Dylan, Bob
Nome d'arte di Robert Allen Zimmerman, cantautore e compositore statunitense, nato a Duluth (Minnesota) il 24 maggio 1941. Musicista autodidatta, con le sue canzoni dei primi anni Sessanta, ispirate alla tradizione folk di Woody Guthrie, è stato tra le figure più rappresentative della controcultura americana di quel periodo. Oltre a prestare le sue canzoni a numerosi film, D. ha lasciato un segno nella storia del cinema sia inaugurando un nuovo filone del film musicale, quello dedicato alle tournée e ai grandi concerti dei gruppi rock, sia partecipando come attore e musicista a Pat Garrett and Billy the Kid (1973; Pat Garrett e Billy the Kid), il film di Sam Peckinpah che celebra, al tempo stesso demistificandola, l'epopea della frontiera.
L'ingresso di D. nel mondo del cinema avvenne nel 1965, mentre maturava la sua 'seconda metamorfosi' musicale. All'inizio degli anni Sessanta D. aveva scoperto Woody Guthrie, il grande musicista folk che aveva tramandato la cultura e le storie degli hobos, i lavoratori migranti della frontiera americana. Nel 1962 aveva composto Blowin' in the wind, il suo brano più famoso, che in breve tempo era diventato l'inno del movimento in difesa dei diritti civili. Il passaggio dalle sonorità acustiche della tradizione folk a quelle elettriche del rock fu sancito dalla partecipazione di D. al Festival di Newport del 1965, non a caso accompagnata dalla contestazione dei suoi più fedeli sostenitori. Nello stesso anno, con il nuovo gruppo Levon & The Hawks, D. partì per una lunga tournée in Gran Bretagna, che decise di documentare affidandosi al regista Don Alan Pennebaker, sostenitore di un cinema verità che già si era affermato negli ambienti underground newyorchesi con la serie Living camera. Nacque così Don't look back, reportage impietoso di quella tournée (distribuito nel 1967) che documenta lo stress, la presenza ossessiva dei fans, il difficile rapporto del musicista con i media. Non sarebbe stata questa la sua unica apparizione in veste di cantautore; dopo Festival (1967) di Murray Lerner, che inaugurò il filone dei film girati durante i grandi concerti pop, comparve in The concert for Bangla Desh (1972) di Saul Swimmer, ripresa dell'omonimo spettacolo.
L'attività cinematografica di D. raggiunse il suo apice con Pat Garrett and Billy the Kid, celeberrimo film di Peckinpah cui D. partecipò non solo come attore, accanto a James Coburn e Kris Kristofferson, ma anche come compositore ed esecutore di una colonna sonora che rende omaggio alla musica della frontiera e comprende la struggente ballata Knockin' on heaven's door. Dopo un'altra apparizione in The last waltz (1978; L'ultimo valzer), vibrante documentario girato da Martin Scorsese in occasione del concerto d'addio di The band, D. si cimentò anche nella regia, con Renaldo and Clara (1978; Renaldo e Clara), ma senza grande successo. Il film, girato durante la grande tournée del 1975 e presentato al Festival di Cannes, ricevette infatti un'accoglienza piuttosto fredda da parte della critica, a causa non solo della durata (oltre quattro ore), ma soprattutto dell'eccessivo ermetismo.
Mentre le partecipazioni cinematografiche di D. negli anni successivi sono andate scemando (ma nel 1987 ha interpretato un ruolo non secondario in Hearts of fire di Richard Marquand), il suo repertorio di canzoni e ballate, nel frattempo accresciutosi, è stato variamente sfruttato in numerose colonne sonore. Nel 2000 ha ricevuto l'Oscar per la canzone Things have changed, composta per il film Wonder boys (2000) di Curtis Hanson.
N. Ala, Bob Dylan dal mito alla storia, Milano 1980.
R. Shelton, No direction home: the life and music of Bob Dylan, New York 1986.
W. Rothman, Documentary film classic, Cambridge 1997.
A. Carrera, La voce di Bob Dylan: una spiegazione dell'America, Milano 2001.