Biosemiotica
biosemiòtica s. f. – Campo di ricerca basato sullo studio della semiotica della vita, che unisce semiotica e biologia. Sorta negli anni Sessanta del secolo scorso, successivamente alla scoperta del codice genetico, la b. si è sviluppata, secondo diverse prospettive e metodologie, come b. fisica (physical biosemiotics) e poi come b. darwiniana (darwinian biosemiotics), con gli studi di Howard Pattee e Terrence Deacon, incentrati sul ruolo del principio di selezione naturale accanto alla semiotica delle leggi fisiche del vivente; come zoosemiotica (zoosemiotics), evoluzione della sign biosemiotics, che riconosce nella comunicazione animale un sistema di segni e la loro interpretazione, di Thomas Sebeok e Jesper Hoffmeyer; come code biosemiotics, ossia basata sullo studio della semiotica come codificazione, a partire dalla considerazione della diversità e molteplicità dei codici organici del vivente, con gli studi di Marcello Barbieri; come b. ermeneutica (hermeneutic biosemiotics) nelle ricerche di Anton Markoš, che, relativamente all’interpretazione, estendono al vivente l’approccio filosofico ermeneutico (Barbieri, A short history of biosemiotics, «Biosemiotics», 2, pp. 221-245, 2009). Una messa a punto degli sviluppi della disciplina si è avuta con il numero speciale della rivista «Semiotica» (127, 1/4, 1999), ove sono discussi i molti indirizzi in cui si sono sviluppate le ricerche a partire dall’idea di una prossimità o convergenza fra ‘natura’ e ‘cultura’, mediante lo studio del rapporto fra pensiero e informazione, e delle radici biologiche dell’informazione. Tali studi hanno condotto alla revisione del concetto meccanicistico di ‘macchina’ e della causalità stessa, alla luce dell’interpretazione semiotica del naturale e, in alcuni campi di ricerca, dell’intenzionalità propria del vivente. Nell’approccio della code biosemiotics, l’attenzione è rivolta all’attività di codificazione, che costituisce l’aspetto semiotico prevalente, rispetto a quello dell’interpretazione (tipico delle semiotiche che si rifanno alle teorie di Charles Sanders Peirce). Considerata la diversità di scuole e metodologie, si è avvertita l’esigenza di stabilire alcuni postulati unificanti della disciplina, che ne definissero la specificità come scienza. Nella 4a conferenza Gathering in biosemiotics, tenutasi a Praga nel 2004, si sono stabiliti due postulati: la coestensività di vita e semiosi; l’idea che segni, significati e codici sono naturali (a segnare una netta differenza dalle teorie del disegno intelligente).