Bisenzio (Bisenzo)
Fiume toscano, affluente di destra dell'Arno che ne riceve le acque nel piano fiorentino; è citato da D. in If XXXII 56 per indicare che la sua valle apparteneva ai conti Alberti di Mangona: nella valle del B. erano infatti situati due dei loro castelli, quello di Vernio e quello di Cerbaia, mentre poco lungi, " su di una cresta montana che forma lo spartiacque fra Valle di Bisenzio e Val di Sieve " (Bassermann, Orme 173), si ergeva il castello avito, quello che dava il nome alla casata. Nel ghiaccio della Caina D. colloca due dei tre figli di Alberto degli Alberti, Napoleone e Alessandro (v.).
D. non fornisce alcuna descrizione geografica né del fiume né della valle onde esso si dichina: è questo uno dei tanti casi in cui le località geografiche stanno a indicare i personaggi ad esse legati.
Per quanto riguarda il dichina, il Mattalia osserva che D. usa questo verbo per indicare un luogo in dolce pendenza, e, rimandando come paragone a If XXVIII 75, conclude: " dal ‛ dichinare ' della valle, per trasposizione, il ‛ dichinare ' del Bisenzio, il lento corso delle sue acque ". Si può osservare che D. usa tale verbo con significato geografico a proposito di luoghi pianeggianti che dolcemente degradano, oltre che in If XXVlll 75, anche in Pg I 113 (v. DICHINARE), mentre nel caso del B. si può semplicemente intendere che esso discende attraverso la valle omonima; l'interpretazione del Mattalia oltretutto mal si adatta a un fiume a carattere prevalentemente torrentizio, con frequenti piene primaverili, quale è appunto il B.; anche se si volesse pensare a una variazione dell'idrografia superficiale dai tempi di D. a oggi, si dovrebbe pur sempre tener conto della notazione di Graziolo: " fluvius iste velociter currit iuxta Pratum ex una parte Prati ".
Tra i commenti antichi si può inoltre notare che il Buti appella i Conti ‛ di Modigliana '. Il Graziolo, il Buti, il Vellutello, il Daniello, il Lombardi e il Tommaseo usano, per indicare la valle del B., il non meglio identificabile toponimo " Falterona " (con la variante ‛ Feltronis ' per Graziolo: " fluvius in districtu Florentiae, qui descendit de valle Feltronis "). Il Vellutello e il Daniello, infine, pongono in tale valle l'origine del fiume, che in realtà nasce presso il Poggio Cicialbo nell'Appennino Toscano settentrionale.