BLACAS D'Aulps, Pierre-Louis-Jean-Casimir, duca di
Diplomatico francese nato ad Avignone il 10 gennaio 1771, morto a Praga il 17 novembre 1839. Era capitano dei dragoni del re quando, alla fine del 1789, emigrò a Nizza, donde si trasferì sul Reno per entrare nell'esercito del principe di Condé. Dopo i rovesci subiti da questo esercito, si stabilì a Venezia, ove lo trovò il conte d'Avaray, capo della segreteria politica del conte di Provenza, allora rifugiato a Verona. Il d'Avaray se ne fece un collaboratore, e lo spedì nel 1799 al quartier generale del maresciallo Suvarov. Nel 1803 il B. viveva a Firenze, quando Luigi XVIII lo rivolle accanto a sé nel suo asilo di Varsavia. Allorché giunse laggiù la notizia della proclamazione dell'impero napoleonico, il pretendente inviò il B. a Pietroburgo per consultare intorno alla progettata sua protesta il conte Giuseppe de Maistre, che rappresentava a quella corte il re di Sardegna. Dal 1804 al 1808 il B. fu accreditato dal pretendente presso lo zar e gli poté ottenere di ritornare nel suo antico rifugio di Mitau, quando il re di Prussia, per timore di Napoleone, lo espulse da Varsavia. Dopo che Luigi XVIII si fu trasferito in Inghilterra, il B. lo raggiunse a Hartwell e ne divenne il ministro dirigente alla partenza del d'Avaray per Madera. Nel 1814, alla Restaurazione, il re Luigi XVIII nominò il B. ministro della casa reale. Al ritorno di Napoleone dall'Elba seguì di nuovo Luigi XVIII nell'esilio di Gand. ll costante favore del monarca aveva reso il B. oggetto di grandi invidie e bersaglio di critiche, in parte giustificate. Il re dovette rendersi conto, alla seconda Restaurazione, della necessità di allontanare il suo ministro preferito. Il 17 agosto 1815 gli conferì un seggio ereditario nella Camera dei Pari. Lo nominò quindi ambasciatore straordinario alla corte di Napoli e quindi ambasciatore presso la Santa Sede con l'incarico di negoziare un nuovo concordato, che, firmato nel 1817, non fu però ratificato dal governo francese perché ritenuto troppo favorevole alla curia romana. Il B. era peraltro nettamente partigiano delle cosiddette libertà della chiesa gallicana. Nel 1820 il re lo volle ricompensare e lo insignì del titolo di duca; nel 1821 rappresentò la Francia al congresso di Lubiana; dopo la rivoluzione napoletana, riprese il suo posto di ambasciatore "di famiglia" cioè del Borbone di Francia alla corte del Borbone delle Due Sicilie. Tenne quell'ambasciata sino alle giornate di luglio, quando non volle riconoscere Luigi Filippo e accompagnò Carlo X in esilio. Si dilettò di studî d'archeologia, specialmente egiziana; protesse e favorì largamente varî egittologi (p. es. Champollion il giovane) e mise insieme una bella collezione d'antichità, di pietre incise, in parte provenienti dalla collezione Strozzi.
Bibl.: J. B. De la Boulaye, Notice historique sur M. le-duc de Blacas, Parigi 1840; Joseph de Maistre et Blacas. Leur correspondance inédite et l'histoire de leur amitié, 1804-1820, ed. da E. Daudet, Parigi 1908. Per una parte delle sue collezioni d'arte v. Reinaud, Description des monuments musulmans du cabinet de M. le duc de Blacas, voll. 2, Parigi 1821.