Blackmail
(GB 1929, Blackmail, bianco e nero, 96m); regia: Alfred Hitchcock; produzione: John Maxwell per British International Pictures; soggetto: dall'omonimo testo teatrale di Charles Bennett; sceneggiatura: Alfred Hitchcock, Benn W. Levy; fotografia: Jack Cox; montaggio: Emile de Ruelle; scenografia: Wilfred C. Arnold, Norman Arnold; musica: Jimmy Campbell, Reg Connelly.
Dopo l'arresto di un truffatore a New Scotland Yard, l'investigatore Frank Webber raggiunge la sua ragazza, Alice White. Mentre parlano in un caffè, tra i due scoppia un litigio; nonostante avessero in programma di andare al cinema, Alice se ne va insieme a Crewe, un pitto-re. Fidandosi di lui, la ragazza accetta di visitare lo studio dell'uomo, a Chelsea, vicino al negozio di giornali dei genitori di lei. Ma ben presto Crewe rivela le sue reali intenzioni tentando di costringere Alice a baciarlo. Nella lotta che ne consegue, la ragazza lo uccide colpendolo con il coltello del pane. Alice, stordita, trascorre la notte vagando per la città e al mattino ritorna al negozio dei genitori. L'assassinio di Chelsea è sulla bocca di tutti. Frank, convocato sul luogo del delitto, trova uno dei guanti di Alice e lo fa sparire. Recatosi al negozio per parlare in segreto dell'accaduto, viene importunato da Tracy, un ricattatore che ha visto Alice e Crewe per la strada, ha trovato l'altro guanto della ragazza e ora intende approfittare della situazione. Ma una telefonata che Frank riceve da New Scotland Yard cambia le carte in tavola: la padrona di casa di Crewe ha identificato il ricattatore, che in passato aveva fatto visita alla vittima, e la polizia arriva per arrestarlo perché sospettato del delitto. Sfondando la finestra del salotto, Tracy fugge in taxi e s'introduce all'interno del British Museum. La polizia lo insegue mentre fugge lungo una scala all'esterno della cupola a vetri dell'edificio; proprio mentre sta per rivelare che Alice è coinvolta nel delitto, l'uomo precipita e muore. Nel frattempo la ragazza, in preda al senso di colpa, si reca al commissariato di polizia intenzionata a confessare. Distolto da una telefonata, l'ispettore Walls ordina a Frank di occuparsi di Alice, che confessa di avere ucciso Crewe per legittima difesa. Mentre lasciano il commissariato, i due scherzano con un altro agente a proposito delle donne detective; ma Alice, pur sorridendo, sembra turbata.
"Il primo lungometraggio sonoro prodotto in Gran Bretagna": così dichiarava la pubblicità inglese nel giugno 1929, in occasione dell'uscita di Blackmail. L'affermazione non era esatta: The Clue of the New Pin, film che utilizzava il sistema di incisione su disco, in realtà era stato distribuito quattro mesi prima. Ma Blackmail era il primo film inglese a utilizzare la nuova tecnologia del suono in modo da evidenziarne le qualità artistiche; era anche un film capace di assicurarsi pubblicità da parte della stampa e grande interesse da parte del pubblico. Il progetto, sulla base di un non fortunato thriller teatrale di Charles Bennett, aveva avuto inizio nel febbraio 1929 e prevedeva la realizzazione di un film muto; nell'aprile dello stesso anno, quando ormai le attrezzature della British International Pictures lo consentivano, si iniziò però a girarne le prime sequenze sonore. Dato che molte sale inglesi erano ancora in attesa di passare al nuovo sistema, venne comunque montata anche una versione muta del film in cui le didascalie riportavano una parte dei dialoghi previsti (e in cui recitavano attori diversi in due parti minori). All'epoca il "Times" sostenne la superiorità della versione muta di Blackmail, opinione condivisa in seguito da alcuni critici quando, negli anni Ottanta, nuove copie restaurate riportarono alla luce la versione muta del film.
Ma quella che rimane decisiva è la versione sonora di Blackmail. Il primo rullo scorre privo di dialoghi durante lo svolgimento delle procedure di polizia. Il dialogo compare soltanto quando l'agente di Scotland Yard si rilassa, si mette a chiacchierare e ha inizio la vicenda vera e propria. Alcuni effetti sonori sono tipici dell'epoca: Cyril Ritchard, nella parte dell'infido artista, che canta e suona il piano nel suo studio con la disinvoltura di un Noel Coward; John Longden che soppesa ponderosamente le proprie battute; la voce controllata e aristocratica di Joan Barry che doppia Alice, inadatta al personaggio della protagonista ‒ figlia di un negoziante della piccola borghesia ‒ ma ritenuta comunque preferibile all'accento ceco di Anny Ondra. Altre volte Alfred Hitchcock utilizza in maniera inventiva le nuove possibilità offerte dal sonoro. In una scena di cui all'epoca si parlò molto, per sottolineare il timore di Alice il discorso di un chiacchierone viene ridotto alla ripetizione della parola 'coltello', l'unica che risulta chiaramente udibile nella confusione generale. Oppure, grazie al montaggio, il grido di Alice alla vista di un vagabondo che giace a terra e le ricorda il cadavere di Crewe si fonde con quello della padrona di casa di quest'ultimo che ne scopre effettivamente il corpo senza vita. Passaggi importanti del film sono invece comuni alle due versioni: l'angosciante scena della scala, la smaccata ironia del dipinto del giullare che ride, appeso nello studio di Crewe, e l'ingenuità della protagonista che si perde nelle tenebre di una Londra minacciosa e squallida. Vari elementi della sceneggiatura anticipano temi di successivi film di Hitchcock, come l'opposizione tra amore e senso del dovere nel personaggio del protagonista, o la scelta di ambientare le principali scene d'azione in luoghi o edifici celebri (in questo caso il British Museum). Ma soltanto la versione sonora del film contiene la voce di Donald Calthrop, così squisitamente repellente nella parte del ricattatore che blandisce e insieme colpisce la sua vittima, mormorando: "Ci metteremo d'accordo, vero, Frank?", prima di sedersi, col sigaro in mano, a fare colazione nel salotto di casa White. Negli anni Ottanta, a Hollywood, la 20th Century-Fox pareva intenzionata a realizzare un moderno remake del film di Hitchcock e lo stesso Charles Bennett venne contattato per collaborare alla sceneggiatura; ma poi non se ne fece nulla, e probabilmente fu meglio così.
Interpreti e personaggi: Anny Ondra (Alice White), John Longden (detective Frank Webber), Sara Allgood (Mrs. White), Charles Paton (Mr. White), Donald Calthrop (Tracy), Cyril Ritchard (Crewe), Harvey Braban (ispettore Walls), Sam Livesey (ispettore capo - nella versione muta), Hannah Jones (padrona di casa), ex detective sergente Bishop (sergente), Phyllis Monkman (donna delle pulizie), Phyllis Konstam (donna delle pulizia ‒ nella versione muta), Percy Parsons (truffatore), Johnny Butt (sergente), Alfred Hitchcock (passeggero della metropolitana).
Anonimo, Blackmail, in "The Times", August 8, 1929 (recensione della versione muta).
Anonimo, Blackmail, in "Variety", October 9, 1929.
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