BĪT KHILĀNI (variante assira: bīt khitlāni; detto pure bit hilani)
Designazione di un tipo di palazzo della Siria settentrionale, caratterizzato da un portico a colonne che immetteva in un atrio largo ma poco profondo. Al portico si accedeva mediante una scalinata fiancheggiata da leoni o colossi. Le colonne del portico poggiavano su basi, talvolta a forma di animali scolpiti. I re assiri Tiglatpileser, Sargon, Sennacherib e altri affermano, nelle loro iscrizioni, di aver costruito dei b. k. alla maniera degli Hittiti, seguendo in ciò una moda che si era imposta. L'etimologia del termine è incerta. In un'iscrizione di Sennacherib il termine b. k. è detto proprio della lingua di Amurru, cioè dell'Occidente; ma non essendo khilāni una parola semitica, è stata proposta la sua derivazione dall'hittito khilammar "porta" (J. Friedrich, Hethitisches Wörterbuch, s. v.); H. Th. Bossert (Archiv für Orientforschung, ix, 1933-34, p. 127) ne ha ricercato l'etimologia nell'hittito geroglifico; diffusa comunque è l'opinione che khilāni non sia che l'adattamento dell'hittito geroglifico hilani "porta". Non ancora definitivamente accertata è l'origine del tipo architettonico: di origine hittita secondo alcuni - ed effettivamente forme analoghe a quelle del b. k. furono rinvenute nelle fondamenta di case di Boǧazköy risalenti al XIV-XIII sec. a. C. - hurrita secondo altri, è stata infine recentemente emessa l'ipotesi, dal Frankfort, della sua origine nella Siria settentrionale, ove, fin dal XVIII sec. a. C., i palazzi reali di Alalakh mostrano elementi che si ritroveranno più tardi nei b. k. classici dell'inizio del I millennio a. C. nell'alta Siria e nell'Assiria.
Bibl.: B. Meissner-D. Opitz, Studien zum Bit Hilani im Nordplalast Assurbanaplis zu Ninive, Berlino 1940; B. Meissner, in Orientalia, NS XI, 1942, pp. 251-262; H. Frankfort, The Origin of Bit Hilani, in Iraq, XIV, 1952, p. 120 ss.