blue bloc
(blu-bloc), loc. s.le m. e f. Contestatore violento della globalizzazione, che indossa solitamente indumenti blu o azzurri; per metonimia, il gruppo di cui forma parte.
• Il «blu-bloc» appare e si scatena in Via Veneto, k-way azzurri tirati fuori all’improvviso e indossati sulle classiche divise nere degli antagonisti più violenti. E il corteo per la casa e contro l’austerità a Roma degenera in duri scontri con la polizia. (Luca Laviola, Sicilia, 13 aprile 2014, p. 7, I Fatti) • Fino a quel momento, secondo una tattica ben collaudata, i violenti s’erano spezzati in diversi gruppi. Per muoversi meglio, per confondere le acque. Si sono riuniti quando il corteo s’è aperto, solo per loro, in piazza Barberini, per farli avanzare fino alle autoblindo, i cappucci ormai tutti abbassati, le mascherine di anonymous ben calate sul volto e le ceratine blu che un filo di vanità se lo portavano dietro, altrimenti non sarebbe spuntata fuori la storiella della nuova etichetta: questi sarebbero i blue bloc. […] Alle sette tutti di nuovo a Porta Pia, i blue bloc sembravano spariti. (Nino Cirillo, Messaggero, 13 aprile 2014, p. 2, Primo Piano) • Gli uomini dell’antiterrorismo stanno cercando di circoscrivere le informazioni sui «blu-bloc», la nuova versione dei black-bloc, l’avanguardia dura e violenta dei movimenti che ha sfidato la polizia indossando giubetti azzurri, «lo stesso colore delle forze di polizia». (Nello Scavo, Avvenire, 15 aprile 2014, p. 9, Attualità).
- Espressione inglese composta dall’agg. blue ‘blu’ e dal s. bloc ‘blocco’.
- Già attestato nell’Unità del 22 luglio 2001, p. 3, Oggi (Roberto Arduini e Rachele Gonnelli), nella variante grafica Blu Bloc.