BITHYNIA (Bithynia [et Pontus])
Provincia dell'Impero romano.
Il testamento di un sovrano ellenistico, Nicomede, redatto nel 74 a. C. in favore del popolo romano, fu all'origine della provincia di B., nata entro i confini del regno omonimo, cioè dalla Propontide, alla foce del Medestus (Susurluq), ai monti della Olimpene e della Bogdomanis (Ertoghrul) e al medio corso del Sangarius (Saqaria), il cui bacino costituisce il fulcro fisico della regione, sino al corso del Billaeus (Filias), là dove aveva inizio il regno del Ponto.
Questo fu annesso alla provincia nel 66 a. C., dopo la vittoria di Pompeo su Mitridate, ma furono escluse dalla diretta amministrazione imperiale le parti orientali della regione, lasciate al regno autonomo di Farnace. I Romani si assicurarono gli scali più importanti sull'Eusino, tra i quali Sinope e Amisus, oltre il delta dello Halys (Qizil) sino alla foce dello Iris (Yeshil).
La B. divenne così una provincia senatoria, governata da un magistrato di rango consolare o pretorio. Il dominio romano subì una breve interruzione col ripristino del regno pontico al tempo di Antonio. La politica di larga autonomia, inaugurata da Pompeo e perseguita da Augusto, connessa al rispetto e al favore verso le pristine istituzioni locali, ebbe una forte diminuzione con Tiberio, quando si soppressero le principali libertà concesse ai regni sacerdotali di Zela e di Comana, e ancora più con Nerone e con Vespasiano, che ridusse il paese in piena potestà romana, anche in vista delle lotte alle frontiere contro i Parthi. L'interesse imperiale per la provincia divenne più evidente con Traiano, che vi inviò come corrector Plinio il Giovane, sinché, con Marco Aurelio, la B. si trasformò in provincia imperiale.
I centri ellenistici della regione continuarono la loro vita in età romana, segnatamente Bisanzio, di qua dal Bosforo ma annessa alla provincia, Nicaea, Apamea, Nicomedia, che restò la sede del koinòn bitinico, Amastris, che fu la sede di quello pontico, Sinope e Amisus. La urbanizzazione imperiale si sviluppò soprattutto nella parte orientale della B., anche con qualche costituzione coloniaria. Alcune delle nuove città, fondate presso centri minori indigeni, presero il nome da principi o membri della casa imperiale: così nacquero le diverse Iuliopolis, Claudiopolis e Flaviopolis.
Ai Flavî spetta il merito dell'organizzazione stradale della regione: tre grandi arterie la percorrevano in senso latitudinale, una costiera da Calcedone a Heraclea Pontica, Sinope, Amisus verso Trapezunte; una, più interna, da Nicomedia penetrava nella Paflagonia, toccando Gangra, e dal Ponto orientale, per Amasia, entrava in Armenia; la terza da Nicaea risaliva i contrafforti a monte del Sangarius e per Ancyra, in Galazia, raggiungeva Cesarea, nella Cappadocia. Poche strade longitudinali si arrampicavano nelle valli a meandro da Sinope e da Amisus sino a raggiungere le vie latitudinali.
Con Diocleziano la B. fu divisa in due province, una con lo stesso nome, l'altra col nome di Onoriade.
Bibl.: O. G. Hogarth-J. A. R. Munro, Modern and Ancient Roads in Eastern Asia Minor, in Royal Geographic Society, Suppl. III, 1893, 5; J. A. R. Munro, Roads in Pontus, Royal and Roman, in Journ. Hell. St., XXI, 1901, p. 52 ss.; M. Rostovtzeff, Pontus, Bithynia and the Bosphorius, in Ann. Br. Sch. athens, XXII, 1918, p. i ss.; J. Sölch, Bithynische Städte im Altertum, in Klio, XIX, 1925, p. 165 ss.; A. H. M. Jones, The Cities of the Eastern Roman Provinces, Oxford 1937, pp. 148-174; S. Talip, Le strade romane in Anatolia, Spoleto 1938; G. Barbieri, L'amministrazione delle provincie Ponto-Bitinia e Licia-Panfilia nel II sec. d. C., in Riv. Filol., 1938, p. 365 ss.; A. Magie, Roman Rule in Asia Minor, Princeton 1950; G. Vitucci, Il regno di Bitinia, Roma 1953.
(G. C. Susini)
Iconografia. - La più antica raffigurazione della B. si trova su una moneta di Nicomede I, in cui appare una figura femminile seduta su una roccia con due lance nella destra ed una spada nella sinistra; uno scudo rotondo è appoggiato a una roccia.
Sotto Vespasiano abbiamo due tipi di monete: 1) B. seduta con chitone ed himàtion, con patera nella destra e cornucopia nella sinistra; 2) B. stante con un timone nella sinistra ed un vomere nella destra. La visita di Adriano nella provincia (tra il 123 e il 124) è ricordata da due tipi di monete celebranti l'uno l'adventus, l'altro il restitutor: nelle monete del primo tipo la personificazione della B. ha sul capo la corona turrita, indossa un lungo chitone e l'himàtion; regge un timone. Una variante, al Cabinet des Médailles, mostra B. senza corona, con un acrostolium nella sinistra; nelle monete del secondo tipo il timone è tenuto su una spalla; su alcuni esemplari la provincia tiene il piede destro sulla prua di una nave.
Bibl.: Monete: di Nicomedia: Rev. Num., 1887, tav. V, i: di Vespasiano: Cat. Brit. Mus. Pontus, tav. XXIV, 1, 2; L. Forrer, Weber Collection, III: parte I, Londra 1926, p. 36, tav. 176, n. 4834; di Adriano: Mattingly-Sydenham, The Roman Imperial Coinage, II, Londra 1926, p. 452, n. 881; pp. 464, 465, nn. 947-949.
(L. Rocchetti)