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BIRMANIA

di Luigi MONDINI - Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)
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BIRMANIA (VII, p. 65; App. I, p. 280)

Luigi MONDINI

Popolazione (1941): 16.824.000 ab., di cui circa tre quarti Birmani, il resto popolazioni di stirpi diverse.

Produzioni: riso (5 milioni di ha. e 70-80 milioni di q. l'anno), cotone (105.000 ha. e 70.000 q. nel 1945-46), tabacco (32.000 ha. e 326.600 q. nel 1945), arachidi (226.000 ha. e 1.148.000 q. nel 1945). Cospicue le risorse di tek, la cui foresta occupa un'area di circa 90.000 kmq. Fra le risorse minerarie, in testa a tutte è il petrolio (1.069.000 t. nel 1941), con raffinerie a Rangoon e a Syriam; il piombo (di cui la Birmania è la più forte produttrice in Asia), quasi sempre associato ad argento, rame e zinco (miniera di Lamtu, presso Lashio); lo stagno e il tungsteno (secondo posto dopo la Cina); pietre preziose (specialmente rubini).

Commercio (1940 e 1941 in milioni di rupie): esportazioni 531,1; 653,9, importazioni, 270,4; 291,8.

Comunicazioni: ferrovie (1945) 3625 km.

Ordinamento politico: la Birmania ha ora acquistato (v. appresso) la propria indipendenza politica. L'Assemblea costituente, eletta il 9 aprile 1947 per redigere la costituzione, ha dovuto risolvere problemi non facili. Il più arduo fu senza dubbio quello rappresentato dalle popolazioni di frontiera, che parlano linguaggi diversi dal birmano e che, sottomesse dai Birmani nel passato o annesse dalla Gran Bretagna, hanno sempre aspirato all'indipendenza ed erano perciò restie a farsi assorbire dal nuovo stato. Tali sono, ad es., i Karen (400.000 addensati a E di Rangoon e 1 milione sparsi in tutto il paese), gli Shan, i più numerosi (2 milioni divisi in 33 principati feudali che occupano i territorî del NE), i Kachin (360.000 alle frontiere del NE, organizzati in tribù), i Chin (350.000, alle frontiere dell'India), ecc. I Birmani sono riusciti, pare, ad intendersi con i Karen, i cui principati formeranno uno stato federato che, con larga autonomia, entrerà a far parte della Unione Birmana, insieme con lo stato shan di Mongpai. I capi dei varî principati karen e dello stato di Mongpai saranno rappresentati al parlamento dell'Unione, mentre le rispettive popolazioni lo saranno nella camera dei deputati. I membri karen del parlamento formerannoi poi, un consiglio di stato Karen, mentre il governo dell'Unione avrà anche un ufficio per gli affari karen.

Storia. - I presupposti dell'indipendenza birmana, risalenti alla promessa britannica del 1931, si vennero rapidamente sviluppando, sollecitati dagli eventi generali dell'ultimo decennio e, in particolare, dagli eventi che sommossero tutto il mondo asiatico meridionale e sud-orientale. Una certa inquietudine si era impadronita del paese già nel 1939: scioperi nell'industria mineraria e dei trasporti, agitazioni della gioventù intellettuale; sintomo, i primi, di un malessere sociale, cui il governo locale presieduto da U. Pu cercava di rimediare con leggi agrarie intese alla formazione di un ceto di piccoli proprietarî; sintomo, le seconde, dell'insofferenza per la lentezza con cui si sviluppava l'autogoverno insito nella costituzione del 1937. A poco giovavano concessioni meramente formali, quali l'approvazione di una nuova bandiera del futuro stato. Ma rabbuiandosi di giorno in giorno il firmamento dei rapporti internazionali, e in particolare quello dei rapporti fra le potenze anglo-sassoni e il Giappone, gia in guerra con la Cina, era prevedibile che fosse per venire il giorno in cui anche la Birmania sarebbe stata coinvolta nel conflitto: di qui, le cure date dal governo inglese per costituire in loco forze atte a contenere l'espansione nipponica, le quali, d'altra parte, non potevano non tradursi anche in sviluppi dell'autonomia birmana. Così furono gettate le basi di una marina da guerra e di un corpo d'aviazione birmano, già prima dell'apertura del conflitto col Giappone, cui il governo birmano dichiarò di voler partecipare a fianco della Gran Bretagna (8 dicembre 1941). Il valore anche strategico della Birmania era stato messo in rilievo già da qualche anno, cioè da quando (1939) era stata completata la autostrada da Lashio a Kun-ming (v. appresso).

Gli apprestamenti per la difesa della Birmania giovarono poco: solo le popolazioni, non propriamente birmane, di frontiera opposero accanita resistenza ai Giapponesi, i quali nel maggio 1942 si potevano considerare padroni di quasi tutto il paese. E padroni non del tutto sgraditi, almeno in un primo tempo. Il governatore inglese, insieme coi membri principali del governo birmano riparò nell'India; nella Birmania abbandonata a sé stessa i Giapponesi si associavano al governo elementi birmani (principale fra essi il dott. Ba Maw), cercando di guadagnarli all'idea della "co-prosperità nipponica", promovendo l'insegnamento dcl giapponese, chiamando giovani birmani a studiare nelle università giapponesi. Nel marzo 1943 gli occupanti giapponesi dichiararono di voler fare della Birmania uno stato indipendente e, quasi a concretare questa loro volontà, nell'agosto abolirono il governo militare d'occupazione e sembrarono voler dare allo stato birmano un po' più della parvenza dell'indipendenza: rappresentanti diplomatici birmani furono accreditati in Giappone, nel Man-chu kwo, nella Tailandia: e l'umbratile governo birmano dichiarò perfino la guerra alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti e firmò un'alleanza militare col Giappone. Ma dietro al paravento dei governo indipendente birmano l'occupazione nipponica gravava sul paese: la censura sulla radio e sulla stampa era dispotica e inintelligente, l'interferenza giapponese negli affari economici continua e insopportabile, alcune misure, come il lavoro obbligatorio, impopolari. In sostanza, i tentativi giapponesi di galvanizzare lo spirito pubblico e di aizzarlo contro gliAnglo-americani incontrarono successo solo in alcuni strati della popolazione birmana: i più rimasero passivi, sia di fronte all'occupazione giapponese, sia di fronte al graduale ricupero della Birmania da parte delle forze britanniche, che nel settembre 1945 trovò la sua conclusione. Anzi, se mai, un certo colore di guerra nazionale di liberazione si ebbe proprio in quest'ultima fase: perfino elementi che avevano salutato con favore l'avvento giapponese, ora parteciparono alla guerra contro gli invasori: così il gen. U. Aung San, già ministro della guerra nel governo birmano filo-giapponese, ed ora capo della "Lega popolare antifascista per la libertà" (AFPFL), alla quale, in sostanza, si deve il forte impulso dato al rinnovamento politico del paese. Dapprima la Lega rifiutò di entrare nei ristretti consigli legislativo ed esecutivi che il governo laborista inglese, lungi dallo abbandonarsi a una politica di risentimenti, aveva istituito come avviamento a una più completa autonomia della Birmania; poi, nel settembre 1946, U. Aung San accettò la carica di consigliere per la difesa e gli affari esteri e sei suoi compagni di parte ebbero la direzione di altri dicasteri, provocando con ciò l'irrigidimento dei partiti non rappresentati nella Lega. Nel gennaio 1947, nonostante le vivaci proteste di Churchill contro lo smantellamento gratuito delle posizioni imperiali britanniche, si iniziarono a Londra, per invito del governo laborista, le conversazioni con una delegazione birmana per stabilire i punti essenziali della futura situazione costituzionale del paese, chiesti a gran voce da tutti i partiti e specialmente dagli estremisti, che invocavano addirittura la "guerra di indipendenza". Di fronte a tali eccessi l'AFPFL rappresentava già una posizione moderata, con la quale - nonostante le difficoltà per il trattamento delle popolazioni di frontiera, alle quali la nuova Birmania non intendeva rinunziare - il governo inglese arrivò presto a un accordo (comunicato ai Comuni il 28 gennaio 1947): le elezioni da indire prossimamente avrebbero stabilito, attraverso un'assemblea costituente, il futuro assetto del paese: intanto, l'attuale consiglio esecutivo assumeva funzioni di governo provvisorio, come se si trattasse di un dominio (benché la qualifica di dominion non fosse riconosciuta alla Birmania); e come se fosse un dominion la Birmania ottenne di essere rappresentata a Londra da un Alto Commissario, di inviare e ricevere rappresentanti diplomatici e di essere assunta, in via provvisoria, nelle N. U., sotto il patrocinio inglese. Le elezioni del 9 aprile 1947, per quanto limitate un poco nel loro significato dalla scarsa affluenza alle urne e dal boicottaggio dei partiti nazionalisti estremisti di U. Saw e di Ba Man e di uno dei due partiti comunisti, diedero una maggioranza schiacciante all'AFPFL. Pur fra molte difficoltà di ordine morale e materiale (disoccupazione, scioperi, carestie), delle quali rimase vittima anche U. Aung San (assassinato a Rangoon il 19 luglio 1947), l'assemblea costituente poté compiere la sua opera (costituzione del 24 settembre 1947) e, con la garanzia di un regime speciale, superare anche lo scoglio delle genti di frontiera. Il 17 ottobre 1947 Takin Nu, successore di U. Aung San, definì con trattato le posizioni rispetto alla Gran Bretagna: la Birmania è riconosciuta pienamente sovrana e libera di restare nel Commonwealth britannico o di uscirne, nella fiducia che più dei legami giuridici possano i legami ideali e il beninteso interesse. Nel fatto, mancando una vera secessione della Birmania dal Commonwealth britannico, implicitamente ne deriva che essa continua a farne parte, senza che la situazione sia giuridicamente precisata. La vita della Birmania indipendente è ancora allo stato fluido. La lega popolare attualmente al potere attraversa un periodo di crisi, osteggiata com'è dagli estremisti di destra e di sinistra, benché anch'essa persegua un programma radicale di riforme sociali: abolizione della proprietà terriera, nazionalizzazione delle industrie (che vuol dire esproprio dei capitali inglesi), ripresa di rapporti politico-economici con l'URSS.

Bibl.: J. L. Christian, Modern Burma, Londra 1942; T. L. Leroy, Modern Burma, Berkeley 1942; Ma Mya Sein, Burma 2ª ed., Oxford 1944; G. E. Harvey, British Rule in Burma, 1924-1942, Londra 1946.

Operazioni durante la seconda Guerra mondiale.

La funzione di avamposto dell'impero anglo-indiano e di base per i rifornimenti alla Cina, fece assumere alla Birmania una notevole importanza militare nel teatro di guerra dell'Estremo Oriente. La ferrovia Rangoon-Mandalay-Lashio (che da Mandalay ha una diramazione fino a Myitkyina), trova prosecuzione verso la Cina nella cosiddetta "strada della Birmania", ultimata nel dicembre 1938, che, per Lung-ling, raggiunge Ta-li. Il Giappone aveva ottenuto, il 18 luglio 1940, l'impegno dalla Gran Bretagna di non farvi transitare per tre mesi, materiale bellico diretto a Ch'ang Kai-shek, ma, in ottobre, l'accordo non fu rinnovato e l'aviazione giapponese tentò, ma sempre con scarsi risultati, di interrompere la strada, bombardandone il tratto che attraversa lo Yün-nan. Il 20 gennaio 1942, truppe giapponesi sboccarono nella Birmania meridionale dalle frontiere occidentali della Tailandia; il 1° febbraio si impadronirono di Moulmein fra il 1° e il 5 febbraio forzarono in accaniti combattimenti il corso inferiore del fiume Saluen, conquistarono Martaban e svilupparono una manovra ad ampio raggio, per aggirare l'ala sinistra degli anglo-indiani, ritiratisi dietro il Sittang. Il 1° marzo, i Giapponesi raggiunsero Pegu, tagliando la linea ferroviaria Mandalay-Rangoon e i Britannici, minacciati d'accerchiamento, sgombrarono la capitale, affidandone la difesa a reparti di retroguardia che lottarono contro soverchianti forze giapponesi, alle quali, il 9 marzo, dovettero cedere la città. Nello stesso giorno, il generale Sir Harold Alexander assunse il comando delle forze alleate in Birmania e affidò alle truppe cinesi il settore del Sittang e alle anglo-indiane quello dell'Irawady. I Giapponesi incalzarono verso nord, raggiunsero, il 19 marzo, il porto di Bassein, accerchiarono, il 26, Taungu, superarono in aprile Prome e conseguirono il pieno controllo della bassa Birmania. Si inoltrarono verso la regione petrolifera di Yenangyaung nella quale gli Inglesi effettuarono - come annunciavano ufficialmente il 18 aprile - la distruzione di tutti gli impianti per l'estrazione del petrolio. Il 30 aprile truppe giapponesi, provenienti dalla valle del Sittang, entrarono a Lashio e si incamminarono verso la Cina, sulla "strada della Birmania", il cui uso fu in tal modo sottratto agli anglo-cinesi. L'invasione della Birmania si sviluppò in ogni settore dal Saluen all'Arakan e, mentre il generale Alexander sotto la protezione di reparti indiani "gurkha" compiva una penosa ritirata verso le frontiere del Bengala e dell'Assam, truppe nipponiche occupavano il 1° maggio Maridalay, poscia Myitkyina, l'8 il porto di Akyab, e si avvicinavano alla frontiera indiana; un reparto si spinse fino a Chittagong.

La guerra in Birmania subì una sosta fino al novembre 1943, interrotta, fra la fine del 1942 ed il principio del 1943, da una puntata che il generale A. P. Wavell fece effettuare da reparti anglo-indiani in direzione di Akyab, che fu quasi raggiunta. Ma i Giapponesi contrattaccarono prontamente e, nel maggio, si addentrarono per qualche diecina di chilometri nel Bengala.

Nell'agosto 1943, alla conferenza di Quebec, fu affidato all'ammiraglio lord Louis Mountbatten il "South-Eastern Asia Command" di nuova istituzione ed il compito di riconquistare la Birmania, partendo dall'Assam, col concorso della 1ª armata cinese proveniente dalla Cina e con la partecipazione di reparti americani. L'offensiva fu iniziata dalle divisioni cinesi 14ª e 50ª, agli ordini del generale J. W. Stilwell, che erano state addestrate ed armate in India con materiale americano e aviotrasportate nella zona a nord di Ledo. Esse, nel marzo 1944, mossero all'attacco vincendo l'ostinata resistenza nipponica, discesero nella valle dell'Hukawng; il 20 giugno occuparono Mogaung e il 3 agosto anche Myitkyina, capolinea della ferrovia per Mandalay. Intanto la 1ª armata cinese, varcato il Saluen, cercò di ricongiungersi con le divisioni di Stilwell, mentre gli anglo-indiani si apparecchiavano a scendere nell'Arakan.

I Giapponesi idearono allora una manovra controffensiva che valesse a scompaginare lo schieramento avversario, irrompendo nel Manipur in modo da minacciare la ferrovia Bengala-Assam e da tagliare i rifornimenti dall'India alle truppe cino-americane impegnate nel settore Ledo-Myitkyina. Nel contempo, tendevano ad impossessarsi dei campi d'aviazione dell'India nord-orientale, impiegati per gli aviotrasporti verso la Cina, e a crearsi la possibilità di agire a tergo delle truppe anglo-indiane del settore dell'Arakan. Riuscirono, nei mesi di marzo ed aprile 1944, a conseguire qualche successo con l'accerchiamento di Imphal, ma la reazione degli Alleati, sviluppatasi nei mesi di maggio, giugno e luglio, sventò la minaccia e obbligò i Giapponesi a ritornare sulle posizioni di partenza. Lord Mountbatten, che disponeva di un gruppo di armate forte di 750.000 uomini, riprese in settembre la campagna per la riconquista della Birmania, che si svolse, principalmente, nei quattro settori dell'Arakan, del Chindwin, di Bhamo e dello Yün-nan. I combattimenti furono particolarmente aspri nel settore del Chindwin, dove la 14ª armata anglo-indiana (gen. W. Slim) dovette superare l'accanita resistenza giapponese per aprirsi il passo su Kalemyio e verso Palel, e nello Yünnan, dove i Cinesi, che avevano fin dal settembre raggiunto Lungling, furono contrattaccati, costretti a cedere terreno e a segnare il passo per qualche tempo. Scopo evidente del comando nipponico era quello di ritardare la marcia degli Alleati su Rangoon, almeno fino al maggio 1945, quando i monsoni avrebbero aiutato a fermare per sei mesi le operazioni, sì da rimandare al 1946 la rioccupazione totale della Birmania e, di conseguenza, le operazioni per la liberazione di Singapore. Ma gli Alleati incalzarono senza posa e, nel novembre, le forze cinesi dello Yün-nan entrarono in collegamento con quelle provenienti da Myitkyina, dando così la possibilità di realizzare il collegamento dell'Assam con "la strada della Birmania".

Il 3 novembre lo Stilwell lasciò il comando delle truppe cinoamericane, che fu assunto dal gen. Wedemeyer. Le operazioni continuarono senza soste. Alternando rapide puntate a sbarchi, l'Arakan settentrionale, con l'importante porto di Akyab, fu riconquistato entro il maggio 1945; i Cinesi rientrarono a Lashio il 7 marzo 1945; la 14ª armata anglo-indiana, che aveva raggiunto il corso dell'Irawady a fine gennaio sui due lati di Mandalay, lo superava in marzo, sopraffaceva la 15ª e la 33ª armate giapponesi e puntava verso il sud, mentre la 19ª divisione indiana si impadroniva di Mandalay. I Giapponesi tentarono di rallentare, con azioni di disturbo, la marcia degli avversarî a Prome sull'Irawady, e a Thazi sul Sittang; ma gli Anglo-americani ripresero a metà aprile la spinta su Rangoon, preceduti da unità motocorazzate, rifornite per via aerea. Pegu fu sorpassata il 29 aprile e Prome il 3 maggio, lo stesso giorno in cui cadeva Rangoon. Seguì una campagna contro i superstiti gruppi giapponesi, uno fra il Sittang e l'Irawady e l'altro nell'Arakan. Il 26 agosto 1945, a Rangoon, fu firmato l'atto di resa; ma le ultime truppe giapponesi non deposero le armi che il 13 settembre.

Bibl.: Gen. A. P. Wavell, Le operazioni in Birmania, in London Gazette, supplemento del 5 marzo 1948.

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