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BIRMANIA

di Silvio PICCARDI - Giovanni MAGNIFICO - Paolo DAFFINA - Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
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BIRMANIA (VII, p. 65; App. I, p. 280; II, 1, p. 410)

Silvio PICCARDI
Giovanni MAGNIFICO
Paolo DAFFINA

L'Unione Federale Birmana è dal 1948 uno stato indipendente composto dalla Birmania vera e propria e dagli stati nazionali dei Karen, degli Shan e dei Kachin, oltre il territorio autonomo dei Chin. La B., dal punto di vista amministrativo, è divisa nelle seguenti province: Arakan, capol. Akyab; Irawady, capol. Bassein; Magwe, capol. Magwe; Mandalay, capol. Mandalay; Pegu, capol. Rangoon; Sagaing, capol. Sagaing; Tenasserim, capol. Moulmein. La superficie totale, compresa quella degli stati dei Kachin (87.808 km2), dei Karen (1.670 km2) e degli Shan, e il territorio autonomo dei Chin (420.331 km2) è di 677.950 km2, con 20.054.000 abitanti nel 1958 e con una densità di 29 abitanti per km2. La capitale è Rangoon con 737.080 abitanti (cifra provvisoria) nel 1955; altre città importanti: Mandalay, con 182.367 ab., e Moulmein, con 101.720 abitanti.

Attività economiche. - L'economia birmana, pur non avendo ancora superato la crisi conseguente al brusco trapasso dallo stato semicoloniale all'indipendenza assoluta, sembra avviata verso un notevole progresso. Nel 1948 il governo ha elaborato un primo piano di sviluppo quinquennale e ha promulgato una legge agraria che, per l'incerta situazione politica interna, è divenuta operante solo nel 1952. In forza di tale legge, lo stato ha espropriato circa 8 milioni di ha (di cui 3.600.000 appartenenti a grandi proprietarî), che sono stati distribuiti in misura di circa 4 ha per ogni famiglia concessionaria. Le aree a coltura orticola e a piantagioni di caucciù, diffuse queste ultime sul litorale del Tenasserim, sono state escluse dalla riforma, in armonia con la politica agraria generale che tende a incrementare soprattutto le colture di alto reddito. Vengono anche attuati piani di valorizzazione delle aree incolte negli stati dei Karen e dei Kachin (introducendo nel primo le colture della iuta, degli agrumi, del gelso; nell'altro la canna da zucchero, il caffè e ancora la iuta). Comunque il riso resta tuttora la principale coltivazione (occupa i ⅔ del territorio coltivato, e la sua produzione pone la Birmania fra i grandi esportatori mondiali). Ma la superficie risicola tende a restringersi (1948: 5 milioni di ha, 70-80 milioni di q; 1957: 3.868.000 ha, 58.280.000 q), mentre in espansione risultano le aree coltivate a cotone, ad arachide, a tabacco, a canna da zucchero e a caucciù.

L'enorme patrimonio forestale, che copre circa il 57% del territorio nazionale, è oggi sfruttato sistematicamente. L'essenza arborea più pregiata, il tek, occupa un'area di circa 9 milioni di ha. Il legname, fatto fluitare sull'Irawady, viene in gran parte lavorato in 6 segherie a Rangoon, ed è esportato soprattutto verso la Gran Bretagna. Si è iniziato recentemente anche lo sfruttamento regolare dei pini e delle mangrovie, da utilizzare - queste ultime - come legna da ardere.

Mediocre il patrimonio zootecnico: circa cinque milioni di bovini (zebù), 870.000 bufali, 544.000 suini, 294.000 ovini e caprini, 18.000 equini (1957).

Principale risorsa energetica è il petrolio, i cui giacimenti (alto Chindwin e Yenangyaung) nel 1954 sono stati concessi alla società a partecipazione statale Burma Oil Co., che ha esteso le prospezioni anche al delta. La produzione petrolifera, pur essendo in ripresa (1951: 115.000 t; 1958: 465.000 t), è molto modesta ed inferiore a quella prebellica (circa 1 milione di t). Un oleodotto di 400 km unisce il distretto petrolifero di Chauk alle raffinerie di Syriam (Rangoon). Nuove raffinerie sono sorte anche a Chauk. Nel 1952 ha avuto inizio lo sfruttamento razionale dei giacimenti carboniferi di Kalewa, destinati ad alimentare alcune centrali termoelettriche e le ferrovie. Sono proseguiti anche l'accertamento e lo sfruttamento delle altre risorse minerarie. Giacimenti ferriferi (magnetite, ematite e limonite) sono stati scoperti nell'arcipelago di Mergui. Ma i principali prodotti minerarî sono ancora (oltre al petrolio) lo stagno (1957: 874.000 t di contenuto metallico), il piombo (27.400 t di metallo) e il volframio (385.000 t di WO3). Le produzioni dello stagno e del piombo risultano peraltro molto inferiori a quelle prebelliche.

L'attuazione dei programmi governativi di industrializzazione è ostacolata dalla mancanza di tecnici e dalla difficoltà delle comunicazioni interne.

Il commercio con l'estero presenta una prevalenza delle esportazioni sulle importazioni (media del quadriennio 1953-56: importazioni circa 900 milioni di rupie, esportazioni 1140).

Comunicazioni. - Assolutamente insufficiente la rete ferroviaria (2810 km nel 1956) e stradale (10.830 km a fondo naturale e 6000 circa a fondo artificiale). Le comunicazioni aeree interne sono attualmente gestite da una compagnia nazionale che dispone di 34 campi di aviazione. L'aeroporto di Rangoon, completamente ricostruito, è uno dei più importanti dell'Oriente, essendo toccato da 11 linee internazionali.

Finanze. - La politica di sviluppo economico ha incontrato un limite nel basso livello del risparmio interno. Questo è stato alimentato principalmente da accentuate espansioni periodiche delle esportazioni. I disavanzi registrati dalle finanze pubbliche a partire dal 1953 hanno determinato pressioni inflazionistiche e hanno compromesso in più occasioni l'equilibrio dei conti con l'estero. Peraltro, l'assistenza economica e finanziaria concessa dagli S. U. A., alcuni prestiti accordati dalla Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo e, più recentemente, l'inizio dei pagamenti da parte del Giappone in conto riparazioni ($ 250 milioni da versare in dieci rate annuali eguali) hanno esercitato una favorevole influenza sia sulla situazione finanziaria interna sia su quella verso l'estero. Nel 1956-57 ha avuto inizio l'applicazione del piano quadriennale di sviluppo economico il quale, sulla scorta dell'esperienza accumulata negli anni precedenti, mira ad assicurare un migliore equilibrio fra gli obiettivi da raggiungere e i limitati mezzi a disposizione.

All'inizio del 1948 è stata fondata la Union Bank, la cui sede centrale è a Londra. Essa ha il privilegio dell'emissione e assolve in generale le funzioni di banca centrale. Il 1° luglio 1952 l'unità monetaria, che precedentemente era denominata rupia, ha assunto la nuova denominazione di kyat. Nel 1953 è stata dichiarata ufficialmente la parità monetaria (i kyat = 0,186621 grammi di oro fino; kyat 4,76190 per 1 dollaro S.U.A.). Dal 1931 il kyat è legato alla sterlina dal rapporto 13,33 kyat per 1 sterlina. La B. fa parte dell'area della sterlina.

Storia. - Il 19 luglio 1947 Aung San, capo della Lega antifascista per la libertà del popolo, fu assassinato da elementi di destra ma il suo posto fu preso da Thakin Nu (che ha assunto poi il nome di U Nu). Thakin Nu seppe guidare il lavoro dell'assemblea costituente birmana e condurre il paese alla completa indipendenza, che fu proclamata il 4 gennaio 1948 e sancita dal formale trapasso dei poteri dal governatore britannico al primo presidente dell'Unione Birmana. L'Unione Birmana divenne così uno stato sovrano, nell'ambito del Commonwealth britannico, a regime repubblicano con parlamento bicamerale. Ma ottenuto questo successo, la nuova repubblica si trovò a dover affrontare e risolvere gravi e urgenti problemi politici ed economici interni.

Nell'agosto del 1948 due battaglioni del I reggimento dei Burma Rifles si ammutinavano a Thayetmyo (sull'Irawady, a N di Prome) e questo era il principio di un'insurrezione organizzata dai comunisti e da un gruppo staccatosi dalla Lega antifascista per la libertà del popolo, ai quali ben presto si aggiunsero i Karen, che reclamavano l'autonomia del proprio gruppo etnico (circa 2.500.000 persone) e del territorio da esso abitato. Nonostante il loro tenace anticomunismo, i Karen non esitarono a far blocco comune con gli insorti comunisti contro le truppe governative. La guerra civile fu accompagnata in tutto il paese da atti terroristici e da un generale stato di disordine e di insicurezza che suscitò serie preoccupazioni nei governi britannico, indiano e pachistano, e che si andò sempre più complicando per il moltiplicarsi dei gruppi ribelli (assommanti in tutto a 15 o 20 mila uomini), ora alleati, ora in contrasto l'uno con l'altro. A tali gruppi, più o meno militarmente organizzati e politicamente definiti, si vennero aggiungendo bande di briganti (quasi altrettanto numerosi quanto gli insorti) che profittavano della generale confusione per taglieggiare la popolazione delle campagne e saccheggiare i villaggi. Intanto nel 1950 truppe nazionaliste cinesi varcavano il confine dello Yünnan e al comando dei generali Li Mi e Liu Kuo-chuan penetravano in Birmania ingaggiando combattimenti con le truppe governative. Nonostante la gravità della situazione e il numero degli avversarî cui doveva tener testa, il governo birmano riuscì a riportare diversi successi militari, tanto che il primo ministro Thakin Nu poteva dichiarare, nell'ottobre del 1951 durante una sua visita a Nuova Delhi, che l'insurrezione non era più da considerarsi un problema grave. Nel medesimo mese di ottobre veniva apportato un emendamento alla costituzione per cui il distretto di Salwin, prevalentemente abitato da Karen, veniva eretto a stato autonomo nell'ambito dell'Unione Birmana. Nel gennaio 1953 nessun centro importante rimaneva più in mano dei ribelli, ma nonostante la resa di varî gruppi e le promesse di amnistia, nel febbraio del 1959 un gruppo calcolato a 8000 uomini tra Karen, comunisti, nazionalisti cinesi e gruppi minori teneva ancora impegnate le truppe govemative soprattutto a occidente del delta dell'Irawady. Rumori di un colpo di stato avevano nel frattempo indotto U Nu a rassegnare le dimissioni da primo ministro nel settembre del 1958. Il suo posto fu preso dal generale Ne Win, fautore di una lotta a fondo contro gli insorti e contrario alla concessione di qualsiasi amnistia.

S'intende come questo primo travagliato decennio dell'indipendenza birmana non può non essere stato segnato anche da una profonda crisi economica, alla quale tuttavia si è riusciti a porre un efficace rimedio grazie soprattutto al cosiddetto piano di Colombo per lo sviluppo economico dell'Asia meridionale e sud-orientale, organizzato nel 1951 tra i paesi del Commonwealth.

Bibl.: J. R. Andrus, Burmese economic life, Stanford 1947; F. H. G. Dobby, Southeast Asia, Londra 1950; F. N. Trager, Toward a welfare state in Burma. Economic reconstruction and development, 1948-54, New York 1954; Thakin Nu, Burma under the Japanese, Londra 1954; H. Tinker, THe Union of Burma, a study of the first years of independence, Oxford 1957; J. F. Cady, A history of modern Burma, Oxford 1958. Cfr. inoltre: Economic survey of Burma, Rangoon (pubblicazione annuale).

Vedi anche
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