo, Tolstoi), la elaborarono con più acceso lirismo e con più vivi colori, mescolandovi moderne teorie freudiane, come Stephan Zweig (Drei Meister, Der Kampf mit dem Dämon). Ma anche nel campo più strettamente scientifico la biografia ricevette un forte impulso. Con un senso di distacco mescolato alla simpatia, in uno stile che risponde perfettamente alla tradizione inglese, e con una sensibilità realistica tutta moderna nell'indagine delle anime, tracciarono biografie magistrali in Inghilterra lo Strachey (Eminent Victorians, Queen Victoria, Elisabeth and Essex) e il Chesterton (Dickens). Riallacciandosi a Nietzsche, il Gundolf in Germania, con profonda intuizione psicologica ed artistica, stilizzò grandi figute di poeti (Goethe, Shakespeare) in linee monumentali; seguito dal Bertram, che compose con metodo analogo il miglior libro finora uscito su Nietzsche, dal Kantorovicz (Federico II di Svevia) e dal Hefele (Dante). In Italia il Papini con la Vita di Cristo suggellò la sua conversione al cattolicesimo; il Donadoni diede nel Tasso la misura della sua sensibilità di critico; il Gallarati-Scotti dopo aver acutamente indagato l'anima del Fogazzaro, avvicinò all'anima del popolo Dante.
Repertorî biografici. - Molto ricereati sono inoltre i repertorî con intendimenti puramente informativi, i quali dal Seicento ad oggi sono diventati opere di consultazione tra le più importanti. I primi repertorî veramente cospicui, non in ordine di tempo, ma per la maggior copia di notizie biografiche, sono il Grand Dictionnaire historique ou mélange curieux de l'histoire sacrée et profane qui contient en abrégé les vies et les actions remarquables di Luigi Moreri (1674), il quale fu poi ristampato, corretto, integrato più volte, e il Dictionnaire historique et critique del Bayle (1697) che, a sua volta, nel Settecento fu spesso ristampato ed ampliato. Vennero poi i Mémoires pour servir à l'histoire des hommes illustres dans la république des lettres del barnabita Niceron (43 piccoli volumi pubblicati a Parigi dal 1727 al 1745), Les vies des hommes illustres de la France di J. Du Castre d'Auvigny (27 voll., Parigi 1739-57), il Dictionnaire historique portatif des grands hommes dell'abate Ladvocat, pieno d'errori (1752), il Dictionnaire historique des hommes célèbres del Barral, Guibaud e Valla redatto con spirito giansenistico (1758-62), l'Allgemeines Gelehrten-Lexicon di Cr. G. Jöcher (4 voll., Lipsia 1750-1751, con tardivo supplemento), l'Onomasticum litterarium di Cristoforo Yax (7 voll. dal 1775 al 1790, con supplemento del 1803), il Dictionnaire historique dell'abate Feller (1781), il Nuovo dizionario storico, edito a Bassano (1796, 22 voll.), traduzione del Dictionnaire historique di Chaudon e Delandine, apparso in nuova edizione nel 1804, ampliato e ristampato nel 1810-12, e, opera più ampia di tutte le precedenti come repertorio biografico, la Biographie Universelle del Michaud (1811-1838), rifatta, in 45 voll., nel 1843-1865. Quest'opera fu anche tradotta in italiano: Biografia universale antica e moderna ossia storia per alfabeto della vita pubblica e privata di tutte le persone che si distinsero per opere, azioni, talenti, virtù e delitti, opera affatto nuova compilata in Francia da una società di dotti ed ora per la prima volta recata in italiano con aggiunte e correzioni, Venezia, G. B. Missiaglia, 1822-1831, in 65 voll., ai quali si aggiunsero i tre voll. della Biografia mitologica ossia Storia, per ordine d'alfabeto, dei pasonaggi dei tempi eroici e delle Deità greche, italiche, egizie, indiane, giapponesi, scandinave, celtiche, messicane, ecc. e nove volumi di supplemento.
Molto diffusa nella seconda metà del sec. XIX fu anche la Nouvelle Biographie générale del Hoefer, in 46 voll., ben documentata, compilata da varî scrittori (Parigi, Firmin-Didot, 1857-1877), e, come repertorî più compendiosi, il Dictionnaire universel des littératures del Vapereau (2ª ed., Parigi 1884) "contenant des notices sur les écrivains de tous les temps et de tous les pays et sur les personnages qui ont exercé une influence littéraire"; il Dictionnaire général de biographie et d'histoire di L. Ch. Dezobry et Th. Bachelet (1857), rifatto nel 1888 da E. Darsy, con l'aiuto di una società di letterati e dotti; quello del Phillips, The dictionary of biographical reference, che ha avuto molte edizioni; e altri affini. In Italia il repertorio manuale di biografia generale più comune è il Dizionario biografico universale di G. Garollo, Milano 1907, in 2 voll.
Repertorî particolari sono invece la Biographie des hommes vivants ou histoire par ordre alphabétique de la vie publique de tous les hommes qui se sont fait remarquer par leurs actions ou leurs écrits, Ouvrage entièrement neuf, rédigé par une Soaété de gens de lettres et de savants, Parigi, Michaud, 1816 e segg.; la Biografia degli italiani illustri nelle scienze, lettere ed arti del sec. XVIII e dei contemporanei, compilata da Emilio De Tipaldo, alla quale collaborarono il Tommaseo, Cesare Cantù, Bartolomeo Gamba ed altri (Venezia 1834-1845); le Vidas de los Españoles célebres del Quintana (1830-1833); il Dictionnaire universel des contemporains del Vaperau, che ebbe molte edizioni (6ª ed., Parigi 1893-95 voll. 2); il Dizionario biografico degli scrittori contemporanei (Firenze 1879), il Dictionnaire international des écrivains du jour (Firenze 1888), il Dictionnaire international des écrivains du monde latin (Roma-Firenze 1905-1906), compilati da Angelo De Gubernatis; Der neue Plutarch, pubblicato dal Gottschall (Lipsia 1874-1888), in 12 voll., che va dalla Riforma fino al tempo dell'edizione, e altri lavori consimili.
Altri repertorî generali e particolari hanno intendimenti determinati: così La France protestante di E. Haag (voll. 10, Parigi 1846-59; 2ª ed. a cura di E. Radier, non finita, voll. 6, Parigi 1877-88). Per le donne si veda il Manuel de Bibliographie biographique et d'iconographie des femmes célèbres par un vieux bibliophile [A. Ungherini], con due supplementi, Torino-Parigi 1892-905. Per i musicisti si vedano separatamente il Lessico storico e biografico del Gerber (1790), il Dizionario del Lichtenthal (1826), la grande Biographie universelle des musiciens del Fétis (2ª ed., 1863) con i supplementi del Pougin (1889-91), l'opera del Grove, A Dictionary of music and musicians (3ª ed., 1928), il Biographical Dictionary of musicians del Baker (3ª ed., 1919), il Musiklexicon del Riemann (11ª ed., 1929), l'opera di Eaglefield-Hull, A dictionary of modern music and musicians, del 1926; il Dizionario universale dei musicisti dello Schmidl, Milano 1926-29 e il Dizionario di Musica di A. Della Corte e G. M. Gatti, Torino 1925 (con supplemento 1926). Per l'Italia vedi inoltre: il Dizionario dei musicisti italiani contemporanei (1922) di A. De Angelis e la collezione di Biografie musicali, diretta dal medesimo e pubblicata a Roma. Per gli artisti l'Allgemeines Lexikon der bildenden Künstler von der Antike bh zur Gegenwart, ed. da U. Thieme e F. Becker (finora voll. 23, Lipsia 1907-1929).
Negli ultimi tempi si sono moltiplicati in particolar modo i repertorî biografici per nazione: il tipo classico è offferto dalla Allgemeine deutsche Biographie (Lipsia 1875 segg.) e dal Dictionary of national Biography (Londra 1917 segg.), con articoli ampî, scientificamente redatti.
Per l'Argentina, L. B. Alberdi, Grandes y pequeños hombres del Plata, Parigi 1913.
Per l'Austria, il Biographisches Lexikon des Kaiserthums Österreich di C. v. Wurzbach, voll. 60, Vienna I856-91, e la Neue österreichische Biographie (dal 1815 al 1918) del Bettelheim, Vienna 1925.
Per l'Australia, The Dictionary of Australasian biography, 1855-1892, di Ph. Nemel, Londra 1892 e lo Annual mainly biographical record of Australasia prominent people. Incorporating Who's who in Australasia, Londra 1912 segg.
Per il Belgio, la Biographie nationale, pubbl. dalla Académie Royale des Sciences de Belgique, voll. 21, Bruxelles 1866-1913.
Per il Brasile, Sacramento Blake, Diccionario bio.bibliografico brazileiro, voll. 7, Rio de Janeiro 1883-1902. Inoltre: J. M. Perreira da Silva, Os varôes illustres do Brazil, voll. 2, Parigi 1858; J. M. de Macedo, Anno biographico brazileiro, voll. 3, Rio de Janeiro 1876; R. M. Galanti, Biographias de brazileiros illustres, S. Paulo 1911.
Per il Canada, Cyclopaedia of Canadian Biography di S. Maclean Rose, voll. 2, Toronto 1886-889, e il Who's who, Toronto 1910 sgg.
Per la Danimarca, il Dansk biografisk Lexikon, ed. da C. F. Bricka, J. Steenstrup e L. Laursen, voll. 19, Copenaghen 1887-1905; e il Dansk biografisk Handleksikon, Copenaghen 1918 segg.
Per il Chile, P. P. Figueroa, Diccionario biográfico de Chile, 4ª ed., voll. 3, Santiago 1897-1901; J. Toribio Medina, Diccionario biográfico colonial de Chile, Santiago 1906.
Per la Finlandia, Finsk biografisk handbok, ed. da Tor Carpelan, voll. 2, Helsingfors 1895-1903.
Per la Francia, il Dictionnaire national da contemporains di C. E. Curinier, voll. 5, Parigi 1899-1906 e repertorî speciali come il Dictionnaire biographique des hommes du Nord, Parigi 1899; il Dictionnaire biographique des hommes de l'Est, Parigi 1903; il Dictionnaire biographique des hommes du Midi, Parigi 1903. Il Qui êtes-vous? analogo al Who's who apparve solo nel 1908 e 1909.
Per la Germania; anzitutto l'Allgemeine deutsche Biographie, ed. da R. v. Liliencron e F. X. v. Wegele, voll. 56, Lipsia 1875-1912; e per i contemporanei il Wer ist's? ed. da H. A. L. Degener, 9ª ed., Berlino 1929. Inoltre il Biographisches Jahrbuch und deutscher Nekrolog, ed. da B. Bettelheim, voll. 18, Berlino 1897-1917, continuato dal Deutsches biographisches Jahrbuch, edito dal Verband der deutschen Akademien, voll. 2, Berlino-Lipsia 1925-27. In particolare: Deutscher Literaturkalender, ed. da Hart e Kürschner, Lipsia 1879 segg. (39 voll. fino al 1917, il 40° vol. è del 1922); Katholischer Literaturkalender, ed. da Keiter, voll. 14, Essen 1891-1914; Technischer Literaturkalender, ed. da P. Otto, 2ª ed., Monaco 1920. E per i singoli stati ricordiamo le Badische Biographien, ed. da F. v. Weech, voll. 5, Heidelberg 1875-1906; la Allgemeine hannoversche Biographie di W. Rothert, voll. 3, Hannover 1912-16; le Hessische Biographien di H. Haupt, voll. 2, Darmstadt 1912-21; le Schlesische Biographien di A. Langer, Landeck 1902, i Schlesische Landsleute di K. G. H. Berner, Lipsia 1901.
Per l'Inghilterra, il Dictionary of national biography di L. Stephen e S. Lee (voll. 63, più i supplementi, Londra 1885-1913; un'altra edizione in 22 volumi, Londra 1908; più due supplementi pubblicati nel 1917 e 1927). Inoltre, specie per le personalità minori, la Modern English Biography di F. Boase, voll. 6, Truro 1892-1921. Per i contemporanei il Who's Who, utilissimo repertorio annuale (1° anno di pubblicazione, Londra 1849), che è stato modello di tutte le pubblicazioni similari, come il Wer ist's? tedesco, ecc. Per la Scozia, A biographical Dictionary of eminent Scotsmen, di R. Chambers, rivisto da T. Thompson, voll. 3, Londra 1875.
Per il Lussemburgo, A. Neyen, Biographie Luxembourgeoise, voll. 3, Lussemburgo 1860-76.
Per il Messico, A. de La Peña y Reyes, Vidas y tiempos. Diccionario biográfico mexicano, Avana 1915.
Per la Norvegia, il Nordmaend i det 19. Aarhundrede, di G. Gran, voll. 3, Cristiania 1902-15, e il Hvem er hvem?, Cristiania 1912.
Per l'Olanda, il Nieuw nederlandsch biographisch Woordenboek, ed. da P. C. Molhuysen e P. J. Blok, voll. 4, Leida 1911-18.
Per il Perù, M. de Mendiburu, Diccionario histórico biográfico del Peru, voll. 8, Lima 1874-90.
Per la Polonia, Wóycicki, Życiorysy znakomitych ludzi (biografie degli uomini illustri), 1849-50, 2 voll.
Per il Portogallo, D. Barbosa Machado, Bibliotheca Lusitana, voll. 4, Lisbona 1741-59.
Per la Russia, il Russkij biografičeskij slovar′ (Dizionario russo) di A. A. Polovcov, voll. 16, Pietroburgo 1896-1912.
Per la Spagna, N. Antonio, Bibliotheca Hispana Vetus, voll. 2, Madrid 1788 e Bibliotheca Hispana Nova, nuova ed., Madrid 1783-88, voll. 2; N. Pastor Diaz, Galería de Españoles célebres contemporáneos, voll. 9, Madrid 1841-46; il Diccionario histórico biográfico crítico y bibliográfico de autores, artistas y extremeños ilustres, di N. Diaz y Pérez, voll. 2, Madrid 1888; il Diccionario biográfico y bibliográfico de escritores y artistas catalanes del siglo 19, di A. Elías de Molins, voll. 2, Barcellona 1889-1895; la Biblioteca valenciana de los escritores, ecc., di J. P. Fuster, voll. 2, Valenza 1827-30 e la Biblioteca antigua y nueva de escritores aragoneses, di F. de Latassa y Ortin, accresciuta da M. Gómez Uriel, voll. 3, Saragozza 1881-86; le Vidas de Españoles célebres di M. J. Quintana, 1807-33; M. Serrano y Sauz, Biblioteca de Escritoras Españolas, voll. 2, Madrid 1903-05.
Per gli Stati Uniti d'America, la National Cyclopaedia of American biography, voll. 15, New York 1892-1916 (nuova ed., 1921 segg.); la Appleton's Cyclopaedia of American biography, ed. da J. G. Wilson e. J. Fiscke, voll. 7, New York 1888-1900; e il Who's who in America, Chicago 1899 segg.
Per la Svezia, lo Svenskt biographiskt lexicon. voll. 10, Örebro 1857-1907, e lo Svensk biografisk Kalender, Stoccolma 1922.
Per la Svizzera, R. Wolf, Biographieen zur kulturgesch. d. Schweiz, voll. 4, Zurigo 1858-62; Dictionnaire historique et biographique de la Suisse, Neuchâtel 1921 segg.
Per l'Ungheria, Das geistige Ungarn di O. v. Krücken e I. Parlagi, voll. 2, Vienna e Lipsia 1918.
Per l'Asia, l'Oriental biographical Dictionary di T. W. Beale, Londra 1881 (2ª ed. di H. G. Keene, Londra 1894); A Chinese biographical Dictionary di H. Allen Giles, Londra 1898; The golden Book of India di R. Lethbridge, Londra 1900; Dictionary of Indian biography di C. E. Buckland, Londra 1906; il Who's Who in India, Lucknow 1911, con supplemento per il 1912.
Per l'Italia è in preparazione, a cura dell'istituto Treccani, il Dizionario biografico degli Italiani; per ora manca un repertorio sul tipo della National Biography o della Deutsche Biographie. Moltissimi invece i repertorî o dizionarî speciali o regionali o cittadini di cui ricordiamo i principali.
Abruzzi: O. D'Angelo, Illustri abruzzesi, voll. 2, Aquila 1900.
Bologna: G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, voll. 9, Bologna 1781-94.
Calabria: L. Accattatis, Biografie degli uomini illustri delle Calabrie, voll. 4, Cosenza 1869-77; V. G. Galati, Gli scrittori della Calabria, I, Firenze 1928.
Como: G. B. Giovio, Notizie degli uomini illustri della comasca diocesi, Modena 1784; F. S. Benvenuti, Dizionario biografico comasco, Crema 1888.
Cremona: F. Arisi, Cremona literata, voll. 2, Parma 1702-06 (un volume di continuazione uscì a Cremona nel 1741); V. Lancetti, Biografia cremonese, voll. 3, Milano 1814.
Dalmazia: S. Gliubich, Dizionario biografico degli uomini illustri della Dalmazia, Verona 1856.
Ferrara: G. Baruffaldi, Vite de' pittori e scultori ferraresi, voll. 2, Ferrara 1844-46; G. A. Barotti, Memorie istoriche di letterati ferraresi, voll. 2, Ferrara 1792-93; G. Baruffaldi, Continuazione delle memorie istoriche di letterati ferraresi, Ferrara 1811; L. Ughi, Dizionario storico degli uomini illustri ferraresi, voll. 2, Ferrara 1804.
Firenze: G. Negri, Istoria degli scrittori fiorentini, Ferrara 1722. Nella Biblioteca Marucelliana si conserva un esemplare con importanti aggiunte e correzioni del Salvin.
Friuli: G. G. Liruti, Notizie delle vite ed opere scritte da' letterati del Friuli, voll. 4, Venezia e Udine 1760-1830; F. Di Manzano, Cenni biografici dei letterati ed artisti friulani dal sec. IV al IX, Udine 1885.
Istria: P. Stancovich, Biografia degli uomini distinti dell'Istria, voll. 3, Capo d'Istria 1828-29.
Liguria: R. Soprani, Li scrittori della Liguria ecc., Genova 1677; ristampato ivi nel 1778; M. Giustiniani, Gli scrittori liguri, Roma 1667 (l'opera è incompiuta); L. Grillo, Elogi di Liguri illustri, voll. 4, Genova 1846-73; G. B. Spotorno, Elogi di Liguri illustri, 2ª ed., Genova 1828.
Livorno: F. Pera, Ricordi e biografie livornesi, Livorno 1867; id., Nuove biografie livornesi, Livorno 1895; Quarta serie di nuove biografie livornesi, Siena 1906.
Lunigiana: Scrittori di Lunigiana, a cura di A. Neri, C;. Sforza e altri, in Giornale storico della Liguria, I (1909) segg.
Mantova: P. Coddè, Memorie biografiche dei pittori, scultori, architetti ed incisori mantovani, Mantova 1837.
Milano: F. Argelati, Bibliotheca scriptorum mediolanensium, ecc., voll. 2, Milano 1765.
Mirandola: F. Ceretti, Biografie mirandolesi, voll. 4, Mirandola 1901-1902 (XIII-XVI delle Mem. stor. della città e antico ducato della Mirandola).
Modena: G. Tiraboschi, Biblioteca modenese, voll. 6, Modena 1781-86; Notizie biografiche e letterarie degli scrittori dello Stato Estense in continuazione della Biblioteca modenese del Tiraboschi, voll. 5, Reggio 1833-51
Molise: P. Albino, Biografie e ritratti degli uomini illustri della provincia di Molise, voll. 2, Campobasso 1864-66.
Napoli e regno di Napoli: G. B. Tafuri, Storia degli scrittori nati nel regno di Napoli, voll. 10, Napoli 1744-70; F. A. Loria, Memorie storico-critiche degli scrittori napoletani, voll. 2, Napoli 1781-82; E. D'Afflitto, Memorie degli scrittori del regno di Napoli, voll. 2, Napoli 1782-94 (rimasta incompleta); D. Martinetti, Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli, voll. 15, Napoli 1814-30; C. Minieri Riccio, Memorie storiche degli scrittori nati nel regno di Napoli, Napoli 1844; id., Notizie biografiche e bibliografiche degli scrittori napoletani fioriti nel sec. XVII, Napoli 1875-77 (due volumi che contengono le sole lettere A e B).
Padova: G. Vedova, Biografia degli scrittori padovani, voll. 2, Padova 1832-36.
Parma: I. Affò, Memorie degli scrittori e letterati parmigiani, voll. 5, Parma 1789-97; A. Pezzana, Memorie degli scrittori e letterati parmigiani (in continuazione dell'Affò), voll. 2, Parma 1825-33; G. B. Janelli, Dizionario biografico dei Parmigiani illustri o benemeriti nelle scienze, nelle lettere e nelle arti, Genova 1877 (con due appendici, Parma 1880 segg.); A. Pariset, Dizionario biografico dei Parmigiani illustri, Parma 1905.
Perugia: G. B. Vermiglioli, Biografia degli scrittori perugini, ecc., voll. 2, Perugia 1829.
Piceno: F. Vecchietti e T. Moro, Biblioteca picena o sia notizie istoriche delle opere e degli scrittori piceni, voll. 5, Osimo 1790-96 (l'opera non va oltre la lettera L); A. Hercolani, Biografie e ritratti di uomini illustri piceni, voll. 2, Forlì 1837-39.
Piemonte: F. A. Della Chiesa, Catalogo de' scrittori piemontesi, savoiardi e nizzardi, Torino 1660 (ristampa; 1ª ed., 1614); O. Derossi, Scrittori piemontesi, savoiardi, nizzardi ecc., Torino 1790.
Pisa: A. Fabroni ed altri, Memorie istoriche di più uomini illustri pisani, Pisa 1790-92.
Puglia: G. Villani, Dizionario degli scrittori pugliesi, Bari 1906.
Ravenna: P. P. Ginanni, Memorie storico-critiche degli scrittori ravennati, voll. 2, Faenza 1769.
Roma: P. Mandosi, Bibliotheca romana seu romanorum scriptorum centuriae, voll. 2, Roma 1682-92; Ministero di agricoltura, industria e commercio. Direzione di statistica, Bibliografia romana. Notizie della vita e delle opere degli scrittori romani dal sec. XI fino ai nostri giorni, Roma 1880. L'opera, rimasta incompiuta (solo il 1° vol.), registra in ordine alfabetico le vite di 177 scrittori.
Sicilia: A. Mongitore, Bibliotheca sicula, ecc., voll. 2, Palermo 1707-08; G. E. Ortolani, Biografia degli uomini illustri della Sicilia, voll. 4, Napoli 1817-21.
Siena: L. De Angelis, Biografia degli scrittori sanesi, Siena 1824. L'opera rimase incompiuta; giunge alla lettera I.
Toscana: Memorie istoriche per servire alla vita di più uomini illustri della Toscana, voll. 2, Livorno 1757-58; Elogi degli uomini illustri toscani, voll. 4, Lucca 1771-74.
Trento e Trentino: F. Ambrosi, Scrittori ed artisti trentini, Trento 1883.
Umbria: L. Jacobilli, Bibliotheca Umbriae, Foligno 1658.
Venezia: G. Degli Agostini, Notizie istorico-critiche intorno la vita e le opere degli scrittori viniziani, voll. 2, Venezia 1752-54; B. Gamba, Galleria dei letterati ed artisti illustri delle provincie veneziane nel secolo XVIII, voll. 2, Venezia 1824.
Verona: S. Maffei, Verona illustrata, Verona 1732; ristampata a Milano 1825-26 in 5 volumi (nel III è la Notizia degli scrittori veronesi).
Vicenza: F. Angiolgabriello di Santa Maria (al secolo Paolo Calvi), Biblioteca e storia di quei scrittori così della città come del territorio di Vicenza, ecc., voll. 6, Vicenza 1772-82; S. Rumor, Gli scrittori vicentini dei secoli XVIII e XIX, Venezia 1905-09 (in Miscellanee della R. Deputazione veneta di storia patria, serie 2ª, XI).
Altre indicazioni biografiche, sebbene incomplete, con particolari riferimenti alle regioni e alle città, si pDssono vedere nel Catalogo di opere biografiche e bibliografiche raccolte da D. Bonamici, Lucca 1893, e nella Biblioteca di biografia generale italiana compilata da F. Pizzi, Padova 1901, in cui la prima parte è dedicata alla biografia italiana generale e la seconda alla biografia regionale italiana.
Corrisponde al Who's Who? il Chi è?, uscito una prima volta a Roma nel 1904; nuovamente uscito a Roma nel 1928 (con parecchie lacune in parte colmate dal Supplemento 1929). Utile rimane l'opera di T. Rovito, Dizionario bio-bibliografico dei letterati e giornalisti contemporanei, Napoli 1907 (2ª ed., 1922); e quella di A. De Gubernatis, Piccolo dizionario dei contemporanei italiani, Roma 1895.
Si vedano inoltre i principali repertorî di bibliografia biografica: J. G. Th. Graesse, Lehrbuch einer allgemeinen Litteraturgeschichte aller bekannten Völker der Welt, Lipsia 1837-1859, voll. 8; E. M. Öttinger, Bibliographie biographique universelle, Dictionnaire des ouvrages relatifs à l'histoire de la vie... des personnaees célèbres de tous les temps et de toutes les nations,.... enrichi du Répertoire des bio-bibliographies générales, nationales et spéciales (Parigi 1866); G. Schneider, Handbuch der Bibliographie, XV, p. 440 segg., Lipsia 1923 (2ª ed., 1926).