birra
La bevanda alcolica più diffusa nel mondo
La birra si ritrova, in differenti tipi, in tutti i continenti. La sua storia comincia oltre 4.000 anni fa, in Mesopotamia e in Egitto. Da allora la birra ha accompagnato la storia dell'uomo, adattandosi ai gusti e alle culture che si succedevano secolo dopo secolo. Ancora oggi i metodi di lavorazione della birra continuano a essere perfezionati.
La birra è una bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione di alcuni cereali. Per produrla bastano pochi e semplici ingredienti: acqua, orzo, lievito e luppolo, una pianta che serve ad aromatizzarla. Non c'è una ricetta unica perché esistono diversi tipi di birra, con caratteristiche anche molto diverse fra loro. Quel che li accomuna è il sapore amarognolo e la bassa gradazione alcolica rispetto al vino o ai distillati. La percentuale di alcool contenuta nella birra, misurata dal grado alcolico, è infatti generalmente di 4÷6 gradi, anche se alcune birre possono arrivare fino a 8÷9 gradi. Al contrario, il vino ha un contenuto alcolico di almeno 10 gradi e alcune grappe possono superare i 50 gradi.
La lavorazione della birra, pur con molte varianti, si può distinguere in tre fasi. Nella prima si estrae il malto dall'orzo, o da altri cereali. Per questo si fanno germinare i semi di orzo, cioè si fanno spuntare minuscole radici ai semi. Iniziata la germinazione, essa viene fermata con il calore, attraverso un processo detto di torrefazione. Questa fase termina con l'ammostatura, in cui il malto diventa mosto. Il mosto ora va bollito; quanto a lungo e a che temperatura è decisione delicata e importante. Si devono infatti attivare reazioni biochimiche che possono avvenire solo a una temperatura precisa. In questa fase si inserisce anche il luppolo, che dà alla birra il suo aroma tipico e un sapore amarognolo. Ancora una volta la temperatura è importante: dal modo in cui il mosto viene raffreddato dipende il grado alcolico che la birra avrà alla fine del processo di produzione. Si va da birre a bassa gradazione alcolica, quelle 'bianche', tipo Lager o Pilz, a birre ad alta gradazione e gusto più forte, come quelle del tipo 'trappista'. Fino a poco tempo fa il mosto era riscaldato in grandi recipienti sferici di rame, che ancora si possono vedere in alcune vecchie birrerie. La fase finale, di fermentazione, è quella in cui zuccheri e amminoacidi contenuti nel preparato diventano alcool. In pratica una serie di processi chimici 'demoliscono' le molecole degli zuccheri contenute nel mosto, che hanno una struttura molto complicata, scindendole in molecole più semplici, come quelle dell'alcool. Per operare questa 'catena di smontaggio' si usano microrganismi o enzimi contenuti nel lievito, che viene inserito in questa fase di lavorazione.
Si sa che la birra era già prodotta dai Sumeri nell'antica Mesopotamia, intorno al 3700 a.C., e dagli antichi Egizi. Era la bevanda più popolare tra i Galli, il popolo che abitava l'odierna Francia al tempo dei Romani, come mostrano anche i fumetti di Asterix. Nel Medioevo la sua produzione divenne una prerogativa delle abbazie: ancora oggi le birre 'trappiste', dal nome appunto di un ordine di frati, sono molto popolari. Nel 20° secolo la birra è diventata un prodotto industriale e il suo consumo è aumentato enormemente, specie fra i ceti meno abbienti. Ora la birra è tornata di moda tra i giovani, ma bisogna sempre fare i conti con il suo contenuto alcolico che, proprio perché basso, può dare l'impressione di non costituire un problema. Il che è vero a patto di non esagerare con la quantità!
Chi beve più birra nel mondo? I campioni assoluti sono i Tedeschi, con una media di ben 140 litri a testa l'anno, seguiti a ruota da Cechi e Slovacchi. Poco di meno ne bevono gli Australiani, oltre 135 litri a testa. I Giapponesi, pur essendo fra i maggiori produttori di birra, ne bevono 'solo' 44 litri a testa. Non si tratta di record positivi, comunque. Anche se la birra ha una bassa gradazione alcolica, berne molta significa ugualmente introdurre nell'organismo un'eccessiva quantità di alcool.