BOBONE
Unicamente con questo nome ("Bobo Ursinus" o "Bobo Romanus de Ursinis" non compare mai nelle sottoscrizioni) è attestato un cardinale della seconda metà del sec. XII, che per una tradizione risalente all'Ughelli apparterrebbe già alla famiglia Orsini, mentre secondo l'Amayden più precisamente rientrerebbe in quel casato di Bobone, un cui rappresentante, Orso, è da ritenersi il più sicuro capostipite degli Orsini. Creato diacono cardinale di S. Angelo in Pescheria da Lucio III nel primo anno del suo pontificato, come sembra, a Velletri sottoscrive già nell'agosto del 1182 (Ramackers, V, p. 275). Da tale data, come si può ricavare dal succedersi delle sue sottoscrizioni, seguì il pontefice nei suoi spostamenti: sappiamo così che egli fu certo presente al convegno di Verona tra Lucio III e Federico Barbarossa, anche se dai documenti non risulta una sua particolare attività in seno alla Curia. Prese parte, con ogni probabilità, anche se non abbiamo di ciò attestazione documentata, all'elezioni di Urbano III (1185), Gregorio VIII (1187) e Clemente III (1187).
Il B. passò poi, tra il 5 aprile 1188, quando sottoscrive l'ultima volta come diacono cardinale, e il 12 dello stesso mese, alla dignità di prete cardinale del titolo di S. Anastasia. Tra il 18 maggio e il 6 giugno del 1189 fu creato cardinale vescovo di Porto e S. Rufina. Era già morto il 7 dic. 1190, quando troviamo come suo successore Pietro.
B. va ben distinto, come mostrano le sottoscrizioni, da un Bobone, cardinale diacono di S. Giorgio in Velabro, che compare in pochi mesi del 1188, e da un altro Bobone, cardinale diacono di S. Teodoro, che si presenta dopo il 1193 e che visse fin verso la fine del secolo. Quanto alla possibilità che il Bobone diacono di S. Giorgio possa essere Bosone di Arles è pura fantasia, poiché un Bosone non esiste in nessuna sottoscrizione di questi anni.
Fonti e Bibl.: J. von Pflugk-Harttung, Acta pontif. Rom., I, Tübingen 1880, pp. 313, 331, 333, 349; II, Stuttgart 1884, pp. 393, 395; III, ibid. 1886, pp. 304 s., 311 s., 331, 333, 341, 358, 361, 368, 370, 372-374, 379; W. Holtzmann, Papsturkunden in England, II, Göttingen 1935-36, pp. 492, 496, 524, 539, 545, 553; III, ibid. 1952, p. 455; J. Ramackers, Papsturkunden in Frankreich, Göttingen 1944, pp. 427, 446, 481; V, ibid. 1956, pp. 275, 286, 318, 327, 330; VI, ibid. 1958, pp. 242, 247, 259, 263; R. Jaffé-S. Loewenfeld, Reg. pontif. Romanorum…, II, Lipsiae 1888, pp. 431, 492, 535; O. Panvinio, Romani Pont. et Card. S. R. E. ab eisdem a Leone IX ad Paulum papam IIII...,Venetiis 1557, pp. 122, 129, 130; A. Aubery, Histoire générale des cardinaux, I, Paris 1642, pp. 202, 213; A. Ciacconio, Vitae et res gestae pontificum, I, Romae 1677, coll. 1115, 1143; A. Oldoino, Vitae et res gestae Pontificum Romanorum et S. R. E. cardinalium..., I, Romae 1677, coll. 1134, 1143, 1144; G. A. Lucenzio, Italia sacra rev. p. d. Ughelli restricta..., I, Romae 1704, col. 111; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, I, Venetiis 1717, coll. 127, 1439; B. Platina, Le vite dei pontefici, Venezia 1730, p. 286; L. Cardella, Mem. stor. de' card. della S. R. E., I, Roma 1792, 2 parte, p. 144; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, I, Venezia 1844, p. 516; H. Mann, The lives of the popes in the Middle Ages, X, London 1914, p. 386; R. Morghen, in Encicl. Ital., XXV, Roma 1935, pp. 605-606, s. v. Orsini; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., IX, Paris 1937, coll. 287-288; T. Amayden, La storia delle famiglie romane, a cura di C. A. Bertini, I, Roma s. d., pp. 136-138.