Widerberg, Bo (propr. Gunnar)
Sceneggiatore e regista cinematografico svedese, nato a Malmö l'8 giugno 1930 e morto ivi il 1° maggio 1997. Esponente di spicco della nouvelle vague nordica e sostenitore di un rinnovamento linguistico che prendesse le distanze dal cinema di Ingmar Bergman e intervenisse con maggiore incisività nel dibattito politico e sociale degli anni Sessanta, W. conquistò visibilità internazionale con Elvira Madigan (1967) e Ådalen 31 (1969; Adalen '31), che ottenne il Premio speciale della giuria al Festival di Cannes. Tornato al cinema dopo una lunga pausa con Lust och fägring stor (1995; Passioni proibite) nel 1996 vinse l'Orso d'argento al Festival di Berlino.
Critico cinematografico di "Expressen", W. pubblicò nel 1962 Visionen i svensk film (Uno sguardo sul cinema svedese), antologia di recensioni in forte polemica con le produzioni cinematografiche contemporanee del suo Paese, colpevoli di aver perduto ogni contatto con la realtà di tutti i giorni. Da quest'ansia di rinnovamento nacque il suo film di esordio, Barnvagnen (1963, La carrozzina), un'opera antiborghese e apertamente schierata a favore delle donne contro l'immaturità e l'irresponsabilità dell'uomo contemporaneo. Il discorso proseguì otto mesi dopo con Kvarteret Korpen (1963, Il quartiere del Corvo), ambientato nel 1936 alla vigilia della vittoria elettorale del Partito socialdemocratico. Fotografata con un bianco e nero di eccezionale intensità, l'opera, che ha per protagonista il sottoproletariato di un povero quartiere di Malmö, si distingue per la capacità di evocare lo spettro della guerra e la discussa scelta di neutralità da parte della Svezia. Dopo aver girato il film autobiografico Kärlek 65 (1965), Elvira Madigan rappresentò per il regista una svolta radicale, nel rievocare una vicenda d'amore e morte tra un ufficiale dell'esercito e un'acrobata facendo ricorso a un lirismo che in precedenza non sembrava appartenergli. Rimasero tuttavia invariati l'interesse per i conflitti di classe e un pessimismo esistenziale di fondo. Ådalen 31 e Joe Hill (1971), girato negli Stati Uniti, più equilibrati stilisticamente, affrontano invece i temi dell'ingiustizia sociale e dei movimenti sindacali. Nel 1976 fu la volta di un buon giallo, Mannen på taket (L'uomo sul tetto), mentre nel 1979 W. si cimentò con la trasposizione dell'opera di Knut Hamsun Victoria. Presentato al Festival di Mosca, Ormens väg på hälleberget (1986, Il sentiero del serpente sulla roccia), tratto da T. Lindgren, segnò il ritorno a un apprezzabile rigore formale, ma l'opera passò quasi inosservata. Negli anni successivi i suoi lavori, sempre di grande interesse, ebbero una distribuzione limitata e, tra il 1986 e il 1995, il regista si concentrò solo sulla realizzazione di documentari e film televisivi. Dopo questi dieci anni di silenzio, firmò il notevolissimo Lust och fägring stor, ancora un film in costume, dedicato alla passione tra uno studente quindicenne e la sua insegnante.
Scandinavian cinema, ed. P. Cowie, London 1992, pp. 146-50, 282.