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BIONE di Flossa presso Smirne

di Camillo Cessi - Enciclopedia Italiana (1930)
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BIONE di Flossa presso Smirne

Camillo Cessi

Poeta greco, vissuto verso la fine del sec. II a. C. Non abbiamo dirette notizie della sua vita, ma probabilmente ha valore cronologico la serie canonica dei bucolici, nella quale si trova per ultimo. Visse probabilmente in Sicilia, e pare l'attestino i richiami continui alla Sicilia nell'Epitafio in suo onore, scritto da un suo scolaro o ammiratore, e la predilezione che il poeta dimostra per la leggenda di Galatea, tanto cara ai Siciliani. Che sia morto di veleno pare accennato in alcuni versi dell'Epitafio (116 segg.). Si dedicò particolarmente al genere bucolico e le sue poesie furono riunite in una silloge, col nome di Βουκολικά, donde Stobeo ha tratto parecchi frammenti. A noi sono rimasti, oltre ai quindici frammenti tramandati da Stobeo, un paio di versi ricordati da Orione, il tratto dell'Epitalamio di Achille e Deidamia, d'incerta tradizione manoscritta, e l'Epitafio di Adone, pervenutoci senza il nome di Bione, ma attribuito a lui dal Camerarius e come tale accolto dalla critica posteriore. Ma dell'opera di Bione non è possibile dare sicuro giudizio: tolto il frammento dell'epitalamio e l'Epitafio, gli altri frammenti non ci permettono di determinare (salvo il fr. 3) neppure se si tratti di veri idillî bucolici o di epillî, e se fossero o no dialogati. Il poeta si compiace di chiamare i proprî carmi "piccole canzoni" o "piccoli canti d'amore" e queste stesse determinazioni ci fanno pensare piuttosto a carmi brevi proprî dell'arte ellenistica che non a vere e proprie azioni mimiche quali richiedono le bucoliche del tipo teocriteo. Il titolo Bucoliche poteva essere derivato anche dall'argomento campestre o dai personaggi introdotti a cantare. Il poeta imitò certamente Teocrito, come palesa l'Epitafio di Adone che imita l'idillio I e il XV di Teocrito, ma se ne discosta di molto nello spirito e nel gusto che apparisce proprio dell'età ellenistica seriore. Si notano infatti l'amore per l'erudizione (fr. 2, 18); la predilezione per i bozzetti campestri (fr. 4) e familiari (per gli Amorini che curano il corpo di Adone; fr. 1, v. 80 seg., cfr. la pittura pompeiana n. 340 Helbig), proprî della pittura parietale e dell'epigramma; la ricerca dei concetti e dei contrasti di pensieri con virtuosità di forma (fr. 9, 10); la passione dei quadretti con la grazia birichina propria delle odi anacreontee (fr. 5, 17); lo spunto polemico nell'allusione a leggende, specialmente di metamorfosi (per Giacinto fr. 11, contro Nicandro?). Manca invece ogni nerbo e vigore. Il quadro bucolico sembra un pretesto al poeta per manifestare la sua erudizione mitologica (fr. 2), ma nel mito egli rappresenta innamorati ellenistici, non gli eroi della tradizione. Quando alza il tono, diventa gonfio, come nell'Epitafio di Adone, nel quale, imitando Teocrito, cercò invano d'introdurre un'armonia ritmica, pur senza una simmetria schematica delle parti, con l'uso del ritornello o con la ripetizione della medesima frase "è morto Adone", che apporta monotonia e pesantezza per quanto possa pensarsi che essa sia stata suggerita dall'uso liturgico delle Adonie.

La tendenza morale è manifestata spesso da concetti e sentenze, nonché da proverbî (fr. 15). Il poeta cantò in lingua dorica, come attesta l'Epitafio per la sua morte, ed ebbe cura anche della metrica, prediligendo il dattilo, con uso parco e determinato dello spondeo, come avevano cominciato i primi ellenisti e fisseranno con norme ed uso rigido i tardi epici dell'età greco-romana.

I frammenti sono pubblicati in generale insieme con quelli di Mosco e nelle edizioni teocritee. Ricordiamo le edizioni di G. Hermann, Berlino-Lipsia 1849; Chr. Ziegler, Tubinga 1868; Ahrens, Lipsia 1854; ed. teocritee del Meinecke, Berlino 1856; dell'Ameis, Parigi 1862. Traduzioni italiane di G. B. Vicini, 1781, di L. Rossi, Parma 1796, di G. M. Pagnini, 1786, ristampata in Poeti greci minori, Firenze 1869.

Bibl.: Cfr. E. Hiller, Beitr. z. Textg. der griech. Bukoliker, Lipsia 1888; U. v. Wilamowitz, Die Textgesch. d. griech. Bukol., Berlino 1906; id., Bion von Smyrna, Adonis, Berlino 1900; F. Bücheler, Bions Grablied auf Adonis, in Jahrb. f. Philol., LXXXVII (1863), pp. 106-113 e Rhein. Mus., XXX, pp. 33-41; Stein, De Moschi et Bionis aetate, Tubinga 1893 (che fa scendere B. alla prima metà del sec. I a. C.); R. Peiper, Der Refrain bei gr. u. lat. Dicht., I Bions. Epitaph. auf Ad., in Jahrb. f. Ph., LXXVII (1863), pp. 617-623, 726-766; Hunst, De Theocr. versu heroico, in Diss. Vindob., I, 1887, pp. 12-14; G. Kaibel, in Hermes, XVII, p. 423; G. Knaack, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. clas. Altertumswiss., III, coll. 481-482; F. Susemihl, Gesch. der gr. Litter. in d. alex. Zeit, I, p. 233 segg.; C. Cessi, La poesia ellenistica, Bari 1912, p. 439 segg.

Vedi anche
Mòsco Poeta bucolico greco di Siracusa, seguace e imitatore di Teocrito, fiorito intorno al 150 a. C. (dall'enciclopedia bizantina di Suda è messo infatti in rapporto con un Aristarco, probabilmente il grande grammatico di Samotracia). Le sue poesie, insieme a quelle di Bione, sono state tramandate in appendice ... poesia pastorale Genere di poesia caratterizzata da un’idealizzazione della vita dei pastori e in genere della vita campestre. Quali che siano le origini della poesia p. (con termine greco bucolica), folcloristiche o connesse al culto religioso, essa si presenta nella letteratura greca in forme già artisticamente evolute ... Euforióne 1. Figlio (5º sec. a. C.) del grande tragico Eschilo; vinse quattro volte nei concorsi tragici con opere del padre, ma compose egli stesso tragedie proprie. Nel 431 a. C. vinse su Sofocle ed Euripide. Di un suo fratello, anch'egli poeta tragico, ci è noto soltanto il nome: Bione (o Eveone). 2. Poeta ... diatriba Conversazione o conferenza diretta dagli antichi filosofi a un pubblico più vasto di quello ristretto della scuola, e pertanto di tono più popolare e rivolta con preferenza a questioni di etica. Iniziata praticamente da Socrate, e seguita poi da Senofonte e, nel periodo ellenistico, da Diogene e da cinici ...
Tag
  • ETÀ ELLENISTICA
  • ROSSI, PARMA
  • METAMORFOSI
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  • EPIGRAMMA
Altri risultati per BIONE di Flossa presso Smirne
  • Bióne di Smirne
    Enciclopedia on line
    Poeta greco (n. Flossa, presso Smirne, fine del sec. 2º a. C.), vissuto forse in Sicilia ove sarebbe morto avvelenato. Restano 17 frammenti delle sue Bucoliche e dell'Epitafio di Adone d'imitazione teocritea; ma l'ispirazione è diversa e il pathos e il sentimentalismo voluttuoso che lo colorisce danno ...
Vocabolario
smirne
smirne s. m., invar. – Nome generico (più spesso tappeto di Smirne) con il quale sono noti tappeti a lana alta prodotti nella città turca di Smirne (nell’Anatolia) e nella regione circostante; caratterizzati da un eclettismo condizionato...
prèsso¹
presso1 prèsso1 avv., prep. e s. m. [lat. presse «strettamente», avverbio der. di pressus, part. pass. di premĕre «premere»]. – 1. avv. Vicino, in luogo non lontano da quello in cui si parla o a cui ci si riferisce (di uso sempre più infrequente...
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