Goldman, Bo
Sceneggiatore statunitense, nato a New York il 10 settembre 1932. Autore disincantato e ironico, ha creato realistici e amari ritratti della società statunitense e ha dato vita a personaggi disegnati in profondità e con partecipazione emotiva. Nel suo lavoro di scrittura un valore speciale ha ricoperto la musica: l'importanza da lui attribuita alla colonna sonora, intesa come parte integrante della struttura e del ritmo della narrazione, lo ha indotto a lavorare a stretto contatto con i diversi editors e a seguire tutte le varie fasi del montaggio. Nonostante il numero limitato di film cui ha collaborato, ha ottenuto numerosi riconoscimenti e vinto due Oscar: nel 1976 per la sceneggiatura di One flew over the cuckoo's nest (1975; Qualcuno volò sul nido del cuculo) di Milos Forman, per la quale è stato premiato anche con il Golden Globe, e nel 1981 per quella di Melvin and Howard (1980; Una volta ho incontrato un miliardario) diretto da Jonathan Demme.
Terminati gli studi a Princeton, esordì a Broadway nel 1958 come autore del musical First impression. Dopo aver lavorato per alcuni show televisivi, abbandonò il progetto di un nuovo musical per dedicarsi alla sua prima sceneggiatura, dalla quale venne tratto un film, Shoot the Moon (Spara alla Luna), uscito solo molto tempo dopo (1982) con la regia di Alan Parker, ma che gli permise di farsi conoscere a Hollywood. Forman gli chiese infatti di adattare, insieme a Laurence Hauben, il romanzo di K. Kesey One flew over the cuckoo's nest: già portato in teatro, il testo necessitava di una rivisitazione per far emergere, oltre al rapporto sadico e di potere esistente fra i due protagonisti, anche altri elementi, tra cui, soprattutto, la critica all'istituzione del manicomio come luogo di repressione e di perdita della personalità. Partendo da un soggetto originale, scritto con Bill Kerby e con lui sceneggiato, G. affrontò quindi il genere biografico con The Rose (1979) diretto da Mark Rydell, ritratto di una cantante rock ispirato a Janis Joplin.
Negli anni Ottanta, nonostante il successo ottenuto con Melvin and Howard, una sferzante critica del 'sogno americano', e l'uscita di Shoot the Moon, per un lungo periodo G. si è dedicato prevalentemente alla televisione. Il ritorno al successo come sceneggiatore, dopo la spy story scritta insieme a John Hill, Little Nikita (1988; Nikita ‒ Spie senza volto) di Richard Benjamin, è avvenuto con Scent of a woman (1992; Scent of a woman ‒ Profumo di donna) diretto da Martin Brest, per il quale ha ottenuto nel 1993 il Golden Globe e una nomination all'Oscar: basandosi sul romanzo Il buio e il miele di G. Arpino, G. si è confrontato con il modello italiano (Profumo di donna, 1974, di Dino Risi) e si è affidato notevolmente alle doti interpretative di Al Pacino. Ha quindi partecipato alla stesura finale della sceneggiatura di City Hall (1996) diretto da Harold Becker (cui hanno lavorato anche Nicholas Pileggi e Paul Schrader), contribuendo a rielaborare alcune scene e a focalizzare i personaggi. Nel 1996 G. è stato di nuovo chiamato da Brest per risolvere alcuni problemi della sceneggiatura di Meet Joe Black (1998; Vi presento Joe Black), ispirato a una pièce teatrale di A. Casella e al film di Mitchell Leisen Death takes a holiday (1934); rifiutandosi di leggere le precedenti stesure, G. ha trasformato il tema inquietante dell'arrivo della Morte sulla Terra in una storia sentimentale, interpretata da Brad Pitt e Anthony Hopkins. Successivamente ha cosceneggiato The perfect storm (2000; La tempesta perfetta) di Wolfgang Petersen, adattando il best seller di S. Junger basato su un fatto di cronaca avvenuto nel 1991 al largo delle coste del New England. Il film, un successo di pubblico, rievoca la vicenda di sei uomini a bordo di un'imbarcazione travolta da una terribile tempesta.