BISMARCK-SCHÖNHAUSEN, Herbert, principe di
Uomo di stato tedesco, figlio del principe Ottone (v.), nato a Berlino il 28 dicembre 1849, morto a Friedrichsruh il 18 settembre 1904. Partecipò ventenne alla guerra franco-prussiana, rimanendo gravemente ferito nella battaglia di Mars-la-Tour. Fu poi avviato dal padre alla carriera diplomatica, e, addetto nel 1873 al Ministero degli esteri imperiale, divenne nel 1887 segretario particolare del cancelliere, che coadiuvò con devozione veramente filiale durante quattro anni.
Inviato nel 1881 segretario d'ambasciata a Roma, ebbe in Sicilia un'avventura sentimentale che suscitò grande scalpore e gli meritò aspri rimproveri da parte del padre.
Fu quindi trasferito all'ambasciata di Londra, dove ottenne la promozione a consigliere d'ambasciata e acquistò una conoscenza diretta della politica inglese, tale da procurargli presso il padre la reputazione, forse esagerata, di tramite adatto per i negoziati, spesso spinosi, fra i gabinetti di Berlino e di Londra. Nel 1884 fu destinato alla sede di Pietroburgo, che lasciò dopo pochi mesi per l'Aia, dove divenne ministro imperiale. Nel maggio dell'anno seguente fu richiamato al Ministero degli esteri come sottosegretario, in attesa di divenire, dopo un anno, ministro segretario di stato nel governo prussiano, carica elevatissima, ma che lo pose in diretto contatto col padre, tuttora onnipotente, riducendolo troppo spesso a essere un semplice interprete della volontà di lui. Il cancelliere lo inviò a Londra per risolvere la vertenza insorta per le isole Samoa e anche per proporre al governo inglese uno schema di alleanza difensiva contro la Francia. Per quanto queste suggestioni fossero eluse, il governo liberale, capitanato dal Gladstone, si rivelò più favorevole di quello conservatore del marchese di Salisbury a un'intesa fra l'Inghilterra e la Germania nelle questioni coloniali. Le attribuzioni spettanti al B. nel disbrigo degli affari correnti di politica estera lo implicarono nello sgraziato incidente dell'arresto del commissario francese di polizia Schnabele nell'aprile 1887; il che produsse una viva, per quanto passeggera, irritazione del vecchio imperatore Guglielmo I contro di lui. Nei momenti di tensione fra i due paesi finitimi, il B. non celava menomamente la sua diffidenza verso la Francia, come quando si oppose alla partecipazione della Germania all'Esposizione di Parigi. Nondimeno, egli poté interporsi nel 1888 tra la Francia e l'Italia nella contesa circa l'estensione delle immunità capitolari alla nuova colonia italiana di Massaua. Gli avversarî della maniera forte, ripetutamente adottata dal cancelliere di fronte alla Francia, imputavano a suo figlio Erberto gran parte della responsabilità delle misure più odiose, ch'egli avrebbe suggerite al padre, o per lo meno interpretate in senso estensivo. Certamente il vecchio principe negli ultimi anni della sua permanenza al governo poté dare l'impressione di soverchia indulgenza per il figlio Erberto e del desiderio di assicurargli la sua successione.
Appena salito al trono Guglielmo II, il B. lo accompagnò nei primi suoi viaggi, ad esempio in Italia, dove egli si recò a visitare il Crispi come messaggero di suo padre. Gli si attribuisce un atto che suscitò scandalo in Vaticano, quando papa Leone XIII intratteneva in un colloquio senza testimonî l'imperatore. Non vi è ragione di dubitare che, introducendo quasi con la violenza il principe Enrico nel bel mezzo della conversazione che il papa avrebbe desiderato continuare col solo monarca, il giovane B. abbia ubbidito a precedenti istruzioni del suo sovrano. Quando questi si separò dal vecchio cancelliere, sembra volesse conservare al suo fianco il figlio, che peraltro si dichiarò interamente solidale col padre, e non volle prolungare più di pochissimi giorni la gestione interinale degli Affari esteri. Nel 1892 sposò la contessa Margherita Hoyos. Rientrò al Reichstag, dove già era stato eletto deputato nel 1884, e, controllando il giornale Hamburger Nachrichten, proseguì fino alla morte del padre un'opera tenace di rivendicazione della politica del grande cancelliere. Dopo la morte di questo, nel 1898, ereditò da lui la tenuta di Friedrichsruh, ove risiedette spesso fino alla morte. Nella crisi internazionale prodotta dalla guerra degl'Inglesi contro i Boeri, il B. dalla tribuna del Reichstag esortò il nuovo cancelliere, principe di Bülow, a tener testa alle pretese del governo britannico di poter visitare le navi germaniche sospette di contrabbando. Nel 1901 pubblicò, presso l'editore Cotta, le lettere scambiate tra suo padre e sua madre. I suoi discorsi politici (Politische Reden) furono pubblicati dal Penzler (Berlino 1905).