Bobina
Per b. si intende propriamente il supporto su cui, in fase di proiezione, viene avvolta la pellicola, formato da un cilindro con due dischi ai lati (v. proiezione). La parola è poi passata a indicare ogni rullo di circa 300 m di pellicola stampata in laboratorio, e quindi anche a designare un'unità di misura della lunghezza del film. Sulla b. di proiezione possono essere caricati fino a 1800 m di pellicola standard a 35 mm. Si chiama bobina anche il supporto di avvolgimento della pellicola che viene inserito all'interno della macchina da presa. Intesa come rullo, alcuni cineasti la considerano unità di misura non solo temporale ma anche drammaturgica del film, al punto da ritenere che l'attenzione degli spettatori cali intorno alla quinta bobina. In fase di proiezione, nell'apposita cabina funzionano in genere due proiettori. Dagli anni Novanta molte sale hanno eliminato l'intervallo, per cui l'operatore mette in moto il secondo proiettore nel momento esatto in cui termina la b. caricata sul primo. Quando il meccanismo non è automatico, per prevenire l'incertezza del proiezionista in questa fase di passaggio, è uso comune che le sequenze alla fine di una b. e all'inizio dell'altra siano leggermente più lunghe del necessario. Per avvertire il proiezionista che la b. è alla fine, compaiono due serie di piccoli cerchi alla sommità del lato destro dei fotogrammi: la prima avverte che è il momento di accendere la seconda macchina; la serie successiva dà il segnale per far partire la bobina. *