bis
L'avverbio latino appare nel contesto dell'indirizzo di Cacciaguida a D., in Pd XV 30 sicut tibi cui / bis unquam coeli ianüa reclusa?, " a chi altro la porta del cielo è stata aperta, come a te, due volte? " (Sapegno: " adesso, e dopo la morte "). Da notare che la presente venuta di D. in Paradiso, e la futura, possono essere indicate insieme, con l'avverbio bis riferito a un verbo in un tempo passato (ianua coeli reclusa [est]) perché Cacciaguida, illuminato dalla conoscenza del futuro nella mente di Dio, considera tanto sicura e immancabile la definitiva accoglienza di D. in cielo, da parlarne come di cosa già passata. Del resto, chiosa Benvenuto, " si concessum est tibi viventi venire ad coelum cum carne, non est credendum quod tibi venienti sine corpore denegetur ".