BISANZIO
Fu abate del monastero benedettino di S. Maria de Columna (o de Colonia), presso Trani, secondo una notizia tramandata dal Sarnelli, e salì sulla cattedra vescovile di Bisceglie quale successore di Amando, la cui ultima menzione ricorre il 7 luglio 1182; la vacanza della diocesi, dopo la morte di quest'ultimo, dovette essere di breve durata, poiché un'iscrizione nella chiesa di S. Maria di Giano, nell'agro di Bisceglie, recante la data del 1182, ricorda la dedicazione di un altare a s. Lorenzo e la reposizione di una reliquia ad opera del vescovo Bisanzio.
Ben poco si conosce della sua attività pastorale: il 3 gennaio 1197 sottoscrisse l'atto di donazione di alcuni beni da parte di Falcone di Giovanni, giudice imperiale, alla chiesa di S. Margherita, eretta dallo stesso Falcone in Bisceglie, presso le mura della città; nel 1189 circa papa Clemente III lo incaricava di promulgare e di far eseguire il decreto di sospensione a divinis contro alcuni chierici della Chiesa barese, i quali si erano rifiutati di presentarsi al pontefice per rispondere delle offese fatte all'arcidiacono Berardo.
Alcuni autori attribuiscono al pontefice Urbano III una lettera indirizzata al vescovo di Bisceglie - in questo caso B. -, concernente varie questioni di diritto canonico (la riscossione delle procurationes all'atto della consacrazione di nuove chiese, il divieto di benedire le nozze di bigami, le nozze tra puberi, le nozze tra consanguinei, l'usura), più tardi inserita, sotto i rispettivi titoli, tra le Decretali di Gregorio IX: la critica più recente, però, riconosce quale autore del documento Alessandro III e di conseguenza quale destinatario il predecessore di B., Amando.
Secondo l'Ughelli (il quale, non diversamente dal Sarnelli e da altri autori successivi, assegna la morte del vescovo al 1222), B. avrebbe accolto in Bisceglie s. Francesco d'Assisi e favorito la fondazione nella città di un convento di frati minori (il convento della Nunziata, oggi distrutto, eretto nel "Borgo" di Bisceglie): ma, se pure sostò veramente in quella località, Francesco non poté giungervi prima dell'inverno 1221-1222, quando visitò Lecce, Bari e il santuario di S. Michele sul Gargano, cioè quando B. era già scomparso da oltre un anno: B. morì infatti il 19 ott. 1220.
Fonti e Bibl.: Ph. Jaffé-S. Loewenfeld,Regesta Pontif. Rom. II, Lipsiae 1888, nn. 14125-14127; W. Holtzmann,Italia pontificia…, IX, Berolini 1962, p. 313; P. Sarnelli,Mem. de' vescovi di Biseglia e della stessa città, Napoli 1693, pp. 43-46; F. Ughelli-N. Coleti,Italia sacra..., VII, Venetiis 1721, coll. 941-944; G. Cappelletti,Le Chiese d'Italia, XXI, Venezia 1870, p. 72; P. B. Gams,Series episcoporum…, Ratisbonae 1873, p. 857; F. Gabotto,L'epitafio del vescovo Bisanzio ed alcune altre iscrizioni della cattedrale di Bisceglie, in Arch. stor. pugliese, I (1895), pp. 385-404; K. Eubel,Hierarchia catholica..., I, Monasterii 1913, pp. 527; L. Mattei-Cerasoli, Di alcuni vescovi poco noti, in Archivio storico per le provincie napoletane, n. s., IV (1918), p. 372.