BITTI, Martino, detto Martinetto
Nato a Genova verso il 1660 (forse figlio di un certo Bitti chitarraro attivo a Genova intorno al 1650), studiò probabilmente a Venezia con il violinista G. B. Vivaldi. Entrato verso il 1688 al servizio "particolare" del principe Ferdinando de' Medici, dal 1689 divenne primo "sonatore di violino" alla corte medicea di Cosimo III, come risulta dai ruoli dei "provvisionati" (Fabbri, 1959). A Firenze il B. rimase "almeno 34 anni" (Fabbri, 1959), Poiché ancora nel 1722 partecipava, insieme con alcuni dei migliori e più apprezzati compositori italiani coevi all'oratorio - centone Giosuè in Gabaon, dedicato alla principessa Eleonora de' Medici ed eseguito nella Compagnia di S. Sebastiano. Eccellente virtuoso di violino, il B. fu, infatti, anche buon compositore di oratori - tra i primi che coltivarono questo genere musicale apparso a Firenze soltanto verso il 1690 - nonché di musica strumentale e vocale.
Dei suoi oratori si ricordano l'Oratorio in lode di s. Agata, eseguito nella Compagnia detta "di S. Firenze" il 24 febbr. 1693 (secondo l'Eitner: Il martirio di s. Agata, Firenze 1696, ma forse è una replica), e quelli scritti in collaborazione con altri musicisti, I trionfi di Giosuè e L'onestà combattuta di Sara (anche come Sara in Egitto: v. Kirkendale), eseguiti nella Compagnia di S. Marco a Firenze, rispettivamente nel 1703 e nel 1708. Invitato a comporre e ad eseguire alcune arie nel Convito di Baldassarre, oratorio di L. Conti rappresentato nel 1705 nella Compagnia di S. Iacopo detta "del Nicchio", riportò un successo strepitoso. In questa stessa Compagnia partecipò, applauditissimo, all'esecuzione di due oratori di G. M. Orlandini, La costanza trionfante nel martirio di s. Lucia (1705) e Il figliuol prodigo (27 marzo 1712).
La data della sua morte è incerta, ma il Fabbri la ritiene probabilmente avvenuta a Firenze tra il 1725 e il 1730; per il Giazotto, invece, il B. sarebbe stato ancor vivo e attivo suonatore - ma poco meritevole - nel 1742, figurando nel Rollo dei Musici di Genova di quell'anno.
Le poche composizioni rimaste della produzione (che dovette essere piuttosto vasta) del B. bastano per testimoniare le sue qualità e i suoi pregi: "gusto ammirevole e estrema naturalezza..., spontanea e ricca vena d'invenzione melodica" (Fabbri). Nella stupenda cantata Silvia nella partenza d'Erinto (forse autografa e scritta prima del 1713; si trova a Bologna, Biblioteca del Conservatorio: ms. D D. 50, ff. 79r-89v) il Giazotto nota, infatti, che "per la prima volta... il recitativo mant(iene) una linea melodica marcatissima, quasi da confonderlo con le arie intermedie". Le Sonate a due violino,e basso per suonarsi con flauto,o' vero violino, London, J. Walsh and J. Hare [1711], e i Concerts à 5,6 & 7 instrumens... composez par Messieurs B., Vivaldi & Torelli..., E. Roger, Amsterdam (c. 115; alcuni di questi Concerti a 5 del B. furono stampati, secondo il Giazotto, separatamente dal Roger nello stesso anno), sono caratterizzati dal predominio dello strumento solista, dialogante in funzione d'un nobile virtuosismo, e dalla squisita fattura, ma non palesano grande genialità e profondità d'intenzioni. In omaggio all'arte del B. l'amico F. Feroci compose sull'aria La Martina -cioèsu un brillante e slanciato "tema" del B. - il Concerto CXXX alternato col 1º e 2º organo, da lui e dal suo allievo B. Matucci eseguito il 25 luglio 1736 nel duomo di Firenze e ripetuto durante la XIX Settimana musicale senese nel 1962 (22-30 luglio). Nel 1959, in occasione della XVI Settimana musicale senese (13-21 settembre), venne eseguita con successo la bella Sonata n. 2, in si bemolle maggiore, tratta dalle Sonate a due (1711) del Bitti.
Bibl.: G. Pasquetti, L'oratorio music. in Italia, Firenze 1906, pp. 390, 394, 398; R. Lustig, Saggio bibl. degli Oratorii stampati a Firenze dal 1690 al 1725, in Note d'Arch. per la storia music., XIV (1937), pp. 112, 116, 249; R. Giazotto, La musica a Genova..., Genova 1951, pp. 243, 253-255; M. Fabbri, Due musicisti genovesi alla corte granducale medicea. G. M. Pagliardi e M. B., in Musicisti piemontesi e liguri, a cura di A. Damerini e G. Roncaglia, Siena 1959, pp. 79, 85-89; Id., F. Feroci nella scuola organistica fiorentina del XVIII sec., in Musiche ital. rare e vive da G. Gabrieli a G. Verdi, a cura di A. Damerini e G. Roncaglia, Siena 1962, pp. 158 s.; U. Kirkendale, A. Caldara…, Graz-Köln 1966, pp. 142, 149; W. X. Smith, A gibliography of the musical works published by John Walsh…, London 1948, passim (v. Indice, p. 208); The British union-catalogue of early music printed before the year 1801, a cura di E. B. Schnapper, I, London 1957, pp. 110, 211; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, II, p. 56; X, pp. 376, 447; Encicl. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 266.